Libro 1 - Capitolo 15
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Calzini sporchi e nuove amicizie

Daniel stava rientrando nella sua stanza con ancora in testa l’incontro con Helen. Guardò l’orologio: erano già le sei e mezza passate. Avrebbe giocato ancora un po’ prima di andare a letto.

Scese le scale ed attraversò i corridoi dell’Internet Cafè sperando di non incrociare nessuno. Se c’era una cosa che lo metteva a disagio quasi quanto le ragazze era salutare gli altri condomini sulle scale quando tornava nel suo vecchio appartamento, e lì non sarebbe stato molto diverso.

Per sua fortuna non c’era quasi nessuno in giro, escluso qualche cliente del Café che subito abbassava la testa e tirava dritto. Alla fine i problemi di Daniel erano comuni a molti dei giocatori.

Con NEXT quello che era un hobby da nerd si era trasformato nella normalità; tutti giocavano ai vari videogame, dal dodicenne alla signora anziana.

Dei tanti giochi disponibili, NEXT era di certo il più popolato, tanto che i tornei principali erano spesso seguiti a livello mondiale; nemmeno le Olimpiadi erano paragonabili in fatto di visibilità.

Tra una svolta e l’altra, Daniel fantasticava sull’Eternal League. Un evento di quella portata sarebbe entrato nella storia. Gilde da tutto il mondo, anche rappresentanti di intere nazioni, si stavano allenando duramente per quell’evento.

Non era un segreto che ci fossero grosse multinazionali che offrivano cifre astronomiche ai pro per creare nuove squadre per loro. Avere una squadra col proprio marchio in quell’evento valeva più di un anno di pubblicità su qualunque altro mezzo di comunicazione!

Il giro di soldi che si stava formando dietro il torneo doveva essere qualcosa che avrebbe fatto impallidire anche l’economista più navigato.

“Grandi multinazionali…”

Daniel stava riflettendo su quel punto, ricordando che Mr. Black aveva parlato loro di un’azienda non meglio definita di cui era il portavoce.

Chi, altrimenti, avrebbe potuto offrirgli 100 milioni di Zed, se non una qualche mega società?

Per quanto l’idea di essere sfruttato per non si sa quale scopo lo infastidiva, il pensiero di poter mettere piede nell’Eternal League lo caricava di una strana energia.

Sarebbe stato come scalare l’Olimpo degli e-sports, ed in cima c’era il trono che lo avrebbe portato alla gloria eterna.

Forse un po’ esagerata come scena, ma il cuore di Daniel ardeva di fronte a quell’immagine. Era solito farsi lunghi viaggi mentali, ma quella volta c’era davvero la possibilità che la fantasia potesse diventare realtà.

Era ancora immerso nella sua immaginazione quando aprì la porta di camera sua ed all’interno ci trovò una cameriera che si accingeva a riordinare.

Non ci vollero più di quattro secondo prima che il viso di Daniel si trasformasse in una maschera di vergogna. In due giorni aveva ridotto quella meravigliosa suite in qualcosa che si avvicinava molto ad una stalla.

Cibo e merendine ovunque, letto e divani sfatti… e per terra c’erano ancora le sue mutande sporche, per dio!

Appena aperta la porta la cameriera si voltò.

«Mi scuso terribilmente Mr. White, ma è uscito senza lasciare il cartello non disturbare e, dato che stamane è rimasto tutto il tempo in camera, pensavo che fosse ora di riordinare. Non credevo sarebbe tornato così presto» si scusò lei con un inchino cordiale.

La ragazza non faceva altro che parlare a raffica e scusarsi del suo comportamento ‘indecoroso’, non notando però che Daniel era ancora paralizzato sul ciglio della porta.

L’imbarazzo per lo stato della camera non gli aveva fatto ascoltare una sola parola della ragazza.

«Mi… mi dispiace per il disordine» disse Daniel interrompendo la cameriera, che non aveva ancora smesso di scusarsi. Si vedeva che era abituata a clienti di un certo livello e dagli standard molto elevati.

«Oh…» la ragazza si bloccò stupita. Se fosse stata in qualunque altra suite a quest’ora l’ospite l’avrebbe certamente sgridata e cacciata in malo modo.

«No, no non si deve di certo scusare con me! È il mio lavoro e le posso assicurare che la sua camera non è in disordine. Siamo abituate ad ospiti ben peggiori!» lo rassicurò la cameriera inchinandosi di nuovo «ma ora non la disturbo più. Comunque, volevo chiederle se potevo finire di raccogliere la biancheria per lavarla e stirarla.»

Daniel rimase interdetto. Per lui sarebbe stato sufficiente che le cameriere gli aprissero la finestra per cambiare l’aria. Nemmeno sua madre gli stirava la biancheria!

La cameriera lo fissava in attesa di una risposta. Senza sapere bene cosa fare, Daniel fece sì con la testa.

La ragazza iniziò quindi a raccogliere i panni sporchi in giro per la stanza destreggiandosi con l’enorme cesta tra le mani. Daniel, nel mentre, si avvicinò alla TechMask.

«Quindi… tu lavori qui?» esordì il ragazzo. Il silenzio era troppo imbarazzante per lui.

«Sì! Per la precisione ora lavoro per lei, signore.» Rispose la cameriera cordialmente raccattando l’ennesimo calzino nascosto sotto una delle poltrone.

Ora che gliel’aveva detto, Daniel notò in effetti che quella ragazza era la stessa che lo aveva accompagnato alla camera e che gli aveva servito da mangiare in quei giorni. Non era raro che con le suite più costose si venisse affiancati da un maggiordomo personale. Tutto ciò metteva Daniel abbastanza a disagio.

Vedendo il ragazzo un po’ confuso la cameriera si spiegò meglio «Mi chiamo Annette e, come sua Butler, ho il compito di pulire, riordinare, cucinare e portarle il cibo. In generale devo rispondere ad ogni sua esigenza.»

La ragazza continuava a parlare mentre trasportava in giro per la stanza la grossa cesta in cui metteva tutto ciò che doveva essere lavato.

«Inoltre, vedo che lei è un giocatore di NEXT. Avendo preso il Pacchetto Luxury Gaming qui all’Internet Cafè, per lei ricopro anche il ruolo di Online Butler!» disse Annette con un gran sorriso. Quel ragazzo le era simpatico, ben diverso da tutti gli spocchiosi ospiti che mediamente popolavano le suite più costose.

«Quindi quando vorrà mi mandi pure la richiesta» continuò Annette «mi può trovare con il nome di GingerB e sarò tempestiva nel seguirla ed aiutarla in qualunque aspetto del gioco. Posso trasportarle oggetti, consegnarle pozioni o gestire per lei la casa d’aste.»

Daniel era davvero sorpreso. Sapeva che esistevano persone che facevano lavori del genere, ma mai si sarebbe aspettato di poter avere un Online Butler personale.

«Veramente non credo di poter accettare, sai ho alcune cose mie e… altre robe» Daniel non aveva idea di come poter rifiutare. Non voleva essere collegato al suo personaggio. Per ora, che lui e White fossero la stessa persona, doveva rimanere un segreto.

Annette aveva notato che Daniel era un po’ perplesso, ma se non avesse accettato quell’offerta il suo capo se la sarebbe presa con lei.

‘Se non accettano non è perché non gli serve un Butler, ma perché non gli servi tu!’, le aveva urlato l’ultima volta. Un altro rifiuto avrebbe messo il suo stesso posto di lavoro in pericolo.

«Non si deve preoccupare» rispose la ragazza sorridendo «sono vincolata ad uno strettissimo contratto che mi obbliga a mantenere segreta qualunque cosa. Non posso dire a nessuno né di lei, né di cosa fa o di quale sia il suo equipaggiamento. Anche se mi dovesse fornire una qualche ricetta per il crafting, sarei obbligata dalla legge a non poterla riutilizzare se non al suo servizio.»

Daniel guardò la ragazza. In effetti se non ci fosse stata qualche sorta di contratto vincolante, chi avrebbe mai dato i propri oggetti ad una sconosciuta?

La cameriera lo fissava insistentemente con sguardo quasi supplicante.

«Quindi… Annette, se io accettassi, tu non potresti dire nulla di quello che vedi, fai o senti insieme a me? Ma proprio nulla?» chiese Daniel.

«Nulla Mr White. Vuoto. Zero. Nada. Ništa. Nichego.» rispose convinta Annette sfoderando un sorriso luminoso.

«Beh, se proprio la metti così… allora ok, ti aggiungerò. Ma ti prego, dammi del ‘tu’ e qui chiamami pure Daniel»

A quelle parole Annette avrebbe voluto esultare saltellando per la stanza, ma il suo ruolo di cameriera le fece mantenere il controllo.

«Le prometto che non se ne pentirà Mr. W… ehm, Mr. Daniel!» esclamo sovraeccitata.

“Almeno sul nome ci siamo quasi…”, pensò divertito Daniel. Non era un amante di tutta quella formalità nei suoi confronti, ma era ragionevole vista la posizione di Annette.

«Bene ora se… se è tutto non vorrei essere maleducato ma in realtà avrei delle cose da fare e sai…» disse il ragazzo ancora imbarazzato indicando la TechMask.

Senza che Daniel potesse aggiungere altro Annette prese rapidamente tutta la spazzatura e la biancheria e si diresse alla porta.

«Le auguro una buona sessione. Non si faccia problemi a chiamarmi. Arrivederci!» salutò lei mentre tentava di chiudere la porta con un piede.

Daniel si svaccò sul divano. Non aveva mai conosciuto tante ragazze come negli ultimi giorni. Sarà che non era abituato ad avere tutta quella compagnia femminile, ma era normale che fossero tutte così strane?

Non stette troppo a rimuginarci sopra che prese la TechMask ed avvio NEXT. La musica di sottofondo del login lo rilassava e lo aiutava ad immergersi nel gioco, dimenticandosi del mondo reale.

Appena entrato ad Atlas, per non ripetere gli stessi errori, Daniel inviò la richiesta d’amicizia a GingerB.

Non aveva ancora chiuso la schermata che il Supporto gli diede una notifica.

Buonasera Mr White, c’è 1 e-mail non letta.

Il cuore di Daniel iniziò a battere all’impazzata. Dopo i discorsi con Midnight aveva il terrore che qualcuno potesse scrivergli. Come avrebbe gestito la cosa? Non voleva dare nell’occhio ed invece rischiava di diventare la storia del momento.

Oppure poteva essere Mr. Black che si lamentava del suo essersi messo in mostra con la Flawless Academy. Sarebbe stato forse anche peggio.

Daniel andò ad aprire tremante la casella dei messaggi. Fece un sospiro di sollievo. C’era una sola mail ed era di Silverfox.

White non so cosa tu abbia in mente per rifiutare un invito da parte della gilda. Chi ti credi di essere? Pensi di essere meglio di me o anche di Lex per caso? Comunque, dopo che te ne sei andato dovevamo tirare a sorte per il Set Arma Infernale, ma discutendone con Blade abbiamo deciso che forse era meglio se lo avessi tu. Non montarti troppo la testa comunque, torna quando sarò di livello 50 ed Inferno ti farà vedere di che pasta siamo fatti!

-Silverfox

Daniel sorrise appena. Al livello 50 era possibile scegliere la Classe di Prestigio. Questo permetteva di guadagnare nuove e più potenti abilità molto specializzate in base all’archetipo scelto.

Una classe particolare come quella del Tamer, la cui Classe Base del mago forniva abilità appena sufficienti per il controllo ed il supporto del compagno, sarebbe sbocciata.

Con un po’ di senso di colpa ma anche soddisfazione Daniel prese l’allegato della mail. Finalmente il Set Arma Infernale era suo. Inoltre, gli avevano inviato anche una parte del ricavato degli altri tesori.

Ora il suo capitale ammontava a 620 Zed.

Senza pensarci due volte si diresse al mercato. Non ci mise molto a trovare un paio di Tirapugni di Ferro di livello 20 al modico prezzo di 20 Zed. Con quell’arma di grado bronzo ed il Set era tutto pronto.

Daniel utilizzò l’oggetto e davanti a lui si aprì una schermata con uno slot centrale. Inserì i Tirapugni e diede l’ok.

Una piccola animazione con fuoco e fiamme lo circondò. Dopo pochi secondi, un’esplosione segnò il successo del craft.

I tuoi Tirapugni di Ferro sono diventati Tirapugni Infernali!

[P] Tirapugni Infernali Liv.20 (GS 80) +Attacco LV3 [Incendiario]: i tuoi attacchi incendiano i bersagli, infliggendo danni nel tempo

L’annuncio del supporto risuonò come un canto nelle sue orecchie.

La nuova arma non solo aveva un GS molto più alto dei suoi vecchi Tirapugni Semplici, ma gli garantiva anche l'affisso leggendario "Incendiario". Gli affissi leggendari erano bonus speciali presenti su alcuni oggetti, in grado di garantire effetti unici.

Il danno extra offerto dai nuovi Tirapugni gli avrebbe semplificato la vita a quei livelli, permettendogli di non avere nulla da invidiare a ladri o guerrieri.

Daniel osservò quella coppia di tirapugni quasi commosso. Nel suo vecchio account Daniel non era mai riuscito ad avere oggetti di rarità superiori ad Oro.

Gradi come Platino o Diamante erano solo per i giocatori più forti, quelli che potevano farsi perlomeno chiamare Esperti. Daniel invece, fino a pochi giorni prima, sarebbe stato già un complimento considerarlo un giocatore mediocre; per uno come lui era praticamente impossibile trovare un party per Dungeon con tesori tanto potenti, soprattutto a livelli più alti.

Tutto quello che sapeva veniva dalle Live dei professionisti o dai video che si guardava ogni notte. Per lui mettere le mani su un oggetto di grado Platino era una sensazione nuova.

I suoi nuovi Tirapugni Infernali non erano solo un’arma stupefacente per il suo livello, ma anche esteticamente facevano la loro sporca figura. Erano simili a grossi guanti da box metallici, ricoperti da placche borchiate saldate tra loro, da cui fuoriuscivano sbuffi di fuoco e fumo scuro. Il nome di quell’arma calzava a pennello, dava proprio l’impressione di essere stata forgiata all’inferno.

In generale col salire di grado e livello l’equipaggiamento diventava via via più vistoso ed appariscente. Non era uno stile che piaceva a tutti, ma per fortuna esisteva un numero pressoché illimitato di costumi ed oggetti cosmetici per poter personalizzare al meglio il proprio avatar.

Ma a lui non servivano. Le sue nuove armi erano ora il suo tesoro più grande.

Daniel prese un profondo respiro mentre si guardava intorno, controllando che non ci fosse nessuno nei paraggi.

«Sono fighissimi!»


Capitolo 15 - Calzini sporchi e nuove amicizie - FINE
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