Alla ricerca delle Storie Dimenticate 7
Quello che rimaneva del battaglione sbarcò sulla spiaggia. Il morale di tutti era a terra, soprattutto quello di Azoth che sembrava non darsi pace. Blue avrebbe voluto aiutare in qualche modo il fratello, ma in quel momento non aveva idea di come fare. Non trovava nemmeno le parole.
Frasi come “È solo un gioco” erano certamente da scartare, non avrebbero fatto altro che farlo infuriare, mentre “non tutto è perduto” non si adattava alla situazione. Anche se non ne capiva molto di guerre tra gilde, era ovvio persino a lei che la situazione fosse critica.
Di tutte le navi partite, soltanto la Dreadnougth e la Cerva Dorata erano riuscite a raggiungere la destinazione. L’equipaggio dell’altra nave sembrava essere abbastanza numeroso, ma a giudicare dal loro aspetto dovevano essere quasi tutti di livello basso.
Il battaglione di Blue era invece stato sbaragliato dagli Emperors. Erano rimasti in poco più di una ventina, e a sentire Azoth sembrava che buona parte dei migliori li avessero lasciati.
«Altro che élite, questo è un vero casino…»
La voce di una ragazza attirò l’attenzione di Blue. Si voltò e vide una giovane dalla pelle chiara e gli occhi argentei. L’aveva vista solo di sfuggita mentre saliva sulla nave, ma poi si era rintanata sotto coperta. A dirla tutta, era l’unica altra donna dell’intero battaglione.
«Come, scusa?» domandò Blue cercando di riagganciarsi al discorso. L’altra si chiamava Silverfox.
«Dicevo che è un vero casino. Ora siamo qui ma non abbiamo le forze per avanzare. Questa missione era già fallita non appena abbiamo messo piede sulla nave» disse Silverfox un po’ stizzita.
«Però l’altro battaglione è quasi al completo…»
«Quale? Il Battaglione 13? Quelli sono gli uomini di Drake… Certo, finché è su una nave è da considerarsi un Dio tra gli uomini, ma ora non sono altro che un gruppo di pivelli guidato da un folle!» esclamò lei soffocando una leggera risata. Drake non era un personaggio molto gradito all’interno dei Flawless, anche se a lui sembrava non interessare poi un granché.
In quel momento Azoth ritornò dopo il breve incontro con Drake. Non aveva l’aspetto di qualcuno che si era convinto sul da farsi.
«Come da programma, saremo il gruppo di supporto. Il Battaglione 13 si dividerà in due, noi seguiremo a debita distanza il gruppo B, capitanato da Drake, proteggendoli da eventuali attacchi sui fianchi.» la voce del ragazzo era molto meno carica di quanto Blue si aspettasse, infatti come risposta ricevette solo qualche cenno poco convinto.
Senza aggiungere altro, Azoth iniziò ad avanzare verso il cristallo. Il battaglione, o ciò che ne rimaneva, si divise in piccoli gruppi e lo seguì a ruota. Stava smettendo di piovere ma il buio non permetteva di vedere molto lontano. Il gruppo di Drake era a cento o duecento metri di distanza, correndo a più non posso.
Blue si trovava davanti a tutti, insieme ad Azoth e Rentaro, che correvano silenziosi continuando a guardarsi intorno alla ricerca di possibili vedette nemiche.
«Come va?» domandò Blue al fratello. Forse non era il momento più adatto, però sentiva che avrebbe dovuto chiederglielo. Era ancora scioccata da quanto Elias avesse preso sul personale tutta quella situazione.
Azoth fece un respiro profondo e poi sbuffò.
«Non lo so Anne… è andato tutto storto. Prima la storia con Stormer, ora questo… Sai su chi andrà a riversarsi tutta la merda una volta finita questa storia? Non su Drake, su Dragon o AlterErgo, ma su di me, colui che ha fatto fallire l’attacco a tenaglia» rispose Elias amareggiato.
Non era passato nemmeno un mese da quando era stato scartato dalla prima squadra, dove al suo posto avevano scelto Stormer. Anne non aveva mai visto suo fratello più giù di quella volta. Elias aveva lavorato molto per poter arrivare a quel punto e, a un passo dalla vetta, qualcosa era andato storto.
In quel momento, si stava per ripetere la stessa cosa, ma il disastro sarebbe stato amplificato. Sarebbe stata una tragedia sia per la sua carriera che per lui come persona. Solo avendolo visto immerso in quella war Anne aveva davvero realizzato quanto Elias considerasse la gilda e tutto ciò che ci girava attorno come un pezzo della propria vita.
Non era troppo diverso da come lei vedeva la lettura.
«Elias, sono sicura che ce la faremo, ce la metterò tutta!» esclamò sorridendo Blue «e, parafrasando un’opera leggendaria, hai la mia spada!»
«E la mia ascia!» gridò con una risata Rentaro, conoscendo la citazione «Dai capo, siamo o no i Guardiani? Queste sono le retrovie, non ci servono gli altri, bastiamo solo noi!»
Elias ridacchiò leggermente scuotendo la testa, senza perdere di vista la luce rossastra del cristallo che iniziava a vedersi in lontananza.
«Grazie, a entrambi!» disse amichevolmente Azoth.
Improvvisamente lampi verdognoli attirarono la sua attenzione.
«Merda, stanno attaccando il gruppo B!» gridò il ragazzo, poi fece cenno al battaglione di iniziare a dirigersi verso il punto da cui provenivano le luci «Presto, non lasciamo che ce li ammazzino sotto il naso!»
Non riuscirono ad avvicinarsi molto che dall’oscurità un piccolo drappello di Emperors tagliò loro la strada. Proprio in quel momento Blue sentì l’adrenalina iniziare a scorrergli nel corpo.
Non si trattava più semplicemente di combattere dei nemici, ma supportare suo fratello, aiutarlo a raggiungere il suo obiettivo. Se per Elias gli Emperors erano avversari, allora lo erano anche per lei adesso, fine della storia. Gli aveva dato la sua spada, diamine. Se non era un giuramento di fedeltà quello allora avrebbe potuto anche bruciare tutta la sua trilogia illustrata de “Il Signore degli Anelli”.
Anne strinse i denti ed estrasse la Sferosciabola, pronta ad eliminare chiunque si fosse messo tra lei e suo fratello.
Ma, inaspettatamente, non ce ne fu bisogno. Poco di fronte a lei Azoth venne ricoperto da una strana aura argentata, mentre Rentaro, ascia e scudo alla mano, balzò diretto verso il gruppo di nemici.
Azoth improvvisamente invece svanì alla sua vista, riapparendo pochi metri sopra gli emperors, con le due lame tra le mani. Il suo corpo iniziò a roteare vorticosamente e l’aura sembrava quasi staccarsi da lui andando a piovere sui giocatori sotto di lui.
Con un forte fragore, molti giocatori vennero sbalzati via dall’atterraggio di Rentaro, che iniziò a colpire tutti con la sua pesante ascia. Anche se i nemici provavano a rispondere, il suo enorme scudo praticamente azzerava buona parte dei colpi.
Era uno spettacolo vedere come in due riuscissero a tenere testa a molti più giocatori temporaneamente. Blue s’immaginava che i Guardiani fossero abili, ma non pensava che potessero essere così al di sopra delle persone comuni.
Il resto del gruppo si gettò a capofitto sul drappello avversario, tanto che tra un’esplosione e una pioggia di frecce, vennero tutti eliminati facilmente. Anche Blue riuscì a colpire un paio di volte un nemico, che già ferito venne eliminato con facilità.
Sotto sotto, Anne si sarebbe aspettata qualcosa di più dal suo primo scontro, ma la storia non era di certo finita lì.
«Dannati stronzi» inveì Azoth rifoderando le sue due spade «ci hanno fatto perdere tempo!»
Lo scontro, per quanto breve, aveva comunque rallentato il gruppo. SI voltarono tutti nella direzione in cui si trovavano gli alleati. Potevano vedere come un piccolo gruppo spaurito di giocatori stesse correndo a perdifiato verso il cristallo. Ogni tanto c’era qualcuno che sembrava abbandonare il gruppo centrale o rimanere indietro. Avevano tutto l’aspetto di star correndo più per paura che per la battaglia in sé.
«Che diamine stanno facendo?!» domandò Rentaro vedendo la scena «Perché l’ufficiale non li tiene in ordine, così non ce la faranno mai!»
Azoth si distese appena, poi prese per le vesti sia Blue che l’amico e li trascinò verso il gruppo in fuga.
«Diamoci una mossa, quelli non ce l’hanno più un ufficiale!» gridò ricominciando a correre con tutte le sue forze verso di loro. Avevano perso solo un giocatore in quello scontro, ed erano ancora quasi tutti al massimo delle forze. Elias però era ancora preoccupato pensando a quei lampi verdi visti poco prima in lontananza.
Abilità sceniche di quel genere erano di certo di un giocatore di alto livello. E se Drake non era più col suo gruppo come sembrava essere, ciò significava che avevano un gran bel problema.
Il marinaio non era certamente un mostro, ma pure Elias avrebbe faticato nel combattere contro di lui. Perlomeno, Drake era di livello davvero alto.
«Laggiù» disse il ragazzo indicando una massa scura e informe di giocatori dietro il gruppo alleato «quelli sono Emperors, e lì in mezzo si nasconde qualcuno che vale la pena di essere combattuto. Chiaro, Rentaro?»
Il guerriero fece un cenno con la testa «Chiaro. Entrare, agganciare l’obiettivo e abbatterlo.»
«Non potevi essere più preciso. Niente giochetti o cazzatine di stile!» disse Azoth sicuro.
«Limpido, capo!» rispose l’amico.
A Blue scappò un sorriso. Il tono del fratello sembrava essere sì teso, ma anche molto più sicuro. Al momento, non sembravano esserci che cattive notizie, ma sembrava che qualcosa si fosse smosso dentro Elias.
“Tanti nemici, tanto onore”, pensò Anne guardando le spalle del fratello mentre si dirigevano a tutta velocità in supporto agli altri.
Non erano molto lontano dal Core ma di quel passo il gruppo di fronte a loro non ce l’avrebbe mai fatta a raggiungere il cristallo senza prima essere intercettati dagli Emperors. Il distacco era davvero di pochissimo.
«Anne» disse Azoth guardando rapidamente la sorella «te la senti?»
«Ehi, per chi mi hai preso? Secondo te chi ha fermato la guerra delle cento lance tra i popoli di Aktavios e Obloter al sud?» esclamò la sorella prendendo d’esempio una missione svolta non molti giorni prima.
«Sei sempre la migliore!» rise appena Azoth. Blue quasi arrossì di fronte a quella risposta. Detta da suo fratello, quella frase acquisiva un valore aggiuntivo, un qualcosa in più.
Improvvisamente un altro lampo verde squarciò il buio non molto distanti da loro. Qualcuno degli Emperors era riuscito ad ingaggiare, e ora nella stretta valle tra le due colline, a pochi passi dal cristallo, si stava svolgendo una vera e propria battaglia.
«Oh merda! Oh, MERDA!» gridò Rentaro a squarciagola.
«Cosa?!» domandò Blue senza capire.
«Hai visto, capo?! Sto forse sognando?! Merda! Che cazzo ci fa lui qui?!» continuò il guerriero sbalordito.
«Non lo so e non mi interessa, ma dobbiamo fermarlo, a tutti i costi!» esclamò Azoth.
«Mi volete dire che succede!?» strillò stizzita Anne senza smettere di correre.
«Quello!» disse Rentaro indicando un enorme guerriero armato con uno spadone altrettanto possente «Quello è GaijHunter, capogilda degli Emperors, cazzo!»
In quel momento a Blue fu tutto più chiaro. In pratica di fronte avevano il boss finale, solo che da quello che aveva sentito Gaij era praticamente un mostro che solo NorthDuke o BlueDragon erano in grado di affrontare.
«Cosa facciamo?» domandò la ragazza sperando in un piano geniale da parte del fratello.
«Qui non c’è molto da fare. Possiamo solo saltargli addosso e sperare di tenerlo a bada abbastanza perché uno di quei nabbi riesca ad arrivare al Core!» rispose Azoth guardando per un istante i compagni e il resto del battaglione per essere sicuro che avessero capito.
Non avevano tempo per creare una strategia adatta. In un momento come quello non potevano fare altro che tuffarsi a capofitto nel mezzo della lotta e tentare di fermare quello che a tutti gli effetti si preannunciava come un massacro.
«Blue, unisciti ai soldati e insieme a loro aiuta il battaglione contro le truppe nemiche. Rentaro, vieni con me, io e te ci focalizzeremo sul bestione» ordinò Azoth.
«Non esiste!» esclamò Blue contraddetta «Sono stata trascinata fin qui e non rimarrò di certo indietro proprio sul più bello. Se questo Gaij è così leggendario, voglio vederlo da vicino!»
Rentaro e Azoth si scambiarono uno sguardo per qualche istante, poi Azoth rispose: «E sia, se dev’essere una missione suicida, la faremo finita tutti insieme, in un modo o nell’altro.»
Il ragazzo diede rapidamente gli ordini al resto del gruppo per poi dividersi in due. Il battaglione si sarebbe scagliato contro gli Emperors con una carica frontale, mentre loro tre avrebbero aggirato la battaglia passando sul fianco della collina, alla ricerca dello scontro diretto con GaijHunter.
«Ehi guardate!» esclamò Rentaro indicando sul fronte opposto al loro, non troppo distante dal Core «Quei due sono ormai al cristallo!»
Due giocatori, infatti, sembravano essere riusciti a sorpassare le difese nemiche, a differenza del resto del battaglione ancora incastrato nell’assalto. Anne riuscì immediatamente a riconoscere uno dei due dai lunghi capelli chiari. Quella era Silverfox, la ragazza con cui aveva parlato poco prima sulla spiaggia.
Sfortunatamente per loro, però, GaijHunter era lì, poco più indietro, e si avvicinava fin troppo rapidamente alla coppia mentre il suo spadone mieteva vittime.
«Rentaro, Anne, dobbiamo bloccare quel tizio per dare la possibilità a quei due di arrivare al Core. Sarà una questione di secondi, non possiamo fallire!» escalmò Azoth tirando fuori entrambe le sue lame, per poi voltarsi verso la sorella: «Grazie sorellina, mi fa piacere averti qui!»
Il sorriso di Elias colpì Anne. Doveva rendersi utile, doveva aiutare suo fratello. Non per quello stupido gioco o per la sua gilda, a lei di quello non importava praticamente nulla. Lo doveva fare perché lui ci teneva, alla fine era suo fratello.
Anne sentì il sangue ribollirle nelle vene. Erano riusciti ad avvicinarsi abbastanza al loro obiettivo per intervenire. La ragazza strinse con forza la sua sciabola, mentre la sfera nella sua mano sinistra iniziava ad emanare una luce sempre più forte.
“È quindi arrivata l’ora di usarlo”, pensò lei. Non erano state molte le occasioni in cui aveva liberato il suo potere, non in pubblico per lo meno.
GaijHunter, ricoperto dalla sua pesante armatura scura, avanzava con facilità tra quell’ammasso di nemici. Il suo Spadone dell’Imperatore di Giada attraversava con facilità qualunque armatura. I suoi avversari erano come mosche di fronte a lui.
[Furia Travolgente]
Con un colpo rapido dello spadone squarciò l’aria di fronte a sé. L’energia rilasciata investì tutti quelli che si trovavano di fronte a lui, ammazzandoli sul colpo o gettandoli a terra. Ora li vedeva, i due ratti che erano riusciti a fuggire.
Sotto la celata i suoi occhi si strinsero e un sorriso felino gli si disegnò sul volto. Gli piaceva quando alle sue prede venivano prese da quella strana sensazione, come se ci fosse realmente ancora una speranza di salvarsi da lui.
Il guerriero piegò le ginocchia pronto a balzare sui due fuggitivi, quando all’improvviso una pioggia di lame argente lo investì. D’istinto alzò il suo spadone per bloccarne alcune, ma come aculei affilati alcune riuscirono a penetrargli l’armatura.
Sentì una leggera fitta, mentre si allontanava dal suo aggressore. Chiunque esso fosse, doveva avere un GS molto alto per riuscire a ferirlo in quel modo. Nulla di preoccupante, comunque.
Una leggera risata uscì rimbombando dall’elmo di GaijHunter: «Siete realmente convinti di poter-»
Non riuscì a terminare la frase che un’altro attacco lo sorprese. Un flash proprio di fianco a lui, una lama sottile e affilata quasi non lo prese in pieno petto. Il gigante si lanciò indietro proprio all’ultimo istante, schivando l’attacco.
“Cos’è quella cosa?”, pensò l’uomo quasi con disprezzo. Era stato attaccato da una strana creatura dalla pelle ricoperta da sottili scaglie lucide e con due occhi dorati simili a quelli di un coccodrillo. Dall’aspetto dell’equipaggiamento, però, non doveva essere nemmeno al soft-cap.
«Quindi sono queste le armi dei Flawless? Poveri idioti!» esclamò l’uomo gettandosì con una [Carica Vendicativa] verso la ragazza-rettile. In un batter d’occhio era già a portata, la spada si mosse velocemente da dietro la sua schiena verso la donna con un movimento circolare.
Il colpo era tanto rapido e potente da far vibrare l’aria, ma Blue non si fece sorprendere. Con un movimento della mano la sua sfera cambiò colore, da azzurra passò a giallo sabbia. Il colpo le era a pochi centimetri quando sparì completamente dalla sua vista.
L'attacco di GaijHunter andò completamente a vuoto, lasciando l’uomo fisso a guardare il buio di fronte a sé. Sentiva una strana fitta al fianco che quasi non riusciva a spiegarsi.
Non molto distante da lui, Azoth era a bocca aperta per ciò che aveva appena visto. Dietro al guerriero, in posizione da combattimento, c’era Blue, con la sciabola conficcata nell'armatura del capogilda Emperor. Un rivolo di sangue iniziò a colare dalla ferita.
