Alla ricerca delle Storie Dimenticate 8
«Dove credi di andare?» domandò BlueDragon afferrando il braccio del Dragoon.
NorthDuke si liberò facilmente della presa e continuò ad avanzare a passo deciso.
«Vado dove cazzo mi pare, mi sembrava di essere stato chiaro su questo» rispose il guerriero.
«Non funziona così, e lo sai bene. Questa è una guerra, la nostra guerra.»
«Per quanto mi riguarda, questa è la tua guerra, o di questi altri imbecilli qui intorno. A me interessa solo Gaij.»
BlueDragon prese un profondo respiro mentre seguiva il compagno da vicino.
«Sai benissimo come andrebbe a finire… Se provi ad avvicinarti a lui da solo verresti sommerso dai nemici in meno di un secondo.»
«Sai che me ne importa. Non c’è nessuno laggiù in grado di fermarmi, non oggi. Che siano due, dieci o cento mi prenderò le loro teste se si metteranno in mezzo» esclamò, poi si voltò verso Dragon e gli altri della truppa «e questo vale anche per voi»
L’elmo copriva completamente il viso di NorthDuke impedendo agli altri di vedere la sua espressione, ma dalla voce era sufficientemente chiaro che facesse sul serio.
«North… per favore, non fare di testa tua, unisciti a me e al battaglione. Ti prometto che se incontrassimo Gaij, sarebbe tutto tuo.» cercò di mediare BlueDragon.
«È qui che ti sbagli Dragon» rispose l’altro con tono saccente «non esiste il se lo incontriamo. Io devo incontrarlo, e lo farò, punto. Anche se dovesse costarci la disfatta.»
BlueDragon si morse il labbro. In quel momento avrebbe voluto avere Stormer lì con lui. Il criomante era l’unico in grado di far ragionare Edith. Quella donna era terribilmente testarda.
NorthDuke era un combattente eccezionale e un’arma che se utilizzata correttamente avrebbe potuto dargli quel vantaggio necessario per la vittoria. Almeno, così aveva detto AlterErgo.
D’altro canto, GaijHunter rimaneva comunque un giocatore mostruoso, e tutt’ora i Flawless non erano riusciti a fornire al loro Dragoon un’arma che potesse stare al passo allo
«Allora io vado. Ci vediamo quando tutto sarà finito, sempre che non ammazzi quella testa di cazzo di Gaij prima!» esclamò nuovamente divertito NorthDuke.
«Aspett-» BlueDragon provò a fermarlo ma con un balzo il Dragoon scomparve dalla sua vista in un battito di ciglia. Anche volendo, non aveva nessuna abilità di movimento paragonabili ai salti di quella classe.
BlueDragon scosse la testa massaggiandosi le tempie riflettendo sul da farsi. Il suo battaglione era uno degli élite, contava solo 25 membri ma tutti altamente qualificati. Dovevano essere un’unità rapida e veloce schierata come seconda linea pronta a lanciarsi dentro gli scontri già iniziati in prima linea e sterminare ciò che rimaneva dei nemici.
AlterErgo aveva preferito così, piuttosto che utilizzare grosse unità, che comunque non avrebbero potuto sconfiggere la superiorità numerica nemica. L’unico modo che avevano di vincere erano gli attacchi mirati e fulminei dei battaglioni d’élite, mentre gli altri tentavano di non perdere troppo terreno contro le orde degli Emperors.
C’era anche l’attacco alle retrovie ma, secondo BlueDragon, quella non era altro che una missione suicida.
“Mi spiace Elias, non avrei voluto che finisse in questo modo, ma non ho altra scelta”, pensò il chierico con leggero rimorso. Qualcuno si sarebbe dovuto prendere la responsabilità di una tattica simile, soprattutto in caso di fallimento, cosa estremamente probabile.
BlueDragon non poteva permettersi di mandare qualcuno della prima squadra là dietro. Il suo nome non poteva macchiarsi di qualcosa di simile. Azoth e Drake invece erano molto meno sotto i riflettori, di certo avrebbero retto meglio il fallimento.
«Capitano» disse una voce a fianco a lui «ci siamo, a ore undici, settanta metri, si stanno scontrando. Glimpse è tra loro.»
Sentendo il nome di uno dei membri della prima squadra degli Emperors, BlueDragon si fece cupo. Non si aspettava di scontrarsi così presto. Afferrò il suo
«Prepararsi all’attacco»
“Dove cazzo sei?!”, si domandava di continuo NorthDuke, mentre
Quelli che coraggiosamente provavano a fermarla con incantesimi o abilità a distanza si trovavano spiazzati nel vedere il Dragoon svanire nel buio della notte per poi riapparire dal cielo come un meteorite ed abbattersi su di loro.
Era già la terza unità di ricognizione che eliminava da sola. Erano piccoli gruppi, sei giocatori al massimo, ma nessuno di loro si aspettava di venir eliminato senza quasi riuscire a scalfire il proprio avversario.
Cosa che comunque poteva essere facilmente immaginabile. Non era un segreto che NorthDuke apparisse praticamente sempre nelle prime cinque posizione dei migliori giocatori di NEXT e nelle prime due dei migliori guerrieri. La posizione effettiva dipendeva dalla testata giornalistica o dal periodo dell’anno, ma in ogni caso non c’erano dubbi: le persone che potevano davvero mettersi sulla sua strada si contavano effettivamente sulle dita di una mano.
Con un altro [Salto dell’Infinito] NorthDuke si spinse in alto verso il cielo, uscendo dalle fronde degli alberi della fitta foresta in cui si trovava. Mentre saliva, ormai al culmine, poteva vedere intorno a sé il campo di battaglia.
In lontananza, la luce tenue del Core indicava la posizione dell’accampamento degli Emperors, mentre alla sua destra, immersa tra nubi tempestose, poteva immaginare la costa su cui sarebbero sbarcati le truppe della missione suicida.
Dopo pochi istanti, Edith raggiunse finalmente l’apice del balzo, per cominciare poi a ricadere verso terra a gran velocità, disegnando una lunga parabola.
Un’abilità di movimento simile le era invidiata pressoché da tutti i giocatori di ogni classe. All’interno dell’Arena Diamante, già di suo molto più grande di quelle di rango inferiore, con un salto simile sarebbe riuscita a coprire quasi ¾ della sua lunghezza. Gli utilizzi per una capacità del genere erano pressoché infiniti.
Con un botto il Dragoon atterrò in una zona erbosa. Il cielo, in lontananza, si era fatto stranamente scuro. Stava per succedere qualcosa.
Quando realizzò quanto successo, GaijHunter spalancò gli occhi pieni d’ira. Si era fatto colpire da un giocatore di livello tanto basso? Com’era possibile? Come aveva fatto a schivarlo?
Quella ragazza aveva una Sferosciabola, ma aveva già usato [Teletrasporto] poco prima! Non avrebbe mai potuto svanire nel nulla in quel modo.
L’uomo si voltò di scatto con un urlo di rabbia. Lo Spadone stretto con entrambe le mani. I suoi colpi sembravano aver guadagnato intensità e velocità.
Blue si trovò di fronte al capogilda Emperors nel pieno di un suo attacco d’ira e l’unica cosa che riuscì a provare in quel momento fu paura. Non capiva, ma si sentiva terrorizzata da quel gigante dall’armatura scura che urlando le si stava scagliando contro.
La giovane fece il possibile per schivare gli ampi attacchi del nemico, ma già dopo pochi passi capì che non ci fu molto da fare.
«Blue!»
Con un urlo, vide Azoth lanciarsi contro Gaij, nel tentativo di aiutarla. Le sue lame si scontrarono contro il guerriero, che dovette per un momento lasciar perdere la ragazza e concentrarsi nuovamente sul ladro.
Blue si guardò intorno. Rentaro era disperso in mezzo allo scontro, mentre lei non sembrava poter dare più nessun altro apporto al combattimento.
Cercò di inserirsi nuovamente nel duello del fratello, ma un’ondata di energia verde la prese appena di striscio, abbastanza però per gettarla a terra e ferirla gravemente. Probabilmente se non fosse stata in forma Draconica, sarebbe già morta.
[Cura]
La sua sfera diventò per un istante smeraldina e un’aura benefica la circondò, richiudendo le ferite e riportando la sua vita quasi al massimo.
La capacità unica degli Incantalame della Dea dai Mille Volti era quella di essere in grado di padroneggiare abilità di qualunque disciplina o classe. Attualmente, grazie alle sue ricerche, era riuscita ad apprendere [Balzo alle Spalle] dei ladri, [Taglia-vento] dei guerrieri e [Cura] dei chierici. Era grazie alle prime due se era riuscita a ferire GaijHunter.
Sfortunatamente avevano tutte un cooldown molto elevato, ed era raro riuscirle ad usare più di una volta per scontro. Ormai comunque aveva perso l'effetto sorpresa e GaijHunter non ci sarebbe cascato nuovamente.
In ogni caso loro obiettivo non era quello di ucciderlo, ma solo di prendere tempo. E quello sembrava funzionare!
Dietro di loro i Silverfox e l’altro giocatore sembravano essere riusciti ad avvicinarsi abbastanza al Core. Non ci sarebbe voluto molto prima del colpo che avrebbe decretato il successo di quell’attacco a tenaglia.
«Oramai è finita, Gaij» disse Azoth, completamente ricoperto di sangue. Per quanto agile e veloce, da solo non era assolutamente in grado di tenere testa al suo avversario. Per quanto ce la stesse mettendo tutta, sembrava che tra di loro ci fosse un abisso.
«Ah ah ah…» una leggera risata dal suono metallico uscì dall elmo del guerriero «Stupidi idioti, se credete di esserci riusciti, non avete ancora visto nulla!»
Esattamente a quelle parole, il cielo sopra le loro teste si fece scuro. D’improvviso le nuvole si aprirono, facendo posto a un enorme meteorite infuocato, diretto proprio vicino il Core.
«Merda…» disse sottovoce Blue, vedendo l’enorme palla infuocata avvicinarsi come un bolide al terreno. Per un attimo aveva davvero creduto che ce l’avrebbero fatta.
L’impatto fece tremare la terra e l’onda d’urto gettò a terra tutti i giocatori nella zona. Di fronte a tutti non rimase che una colonna di fumo che lentamente si stava innalzando fino quasi a toccare le nuvole.
Il silenzio aveva circondato il battaglione. Era come se tutto il castello che si erano costruiti fosse stato demolito insieme alla loro ultima opportunità, schiacciati sotto l’enorme meteorite.
Blue strinse la sua sciabola con forza. Non ce l’avevano fatta, già sentiva lo spirito del fratello andare in frantumi per il fallimento. Avrebbe voluto poter fare qualcosa, avrebbe voluto correre lei verso il Core, poter dire a Elias di stare tranquillo, che ci pensava lei.
Invece non ce la faceva. Non riusciva a muoversi, a decidere cosa fare. Era a terra, cercava di alzarsi, ma si sentiva impotente. Aveva “dato la sua spada” a Elias, come se potesse davvero fare la differenza. Invece gli era stata praticamente inutile.
La ragazza era ancora lì, a sprofondare nei suoi pensieri, quando un grido attirò la sua attenzione. Poi un’altro, e ancora, e ancora. Si guardò intorno senza capire.
Sembrava che lo scontro, per un istante, si fosse congelato. Tutti erano fissi a guardare qualcosa in cielo.
Blue alzò lo sguardo, rimanendo a bocca aperta. Lassù, tra le nuvole, un giocatore stava cadendo a gran velocità ricoperto da una luce dorata, come una forte scintilla nel cielo scuro.
“Una… stella cadente”, pensò subito Anne di fronte a quella scena. Era incredula, quel tizio si era salvato da quell’enorme schianto?!
Dopo pochi istanti la piccola luce svanì dietro il muro di fumo e subito il supporto notificò a tutti ciò che stavano aspettando.
White del Battaglione 13 ha inflitto il Primo Colpo!
Urla di gioia e di incredulità si alzarono dal campo di battaglia. Per un attimo Blue rimase ammutolita.
White era uno degli altri quattro giocatori che aveva incontrato alla fumetteria. Il tizio un po’ disadattato, quello su cui Black sembrava non avere informazioni! E ora se lo era trovato lì a pochi metri, e aveva salvato la missione con un miracolo!
“Allora è vero che sono tutti degli Esperti”, pensò Blue, mentre il cuore ancora batteva a un ritmo forsennato.
All’improvviso, anche lei si lasciò andare in un grido di vittoria. Non sapeva come mai, ma sentiva come se si fosse fatta prendere da tutta quella situazione, come se fosse stata contagiata da suo fratello.
Un’ombra la sorvolò, GaijHunter si stava ritirando, correndo verso il Core. Subito Anne si girò d’istinto alla ricerca del fratello per raggiungerlo.
«Come stai?!» domandò preoccupata la ragazza a Elias, visibilmente allo stremo delle forze.
«Alla grande!» esclamò lui. Anche se completamente ricoperto di profonde ferite, aveva stampato su un volto un sorriso invidiabile.
Presa dalle emozioni, Anne abbracciò il fratello con forza. «Hai visto, alla fine ce l’hai fatta!» esclamò lei, con la voce leggermente tremolante. Era ancora emozionata per gli ultimi avvenimenti, ma sapere che Elias era riuscito nella sua missione la riempiva di gioia.
«Quel White, cazzo… Gli dovremo fare una statua! Ci ha tenuti fino all’ultimo sulle spine e poi guardalo! Una cazzo di stella cadente, ecco cos’è!» rise quasi istericamente Azoth, con le lacrime agli occhi. Fino a pochi istanti prima aveva visto tutto svanire di fronte a lui, mentre ora si era riaccesa la fiamma della speranza, ancora più forte di prima.
Elias guardò la sorella negli occhi lucidi. Asciugò alcune lacrime che erano scese sul viso sporco della ragazza, poi si alzò con sguardo fiero.
«Forza Blue, non è ancora finita. Abbiamo una guerra da vincere»
Quando le trombe della fine della battaglia squillarono per la penisola, AlterErgo crollò a terra sfinita. Ce l’aveva fatta, sembrava impossibile, ma ce l’aveva fatta. Fino all’ultimo era rimasta col fiato sospeso. Senza possibilità di comunicazioni a distanza, dava ordini attraverso staffette preparate per l’occasione, equipaggiate con bonus alla velocità e solo abilità di movimento.
Non era stata in prima linea, ma il suo ruolo era stato non meno fondamentale. Grazie alla sua rete di messaggeri, aveva occhi e orecchie ovunque e aveva dovuto prendere decisioni che si erano rivelate cruciali.
C’era da dire che il piano dell’attacco a tenaglia aveva dato la spinta necessaria all’esercito per poter portarsi a casa la vittoria. Non era stato l’unica mossa vincente, ma se avessero fallito probabilmente non ce l’avrebbero fatta; e comunque, ancora non voleva crederci.
Il pensiero che quel White avesse portato a casa il primo colpo era stata una sorpresa quasi al pari del successo stesso della missione. Doveva ringraziare lui e la buona stella che aveva fatto sì che quel monaco si fosse unito a loro.
“Per fortuna c’era Marco…”, pensò la ragazza mentre si prendeva ancora qualche momento di pausa. All’improvviso la tenda si aprì e BlueDragon entrò, seguito da NorthDuke che non sembrava per nulla contento.
«Che succede?» domandò la donna ancora affaticata.
«Ah, lascia perdere, North non l’ha presa molto bene…» rispose BlueDragon, quando il Dragoon scaraventò il tavolo e tutto ciò che c’era sopra a terra con un urlo di rabbia.
«Quel figlio di puttana!» gridò iracondo «Quel codardo era nelle retrovie! L’ho inseguito per tutto il dannato tempo e mi sono fatto prendere fuori posizione!»
Il guerriero era fuori di sé, mentre gli altri due sembravano compatirlo.
«Ha perso quasi tutto il tempo a scontrarsi con piccoli gruppi d’incursione e Gaij lo ha preso alla sprovvista. Il duello è durato molto poco sfortunatamente… Comunque non è stato un male, l’ha tenuto occupato abbastanza per lasciar entrare il mio battaglione insieme alle truppe d’attacco nella loro base.» spiegò il capogilda «Una volta creata la prima breccia, è stata solo una questione di tempo!»
AlterErgo sorrise leggermente: «Beh, almeno finché anche loro non ci hanno invaso… Abbiamo vinto davvero per pochissimo»
«Sì, ma abbiamo vinto» ribatté convinto BlueDragon «Abbiamo nuovamente dimostrato chi comanda. Tutti i nostri sforzi sono stati ripagati, ci siamo ripresi la cima! L’Eternal League ha già un vincitore.»
