Alla ricerca delle Storie Dimenticate 5
La luce della luna filtrava dalla finestra. Il suono secco dello scricchiolio del legno di quella vecchia casa non dava un attimo di pace, mentre Irvina cercava disperatamente di prendere sonno. Era stata una giornata pesante, ed era stanca, ma la sua mente faticava a tranquillizzarsi. Le ombre intorno a lei danzavano cupe, come artigli nella notte. Un brivido iniziò a scorrerle sulla schiena quando all’improvviso-
«Buh!»
«Aaah!!!»
Anne trasalì all’improvviso mettendosi la mano sul petto per lo spavento. Si era completamente immersa nella lettura, fin troppo, ed Elias aveva rovinato tutto.
«Ma sei scemo?! Stavi cercando di uccidermi per caso?!» strillò la ragazza visibilmente arrabbiata con il fratello, colpendolo con forza a mano aperta «Provaci un’altra volta e te ne farò pentire, giuro!»
«Ok, ok, ok, calmiamoci!» cercò di tranquillizzarla lui ridendo sotto i baffi. Ci vollero ancora un paio di schiaffi ben assestati prima che Anne tornasse sul divano, ancora con indosso la maschera dell’offesa.
Elias, sempre col sorriso stampato sulla faccia, si sedette dall’altro capo rispetto a lei.
«Allora, sei pronta?» domandò sfregandosi nervosamente le mani.
Anne alzò lo sguardo dal libro qualche istante e poi tornò a leggere: «Per cosa?» domandò, fingendo di non aver capito.
«Eddai, la guerra! Stasera c’è la guerra! Dovresti essere un po’ eccitata anche tu per questa cosa, sarà grandiosa!» esclamò Elias emozionato. Quando il giovane aveva scoperto che avrebbe preso parte alla Guerra del Lino al comando di un intero Battaglione aveva esultato sonoramente. In quella War avrebbero combattuto i big del panorama mondiale competitivo, e sarebbe pure stato messo tutto in streaming e mandato in onda sulle tv! Quale modo migliore per mostrarsi al mondo?
«Stai parlando di quella roba dove un numero imprecisato di idioti cercherà di ammazzarsi a vicenda nel nome del tuo amico o contro di lui? Ah, sì, eccitatissima.» lo smontò molto facilmente Anne. Aveva accettato quell’incarico solo perché era in debito col fratello, altrimenti sarebbe stata ben lontana da un evento simile.
“Una guerra per un pezzo di stoffa?”, pensò lei quasi disgustata.
«Eddai, William non è così male, e ha avuto i suoi motivi. Gli Emperors ci hanno insultato!» cercò di motivare Elias.
«Se BlueDragon, cioè, William, è una primadonna, non è un mio problema. Mi sembra un inutile sollevare tutto questo vespaio. E sai come la penso con questa cosa di paragonare un videogioco alle tragedie storiche della nostra civiltà» controbatté lei, sempre più inviperita. Perché suo fratello non si faceva bastare il fatto che lei avrebbe partecipato? Perché doveva per forza anche piacerle l’idea di andare in guerra?
«Sei sempre così tragica… è un solo un gioco, di certo non andrò poi in giro con due bastoni a inneggiare alla superiorità della mia gilda fittizia…» sbuffò Elias. Quando sua sorella ce la metteva tutta nel contraddirlo era insopportabile. Non avrebbe potuto per una volta condividere con lui qualcosa?
«Vabbè» continuò il ragazzo tornando a sorridere «e dimmi, a che punto è il tuo personaggio?»
Anne guardò il fratello con la coda dell’occhio, senza spostare la faccia dal libro. Per un momento le scappò un leggero sorriso. Non aveva rivelato nemmeno a lui della quest di Uthrafax e della sua nuova razza.
«Intanto, ha un nome, si chiama Blue» cominciò a spiegare Anne con tono disinteressato, continuando a leggere il suo libro «poi direi che sta andando abbastanza bene. Settimana scorsa ho completato una missione particolarmente avvincente, e…»
Con un gesto della mano Elias la interruppe «Sorellina, grazie, ma non sto parlando delle tue storie, si parla di numeri…»
Anne sbuffò appena. Se non lo voleva sapere, sarebbe stato peggio per lui.
«Ho fatto il 53, sostituito l’armatura e un anello, ora ho un GS di 460…» spiegò svogliata.
Elias applaudì lentamento fissandola con sguardo compiaciuto.
«Non male, non male, già oltre il softcap e senza essere nemmeno al 60. Sono fiero di te sorellina!» il sorriso di Elias si allargò ancora di più «E la classe di prestigio?»
«Incantalame, la variante della Dea dai Mille Volti» rispose secca lei.
«Ma che?!» il ragazzo la fissò confuso «Che roba è? Pensavo che saresti diventata Elementarista, Arcimago o qualcosa del genere… Rodomonte Arcano se proprio ti piace la Sferosciabola.»
«Non mi stupisce che tu non la conosca» ribatté Anne aggiustandosi i capelli davanti agli occhi «come tutti gli altri sei solo un ignorante. Se avessi seguito un minimo la lore sapresti che la Dea dai Mille Volti governa il dominio della Magia per quasi tutti i popoli che abitano le zone centrali di Atlas.»
«Eccoci a un’altra puntata del mio documentario preferito!» rise ironico Elias «Vabbé Incantaspada o magilama, o come diavolo si dice, fantastico, ma quindi che fa? È tipo il Rodomonte? O l’Arcimago?»
Anne fece schioccare leggermente la lingua stizzita.
«Esperta nell’uso della Sfersciabola, una duellante infallibile al servizio della dea che domina su tutta la magia che permea il mondo» rispose, un po’ arrabbiata che il fratello avesse comunque intuito qualcosa «ma se credi che mi sia fatta tre giorni di quest per essere un semplice Rodomonte Arcano, ti sbagli di grosso. Blue ora è una Incantalame, la guardia d'élite della Dea della Magia. Come al solito, se tu avessi seguito la lore, sapresti che gli dei fanno doni potenti a chi li segue!»
A Elias scappò un’altra risatina. Lo divertiva sentire sua sorella parlare come un’invasata di giochi di ruolo. Però, poiché sembrava particolarmente convinta, decise quindi di non stuzzicarla oltre. Avrebbe visto a breve di cosa sarebbe stata capace questa fantomatica classe di prestigio.
«Beh, fantastico, allora sei pronta ad andare?» domandò Elias visibilmente impaziente.
Anne guardò l’orologio, poi si voltò verso il fratello sollevando un sopracciglio.
«Ma manca un sacco!» disse lei. Capiva che Elias non vedeva l’ora di iniziare, ma quell’atteggiamento le sembrava eccessivo.
«Nah, abbiamo una marea di di cose da fare! E così potrai vedere gli altri!» esclamò Elias allungandosi ad afferrare la coppia di TechMask sul tavolino e porgendone una alla sorella.
Anne ci pensò qualche istante, stringendo il libro tra le mani. Le mancavano davvero poche pagine per finire il capitolo, però vedendo suo fratello così eccitato dalla cosa decise di fare uno sforzo e assecondarlo, per quella volta.
Inserì il suo solito segnalibro a forma di zampa di gatto e chiuse rumorosamente il libro, rimanendo in silenzio per un istante a godersi il suono sordo delle pagine che sbattevano secche tra loro. Un piccolo feticismo che si portava dietro da sempre.
Poggiò con cura il libro sul tavolino, poi afferrò la TechMask dalle mani del fratello e la indossò. Dopo pochi secondi dall’accensione, lo schermo si illuminò ed Anne fece il suo ingresso ad Atlas. Era dentro un piccolo negozietto di legno, alle pendici dei Monti Coltello, qualche chilometro a nord di Agarastia.
Bentornata Misses Blue. Ha un invito al gruppo da parte di Azoth.
«Supporto, accetta l’invito» ordinò Blue. Immediatamente in alto a sinistra apparve l’icona con le due spade incrociate, la barra della vita e il nickname di suo fratello, Azoth.
[Azoth] Bene sorellina, gli altri sono quasi tutti là, sei pronta per andare?
[Blue] Finisco una cosa e arrivo, dammi un secondo
Rispose lei, poi si voltò verso la donna che si trovava di fronte. Dagli indumenti aveva tutto l’aspetto di un’alchimista. Anne la conosceva abbastanza bene, avendola aiutata in diverse missioni per recuperare rare bacche nascoste nelle profonde valli dei monti, quando era al livello venti.
Discusse qualche istante con la donna, che le consegnò due fiale dalla forma particolarmente elegante e contenenti del liquido arancione acceso.
«La ringrazio, signorina Blue» disse la donna inchinandosi, dopo aver preso le poche monete lasciate sul bancone.
«Grazie a lei Agrath, i suoi composti sono sempre di eccezionale qualità!» escalmò con un sorriso Anne.
«Lei è troppo gentile, le auguro buona fortuna» la salutò ancora l’alchimista, inchinandosi diverse volte in segno di rispetto.
«Grazie, che i Mille Volti veglino su di lei e sulla sua bottega» disse la ragazza congedandosi. Quando uscì il tempo era freddo ma il cielo risplendeva. Sarebbe stata una giornata ottima da perdere tra alcune missioni in quelle zone, ma non ce ne sarebbe di certo stato il tempo.
Per sua fortuna non aveva ancora dovuto riunirsi con il resto dei Rainbows. Ci sarebbe mancato anche dover incastrare l’incontro con la guerra. Non si sentiva ancora pronta per una cosa del genere.
“Grazie White…”, pensò ridendo leggermente. Quel ragazzo che aveva incontrato solo alla fumetteria era infatti l’unico che, secondo il report periodico di Noah, non avesse ancora raggiunto il livello 50, ritardando quindi a tutti l’operazione.
Più calma ci metteva, meglio era per lei. Aveva accettato quel lavoro quasi per caso, come sfizio. I soldi le facevano anche comodo, ma non erano fondamentali. Suo padre era abbastanza ricco per dare molto di più sia a lei che al fratello, e ne sarebbe avanzato a sufficienza per un’altra famiglia.
Aveva accettato per l’avventura, per il mistero, per l’adrenalina di far parte di un progetto come quello. Per un momento, dentro quella squallida fumetteria, con Mr Black, White, Red, Plum e Orange, si era sentita come all’interno di un romanzo. Come la protagonista di un romanzo. Quindi perché non accettare? E poteva dire di aver fatto bene, visti i risultati ottenuti con Blue.
D’altro canto, per quanto fosse attirata dall’Eternal League e dal comprendere a fondo quella situazione, dentro di lei qualcosa respingeva l’idea di entrare a far parte dei Rainbows, di unirsi a quegli sconosciuti, e di dover prendere parte a tutti gli scontri. Non si sentiva sicura, non si sentiva pronta.
Un discorso era mantenere legami sociali con membri della propria classe o dei propri corsi universitari, dove comunque il suo status e, per quanto odiasse ammetterlo, il suo aspetto, l’aiutavano a decidere quando e come rapportarsi con gli altri.
Formare un gruppo per una cosa come l’EL, invece, era un’altra storia. Era come una squadra di calcio. Dovevano essere uniti, dovevano lavorare insieme, dovevano conoscersi davvero. Aveva visto come funzionava quel mondo quando suo fratello era entrato a far parte dei Guardiani. Quella gente ci dava dentro davvero.
Non avrebbe potuto alzare un muro tra lei e un altro membro solo perché in quel momento non si sentiva a suo agio. Non avrebbe potuto scappare e rinchiudersi a leggere. Non importava a nessuno chi fosse, anche perché nessuno comunque al momento lo sapeva. L’unica cosa che davvero contava era la forza, il Gear Score, il rango. Nient’altro.
Anne non si sentiva affatto pronta per una cosa del genere.
[Azoth] Allora, ci sei?
Il tintinnio della chat riportò Anne alla realtà.
[Blue] Sì, sì scusa, ci sono. Invita pure
Gli rispose lei e subito la schermata del supporto le apparì di fronte.
Sei stata invitata da [Azoth] a prendere parte all’evento [Guerra del Lino]. Accetti?
(Verrai teletrasportata nel luogo dell’evento)
Con un rapido cenno, Anne accettò la richiesta e improvvisamente svanì nel nulla, per poi riapparire pochi istanti dopo sulla cima di una collina. Al suo fianco suo fratello era già arrivato, armato di tutto punto pronto per la battaglia.
Elias aveva iniziato la sua esperienza su NEXT come un Ladro e poi, con l’uscita di World Awaken, aveva preso la classe di prestigio della Lama d’Argento. Era un combattente agile armato di due spade corte estremamente affilate, ma comunque dotato di una difesa più alta rispetto a un normale Assassino.
Grazie alle sue capacità da Esperto e al suo GS 910, attualmente ricopriva il ruolo di capitano dei Guardiani, anche se poco tempo prima si era impegnato per riuscire a entrare in prima squadra con BlueDragon e gli altri.
Aveva cercato di nasconderlo, ma Anne sapeva che quando alla fine William aveva scelto Stormer al posto di suo fratello, Elias ci era rimasto particolarmente male. Sinceramente, non le era mai stato troppo simpatico BlueDragon, lo sopportava solo perché suo fratello lo considerava un caro amico.
«Eccoci, finalmente!» disse il ragazzo indicando la pianura di fronte a sé, dove l’enorme Core fluttuava lentamente. Anche se mancava ancora un bel po’ prima dell’inizio della battaglia, l’accampamento era già in pieno fermento. Fiumi di giocatori stavano correndo in giro a distribuire equipaggiamento, erigere difese e iniziare con gli ultimi preparativi.
«Forza seguimi, raggiungiamo gli altri per farci dare gli ordini» esclamò Azoth mentre iniziava a scendere dalla collina in direzione del Core.
Anne non l’avrebbe mai ammesso, ma si respirava l’aria di un accampamento medievale, e la cosa sotto sotto non le dispiaceva. Era tutto molto più vicino al roleplay di quanto si fosse aspettata. S’immaginava che sarebbe entrata e si sarebbe trovata di fronte a una massa di sciocchi giocatori pronti a massacrarsi con gli avversari in una inutile battaglia.
Invece tutto era perfettamente organizzato con ruoli e mansioni. In giro era tutto un “Sì signore” qui o un “Certo capitano” là. Tutti stavano prendendo davvero sul serio quella situazione.
«C’è di mezzo l’onore della Gilda, la sua influenza e beh, ovviamente anche un po’ di soldi ahah» fece notare Azoth vedendo la sorella immersa nei suoi pensieri.
Anne sorrise leggermente. Per quanto si sarebbe potuto pensare che il “vile denaro” non fosse qualcosa di importante, era innegabile che tutte le guerre, immaginarie o reali, si fossero mosse anche per quel motivo.
Sotto un certo punto di vista rendeva più realistico e meno idealizzato tutto quell’evento.
“Non male, devo ammetterlo”, pensò Anne. Forse si sarebbe potuta quasi divertire.
«Eccoci finalmente» disse Azoth risalendo la collinetta dove stava la tenda degli ufficiali. La bandiera dei Flawless sventolava con forza alta sopra il tavolo, dove alcune persone erano prese nella discussione della strategia.
«Oh, abbiamo qui il nostro capitano dei Guardiani» lo accolse BlueDragon vedendo arrivare Azoth. Anche se all’interno del mondo della gilda non lo davano troppo a vedere, i due erano particolarmente in confidenza. Durante eventi di quel tipo, però, era quasi d’obbligo che Elias si comportasse sempre con un certo rispetto. Sinceramente a lui la cosa non dava nessun fastidio, capiva benissimo la situazione.
«BlueDragon, AlterErgo, ufficiali, buonasera» disse salutando con un piccolo inchino tutti i presenti «Questa è Blue, mia sorella»
La ragazza si sentì terribilmente in mezzo all’attenzione e, imbarazzata, fece un piccolo cenno col capo pure lei non sapendo cosa dire. Tutti ricambiarono con un sorriso e un saluto.
«È un vero piacere, prego avvicinatevi pure. Stavamo giusto discutendo del tuo battaglione» disse BlueDragon sorridendo. Essere a capo di un Battaglione era un ruolo non indifferente, anche per un giocatore importante come Azoth. Se il suo gruppo avesse avuto buoni risultati, molta della gloria sarebbe ricaduta su di lui.
All’improvviso, da dietro una tenda apparve NorthDuke, con la sua alabarda saldamente legata dietro la schiena, che interruppe il discorso sul nascere.
«Ehi, avete visto chi si è unito a noi?» domandò stranamente divertito. Il modulatore vocale installato nella TechMask faceva sembrare la voce di Edith quella di un uomo, dato che dei presenti solo BlueDragon e pochi altri conoscevano la sua vera identità.
Tutti si voltarono verso il sentiero che portava alla tenda, dove un uomo e una ragazza si stavano avvicinando. NorthDuke si fece largo tra il gruppo di ufficiali e si avvicinò velocemente ai due a braccia aperte. Azoth rimase un momento interdetto, non aveva mai visto il Dragoon essere amichevole con qualcuno.
NorthDuke si avvicinò all’uomo e l’abbracciò con forza, come si fa con gli amici di vecchia data.
«Santo cielo, Marco! E chi pensava che ci saremmo rivisti qui?»
