Libro 2 - Capitolo 66
Parole: 2.2K

Il monastero sulla montagna

Daniel si alzò a fatica dal letto enorme nella sua camera all’Internet Café. Era tornato da appena due giorni e già sentiva la mancanza di Marco e del suo magazzino. Ovviamente, non poteva chiedere all’amico di ospitarlo oltre, era già stato fin troppo gentile dandogli un tetto e da mangiare per tutta la durata dell’allenamento.

In quel periodo era migliorato molto, e ne aveva dato prova durante la Guerra del Lino. Sfortunatamente, dopo aver fatto scalpore nell’attacco alle retrovie, Daniel era rinato alla base e da lì l’avanzata alle prime linee era stata difficilissima.

Muoversi da soli in quella foresta era stato un inferno, poiché veniva spesso intercettato da gruppi d’alto livello. Per quanto fosse migliorato, uno contro sette non aveva avuto speranze.

Fino al termine della battaglia, quindi, non aveva fatto altro che cercare invano di avanzare per tornare in prima linea.

Daniel accennò un sorriso. Era quasi ironico che avesse segnato il successo di una missione impossibile e poi si fosse ridotto a finire la battaglia passando più tempo da morto che da vivo.

In ogni caso, non era stato tutto inutile. La vittoria gli aveva fatto guadagnare qualche Zed e un sacco di esperienza, che l’avevano catapultato direttamente a livello 51. Era finalmente giunto il momento di prendere la Classe di Prestigio e riunirsi a Blue, Red, Plum e Orange.

Si sfregò le mani mentre pensava a quel momento. Finalmente forse avrebbe potuto capirci di più in tutta quella storia.

Fece tutto di fretta quella mattina, per poi connettersi immediatamente a NEXT. Era a Damathia che, nel pieno del mercato settimanale, straripava come al solito di persone. Come programmato, al suo fianco apparve anche Annette con il suo personaggio.

«Bentornato, Mr White» disse GingerB vedendo il ragazzo connettersi «devo ammettere che per un po’ sono stata preoccupata, non ha dato sue notizie in questi giorni!»

«Eh… mi spiace, Annette… sai, sono stato un po’ occupato…» Daniel non sapeva bene come scusarsi per l’accaduto. Era sparito per andare a incontrare Marco e non aveva minimamente pensato di lasciare un messaggio alla ragazza.

«Oh, no Mr White, la prego non si scusi. Non ce n’è bisogno, assolutamente! Lei è libero di fare ciò che più l’aggrada» disse rapidamente la ragazza facendo un profondo inchino, lasciando Daniel lievemente in imbarazzo. Non era ancora abituato a tutta la storia del maggiordomo.

«Ok, beh ora però tirati su, dai…» disse il ragazzo rialzando la giovane e cercando di non dare troppo nell’occhio.

GingerB si rialzò con calma. Sembrava contenta, o perlomeno sollevata, che il suo padrone fosse tornato.

«Che programmi ha oggi?» gli domandò la cameriera.

«Classe di prestigio» rispose con un sorriso Daniel «è finalmente arrivato il momento di vedere cosa mi offre la nuova espansione!»

«Sono fiera di lei, Mr White! Ha già deciso quale strada intraprendere?» domandò la ragazza curiosa.

Daniel sorrise leggermente e poi indicò alla sua destra.

«Vuole andare alla caserma? È sicuro che accettino anche i monaci?» domandò GingerB confusa.

«No, no ma che caserma, molto più in là! Devo raggiungere le montagne!»

«Ma… ne è sicuro? Mr White, non c’è nulla per lei lassù. Cioè, ad esclusione della neve, gli yeti e qualche gruppo barbarico… Alle pendici c’è la quest per poter diventare Criomante ma non è il suo ruolo, è proprio sicuro della sua scelta?» disse la cameriera, sempre più confusa dal comportamento del suo padrone, prima di essere interrotta da White. Il ragazzo non voleva essere scortese, ma aveva già capito che, se non l’avesse fatto, GingerB sarebbe andata avanti per altri cinque minuti a chiedergli se era sicuro.

«Annette, tranquilla. Io ora mi preparo e parto. Semmai andasse male, avrei buttato via una mattinata, nulla di grave» spiegò Daniel con un sorriso.

La ragazza annuì, poi chiese: «quindi partiamo subito?»

«Grazie per il tuo supporto, ma per ora andrò da solo. Ma ti prometto che, quando tornerò, faremo qualcosa insieme!» disse White facendole l’occhiolino.

GingerB sorrise appena, poi guardò White allontanarsi verso le montagne, domandandosi se l’avrebbe reincontrato presto.


L’enorme Monastero delle Quattro Reincarnazioni spiccava con i suoi colori accesi tra le vette innevate di quelle catene montuose. White avanzava a passo lento tra la neve alta.

“Ma guarda dove mi sono andato ad incastrare”, pensò il ragazzo. Era stata Blue ad indicargli quel luogo. Poco dopo la guerra gli aveva inviato un messaggio in cui gli aveva dato alcune informazioni sulla Classe di Prestigio.

Ufficialmente non potevano avere contatti, per questo più volte la ragazza gli aveva chiesto di non fare cenno della cosa a Mr Black o a chi per lui. In breve, Blue gli aveva raccontato di questo monastero pressoché sconosciuto arroccato nell’estremo nord, dove i monaci venivano addestrati al combattimento.

Sembrava che la ragazza avesse svolto alcune missioni per il maestro supremo, e che se avesse fatto il suo nome probabilmente sarebbe stato trattato bene. Secondo lei quei monaci “avevano uno stile che si adattava molto al suo”.

Daniel non era sicuro se credere o meno a tutte quelle storie. Anche se così fosse stato, nemmeno la ragazza poteva assicurargli che davvero esistesse una qualche Classe di Prestigio nascosta o qualcosa di simile all’interno del monastero. E ancora, se pure avesse scoperto che era vero, non aveva nessuna certezza che sarebbe stato accettato semplicemente per il fatto di “conoscere” Blue.

Ma la ragazza aveva concluso il messaggio con un “prendi queste informazioni come un mio regalo per ciò che hai fatto per mio fratello”.

Daniel non aveva realmente capito a chi si riferisse, né cosa avesse realmente fatto lui per quel fantomatico fratello. Ma, se tutto ciò che aveva detto Blue non fosse stato vero, che senso avrebbe avuto scrivere una frase del genere?

“Beh, in ogni caso non che abbia molte altre opportunità”, si disse tra sé e sé Daniel. Nei giorni precedenti si era informato sulle possibilità a disposizione per un monaco per quanto riguardava le Classi di Prestigio, e era rimasto particolarmente deluso.

Il numero di monaci era così basso che c’erano davvero solo una manciata di opzioni a disposizione, e nulla di davvero interessante. Di diventare un ninja non aveva intenzione, e di trasformarsi in un wrestler tantomeno. Di tutte le classi prese in esame, erano tutte fuori dal suo stile di combattimento.

Perché gli altri avevano classi come il Dragoon con i suoi salti o la Tamer, con cani di fuoco e chissà quale altra enorme creatura, mentre a lui rimanevano dei nunchaku o degli inutili bastoni?

Il mondo era ingiusto. Forse anche per quello sperava davvero che le informazioni di Blue lo portassero da qualche parte.

TOC TOC

Una volta raggiunto l’enorme portone rosso del monastero, White bussò nella speranza che dall’altra parte qualcuno venisse ad aprirgli.

Per i primi istanti, però, tutto sembrava tacere.

“Guarda come mi son fatto fregare da quella-”

Stava già per gettare la spugna quando, con un rumore secco, il portone si aprì di qualche centimetro, giusto per mostrare il viso di un giovane completamente glabro.

«Il Grande Guerriero che ha dominato il primo spirito è giunto?»

White guardò confuso il giovane, poi sbuffò curvando le spalle. Un altro NPC che parlava di cose sconosciute. Non gli era mai piaciuto troppo dare corda ai personaggi non giocanti, non aveva tempo da perdere con lunghe quest senza ricompense.

Quella volta però era diverso, e cercò in qualche modo di prestargli attenzione.

«Ehm… sì! Sono io!» rispose in maniera non troppo convincente. Il giovane di fronte a lui però non sembrava averci fatto caso e con un sorriso gli aprì maggiormente il portone, facendogli cenno di entrare.

«Allora è lei il Grande Guerriero! Il maestro aveva annunciato il suo arrivo diversi cicli fa!» esclamò il giovane monaco mentre faceva strada White all’interno del palazzo. L’enorme struttura era molto più simile a un forte militare che a un tempio, se non fosse stato per qualche opera religiosa sparsa qua e là. Ciò che però colpì maggiormente White era la totale assenza di altri monaci.

«Ma dove sono tutti?» domandò Daniel curioso.

«Oh, beh, qui siamo rimasti solo io e il Maestro… Ci occupiamo noi del monastero. Gli altri monaci ormai hanno abbandonato questo luogo da tempo» rispose il giovane con una leggera nota amara nella voce «Ma adesso che il Grande Guerriero è qui, non c’è più niente di cui preoccuparsi! Non è vero, Grande Guerriero?»

White sorrise forzatamente scuotendo la testa, cercando di assecondare il ragazzino. Gli NPC erano programmati in modo davvero strano, a volte.

«Ixael!»

Una voce rimbombò per il lungo corridoio e immediatamente il ragazzo si gettò a terra in un profondo inchino, con la faccia che sfiorava il pavimento.

«Maestro! Il Grande Guerriero è arrivato! Proprio come avevate predetto!» esclamò il giovane ancora piegato a terra. Poco lontano da loro, da una delle porte scorrevoli, uscì un anziano coperto solo da una semplice veste arancione sbiadito. Anche il suo viso era completamente glabro, ma scavato da profonde rughe che mostravano l’età avanzata dell’uomo.

«Ixael, giovane stolto, come sai che costui è l’uomo che ci hanno indicato le stelle?» domandò l’anziano.

«Gran Maestro Hugin, gliel’ho domandato e costui ha risposto affermativamente!» esclamò con innocenza il giovane. L’anziano fissò Daniel sbuffando leggermente mentre lo studiava con lo sguardo.

«Quante volte ti ho detto di non fidarti ciecamente delle parole degli uomini…» lo sgridò Hugin, poi volse lo sguardo verso White con fare severo: «Prendersi gioco di un ingenuo è contro i grandi precetti, lo sa?»

White cercò di mascherare l’imbarazzo con un sorriso posticcio. Ancora non capiva se quello era il posto in cui voleva essere. Con lo sguardo cercava di continuo sulla schermata l’opzione per saltare i dialoghi ed arrivare subito al punto, ma stranamente in quel momento non era possibile.

Il giovane sbuffò leggermente, non c’era modo di uscirne se non quello di stare al gioco. In realtà se ne sarebbe potuto anche andare, ma voleva credere che Blue non l’avesse preso in giro e che era lì per un motivo.

«Io…» Daniel cercò le parole «gran maestro, sarò sincero, non so esattamente cosa mi abbia portato in questo monastero»

L’anziano s’accigliò, continuando a fissarlo circospetto. Daniel non sapeva bene come comportarsi, non aveva mai fatto role play, aveva quindi deciso di andare sul semplice: avrebbe semplicemente interpretato sé stesso, dicendo la verità.

«Continua» lo spronò Hugin, mentre continuava a camminargli intorno con una strana curiosità.

«Sono stato indirizzato su queste montagne da… da un’amica, se così si può dire» cercò di spiegarsi White.

«Un’amica o non un'amica? Come posso fidarmi di un uomo che non ne sa riconoscere la differenza?» ribatté secco il vecchio, tanto da far sussultare White.

Daniel pensò con attenzione qualche istante. Si sentiva a disagio, non gli era mai capitato di discutere con qualcuno in quel modo, figuriamoci quando quel qualcuno era un essere virtuale.

«Direi un’amica. Si chiama Blue, mi ha detto che qui avrei potuto trovare qualcosa, anche se non è stata in grado di dirmi cosa» chiarì Daniel seguendo con lo sguardo l’uomo che continuava a girargli intorno come uno squalo.

Improvvisamente con la coda dell’occhio il ragazzo percepì un movimento. Tutto in White si mosse d’istinto, spostandosi di lato e voltandosi verso l’anziano. Un’enorme massa d’acqua, come un’onda anomala, riempì in un istante il corridoio di fronte a lui e quasi lo investì.

Senza nemmeno pensare il monaco si gettò di lato, agguantando il ragazzo ancora con la faccia a terra e si gettò contro una delle porte laterali, sfondandola.

«Ma che cazz-» White non fece in tempo a lamentarsi che il muro venne sfondato e fatto in mille pezzi. Dal buco formatosi uscì l’anziano. Lo sguardo era pacifico, con un sorriso appena accennato sul volto.

«Maestro!» esclamò Ixael ancora appeso al braccio di White «Maestro, ma che succede?!»

In tutta risposta, l’uomo si tolse la tunica, mostrando un corpo secco, ricoperto da una quantità stupefacente di cicatrici, di ogni forma e dimensione.

“Dove cazzo sono finito?!”, si domandò Daniel, anche lui confuso su ciò che stava accadendo. Perché quell’uomo tutto d’un tratto ce l’aveva con lui?

Missione: Gran Maestro delle Quattro Reincarnazioni

Tipo: Combattimento

Livello: bilanciata

Difficoltà: Platino

Descrizione: Sconfiggi il Gran Maestro o soccombi di fronte alla sua potenza.

La schermata della missione gli apparve di fronte all’improvviso. Non c’era modo di scegliere se accettare o meno la missione, anzi tutto dava l’idea che fosse già in corso.

Vedendo l’avversario distratto, Hugin si mise in posizione di combattimento. I suoi muscoli si tesero con forza, quasi raddoppiando le loro dimensioni, mentre la sua pelle diventava simile al bronzo.

«Reincarnazione della Terra» esclamò l’uomo con un sorriso beffardo «direi che possiamo cominciare!»

A quelle parole Hugin spiccò un balzo con il pugno caricato pronto a colpire White. Il ragazzo, per quanto ancora confuso, non si fece prendere di sorpresa e schivò con facilità l’attacco particolarmente lento.

Non appena però il pugno toccò il pavimento, l’impatto sfondò il legno con facilità, aprendo una voragine che li fece precipitare tutti al piano inferiore.

White tenne stretto Ixael a sé, per far sì che il giovane non si schiantasse al suolo. A dirla tutta, nemmeno si rendeva conto del perché non avesse abbandonato il ragazzo. Alla fine era solo un npc, un peso morto.

Senza fatica, Hugin si rialzò togliendosi le macerie di dosso. Dal suo sguardo sembrava che tutto fosse appena cominciato.

«Erano cinquant’anni che non utilizzavo le reincarnazioni e sono ancora un po’ arrugginito. Spero che possiate perdonarmi, oh Grande Guerriero» disse l’uomo con fare un po’ beffardo.

Se quel vecchio voleva veramente combattere, Daniel era pronto a mostrargli tutto quello che aveva. Figuriamoci se si lasciava sbeffeggiare da un npc sconosciuto abbandonato sul cucuzzolo di una montagna.

«Ixael, vai e nasconditi da qualche parte» disse White al giovane lasciandolo a terra. Il giovane guardò i due sfidanti per qualche istante poi con un cenno della testa salutò White e andò a cercare un luogo più sicuro. Prima di uscire, però, fece comunque un profondo inchino verso il suo maestro.


Capitolo 66 - Il monastero sulla montagna - FINE
Ti è piaciuto il capitolo? Fai una piccola donazione!