Fratello e sorella
Nella sua stanza Edith era immobile, sdraiata sul divano, la TechMask sul viso. Da fuori nessuno avrebbe detto che stava giocando, sembrava quasi stesse dormendo profondamente.
Dall’altra parte della TechMask NorthDuke non sbagliava un colpo.
Ogni attacco era portato al bersaglio dal limitare della distanza con precisione chirurgica. Appena la lama dell’arma affondava nel nemico, NorthDuke interrompeva l’attacco ritirando l’alabarda a sé per poi scaricare di nuovo il colpo.
Questa tecnica di combattimento incrementava notevolmente la sua velocità d’attacco, non dovendo attendere il termine dell’animazione del colpo prima di sferrare il successivo.
NorthDuke era noto come il re di questa tecnica, in tutto NEXT nessun guerriero poteva vantare una velocità d’attacco come la sua. L’alabarda roteava intorno al guerriero così rapidamente da essere difficile da seguire con gli occhi.
I Flawless continuavano il loro scontro. Ecos e NorthDuke in prima linea tenevano a bada gli Asgard lasciando liberi TerrorBlade e BlueDragon di scaricare i loro incantesimi sugli avversari.
«Restate indietro! Indietro ho detto!» ordinò BlueDragon sul canale vocale.
«Facile a dirsi, se questi stronzi continuano a spingere così non avremo nemmeno la possibilità di scappare!» si lamentò Ecos. Iniziava a sentire la pressione dello scontro.
Lui aveva iniziato la sua vita su NEXT come un chierico, ma con l’uscita dell’espansione aveva scelto la Classe di Prestigio del Paladino. Ora era in grado non solo di curare e distribuire potenziamenti, ma si era trasformato anche in un tank formidabile, secondo solo ad un Guardiano.
«È tutta colpa dei loro elixir, finché l’effetto dei consumabili non svanisce hanno il coltello dalla parte del manico…» disse TerrorBlade mentre tendeva l’arco «… ma questa freccia ha sopra il tuo nome, FastJitter!»
Il colpo schizzò rapido in direzione del Mago degli Asgard. L’attacco era stato precisissimo ma a metà strada la freccia si fermò, come incastrata in un muro invisibile.
«[Scudo di Mana]… maledetto sussurrò TerrorBlade seccato. Se lo sarebbe dovuto aspettare. Quell’abilità permetteva ad un Guardiano di creare una barriera magica di diversi metri che si estendeva direttamente dal proprio scudo. In quel modo poteva bloccare gran parte degli attacchi a distanza diretti ai suoi compagni!
Odin teneva alto lo scudo muovendosi continuamente a zigzag, rendendo praticamente impossibile agli avversari prendere la mira sulle sue retrovie. Poco importava se quegli attacchi venivano reindirizzati su di lui. La sua armatura era tanto spessa che la sua barra della vita calava quasi impercettibilmente anche di fronte ai colpi più efficaci.
Per i Flawless quel Guardiano sarebbe stata una bella gatta da pelare; sfondare le sue difese non sarebbe stato affatto facile.
Seymour fissava la sorella sdraiata sul divano. Ancora non capiva cosa ci trovasse in quel gioco. Negli ultimi dieci anni non aveva fatto altro che stare attaccata a quella sua maschera tutto il tempo.
“Mi devo allenare”, gli aveva detto. Ma allenare a cosa? Oramai era una donna, perché perdere tempo con quei giochi da ragazzini?
Certo ai tempi ancora non andava così di moda, ed una volta che Edith iniziò a portare a casa uno stipendio svariate volte più grande del suo, Seymour si mise l’anima in pace.
Sua sorella non faceva altro che ripetere quanto dovesse allenarsi, quanto NEXT fosse importante per lei e che non gliene fregava nulla di tutto il resto. Figurarsi che, esclusa la TechMask d’avanguardia che aggiorna più di tre volte l’anno, non aveva speso pressoché un soldo del suo enorme stipendio.
Anzi, aveva lasciato nelle mani del fratello tutta la gestione delle finanze. Era grazie a lui se Edith giocava con un tetto sopra la testa in un attico confortevole e non in quella vecchia topaia dove viveva anni prima.
Per quanto era convinto che quel gioco stesse erodendo pian piano sua sorella, Seymour non poteva negare la bellezza di Edith quando era concentrata su NEXT.
La donna non era solita truccarsi o curarsi troppo del suo aspetto, ma era comunque dotata di una particolare bellezza naturale. Lì, in quel soggiorno, Seymour vedeva la vera Edith: mite e silenziosa, la pelle chiara ed il viso affilato.
“Se fosse sempre così anche senza quella dannata TechMask…”, pensò con un sospiro l’uomo.
Nell’arena la battaglia infuriava senza sosta. Gli Asgard facevano pressione sulle prime linee Flawless. Davanti Odin e Hexdes non indietreggiavano di un passo, forti dell’effetto dei molti consumabili appena bevuti.
Odin, il Guardiano degli Asgard, non faceva altro che bloccare gli attacchi e rispondere con potenti colpi debilitanti. Molte delle sue abilità potevano rallentare o addirittura stunnare il bersaglio. In un momento come quello un colpo del genere poteva essere definitivo.
Con una prima linea del genere, NorthDuke non poteva fare altro che sferrare colpi senza sosta tenendo lontani i suoi avversari; l’attacco diretto non era ancora una tattica pensabile, dovevano aspettare che fossero loro a mettersi fuori posizione.
Nella piazzetta la folla, compressa al limite, fissava lo schermo esultando ad ogni minima azione dei giocatori. White era immobile ad analizzare il combattimento nei minimi dettagli.
Era conscio che ciò che stava guardando non era nemmeno paragonabile agli scontri che ci sarebbero stati all’Immortal League. Per quanto si stessero impegnando le due squadre, nessuna voleva svelare il proprio vero potenziale.
“Più a lungo le strategie rimangono segrete, più alte sono le possibilità di vittoria nelle prime giornate della Stagione competitiva”, pensò White.
Anche se era concentrato sull’azione globale del combattimento, non poteva fare a meno di soffermarsi continuamente su NorthDuke. Fin da quando era apparso nella cena professionistica per Daniel quel guerriero era sempre stato un punto di riferimento. Si potrebbe dire che se avesse dovuto ‘tifare’ per un giocatore, quello sarebbe stato senza dubbio NorthDuke.
«Mamma mia, ma hai visto? NorthDuke è veramente impressionante! Nessuno è ancora riuscito ad avvicinarsi di un centimetro a lui, e poi quelle schivate! È impossibile colpirlo!» urlò un giocatore vicino a White, guadagnando il consenso di quelli intorno.
Si diceva che NorthDuke seguisse un allenamento particolare e solitario, che gli occupava praticamente buona parte delle giornate. Era totalmente votato al PvP in Arena e si era concentrato solo su quello.
Le voci dicevano che non avesse più messo piede in un dungeon e che non avesse mai preso parte a un Raid o tantomeno una War in campo aperto. La sua dedizione ai combattimenti 5v5 sfiorava il fanatismo.
All’improvviso la folla scoppiò in urla di stupore.
Hexdes, il Berserker degli Asgard, si era appena tuffato contro NorthDuke. Il suo avatar era veramente minaccioso, alto più di due metri e possente come un toro, svettava sopra i suoi avversari.
Il Berserker, ignorando i colpi di
A quel punto Hexdes afferrò il suo enorme spadone con due mani e con un [Balzo] si gettò su NorthDuke con un fendente caricato.
Il Dragoon alzò immediatamente l’alabarda per parare, ma il colpo fu comunque devastante. L’enorme lama di Nidhogg cozzò contro l’asta dell’alabarda rilasciando una potente onda d’urto che fece tremare il terreno per poi gettare nuovamente NorthDuke indietro di qualche metro. Per quanto la parata e l’armatura fossero riuscite a ridurre in parte i danni, l’impatto gli aveva tolto quasi un quinto della vita.
“Ecco qual è la vera forza di un Berserker”, pensò il Dragoon rialzandosi rapidamente da terra. Quella classe di prestigio forniva la possibilità di sferrare colpi lenti ma devastanti. Uniti alla difesa tipica dei guerrieri, era come combattere contro un carro armato.
Senza aspettare oltre NorthDuke afferrò
Nella penombra del salotto Seymour vide la sorella avere un piccolo sobbalzo per poi immobilizzarsi completamente, quasi come se stesse trattenendo il respiro. L’unico segno di vita era qualche breve e leggero spasmo della tempia.
“Ha iniziato, sarà ora di andare…”
Il duello tra Hexdes e NorthDuke era impressionante. Il Dragoon colpiva roteando la sua alabarda con movimenti simili ad una danza, schivando il più possibile gli attacchi del suo avversario.
Il gigante però non sembrava minimamente preoccuparsi di quelle ferite.
“Quanta vita… quanta vita ha ancora questo mostro?!“, si chiese NorthDuke all’ennesimo critico sul nemico che sembrava avere un pool di punti ferita praticamente illimitato.
Con la sua nuova classe di Prestigio Hexdes aveva perso la capacità di usare qualunque tipo di armatura protettiva, in cambio di un folle bonus ai punti vita! Inoltre, in quel momento era sotto l’effetto dell’[Ira], che gli forniva un’elevata rigenerazione vitale accompagnata da danni bonus. Sotto il sangue che colava sul suo corpo le ferite si stavano rimarginando a vista d’occhio. I danni di NorthDuke erano ridicoli in quello stato.
Ma ciò che Hexdes non aveva capito era che eliminarlo non era l’obiettivo del Dragoon. NorthDuke doveva prendere tempo.
«Ancora due secondi» disse BlueDragon teso nello scontro «Due secondi ed addio ai loro buff.»
Due secondi potevano sembrare pochi, ma nel mezzo di un combattimento erano un’eternità se non si sapeva come gestirli.
All’improvviso, come previsto, i buff degli Asgard terminarono. In quell’istante Hexdes stava per schiacciare NorthDuke con l’ennesimo colpo caricato ma, appena la lama lo sfiorò, il Dragoon svanì nel nulla lasciando Hexdes basito.
Quello era [Salto Elusivo], un’abilità dei Dragoon simile a [Teletrasporto] con la quale si potevano rapidamente schivare i colpi svanendo e riapparendo in aria, qualche metro sopra dove si era attivata l’abilità.
Lo stupore di Hexdes era l’apertura che NorthDuke stava cercando. Rapidamente il Dragoon utilizzò [Impatto Tellurico]; il guerriero si gettò in picchiata stringendo l’alabarda con due mani. Non appena impattò il ponte sotto di lui si tremò come se colpito da una bomba e un’enorme esplosione investì uttti i nemici vicini.
Hexdes, che si trovava proprio sotto di lui, aveva protato a pararsi con il suo spadone ma invano venne scaraventato con forza a terra.
“Preso in pieno!”, pensò NorthDuke vittorioso. Era già pronto ad attaccare l’avversario indifeso, ed eliminarlo dal combattimento. All’improvviso però un rombo dietro di lui attirò la sua attenzione.
Al centro del ponte si era creata una piccola sfera nera che andava via via crescendo. Una strana energia iniziò ad attirare verso di sé tutti i Flawless con una forza sempre maggiore.
«Siete fottuti!» urlò vittorioso FastJitter, lo stregone degli Asgard.
Il suo tempismo era stato perfetto. Mentre tutti i suoi avversari erano concentrati sul duello di NorthDuke lui aveva caricato [Buco Nero], un’abilità finale dello Stregone. I Flawless si trovavano in una posizione scomoda, senza abbastanza spazio di manovra per una ritirata strategica.
NorthDuke e gli altri si videro attirati verso il globo scuro sempre più rapidamente. Stormer, che era rimasto isolato, era ormai a contatto con la sfera. Il nuovo mago dei Flawless non si era distinto molto nello scontro, lanciando sì e no qualche attacco base.
Con Balzo, Hexdes si gettò verso il mago e lo colpì con la sua arma colossale. Stormer si muoveva in maniera impacciata e non riuscì a schivare.
Per il povero mago non ci furono speranze. Il fragore del colpo risuonò per l’arena, lasciando un profondo solco nel terreno di fronte al Berserker.
Hexdes sentiva già la vittoria nelle sue mani. Ma qualcosa non quadrava. Lo sguardo di Hexdes cambiò rapidamente. Il cadavere di Stormer si stava trasformando in… neve?!
«Un simulacro!» sbraitò immediatamente.
Era stato fregato. Si stava per voltare verso i compagni per avvertirli ma non ce ne fu il tempo.
Un enorme muro di ghiaccio si frappose tra il Buco Nero ed i Flawless, bloccando l’influenza dell’abilità su di essi e tagliando fuori Hexdes. Il Berserker non se ne accorse nemmeno quando una decina affilatissime lame di ghiaccio fuoriuscirono dal terreno colpendolo ripetutamente.
L’effetto di [Ira] era finito da meno di un secondo quando una lancia di ghiaccio di tre metri non lo investì in pieno petto, uccidendolo sul colpo.
Stupiti, gli Asgard si voltarono trovando un’amara sorpresa. Senza notare Stormer aveva usato Simulacro per creare una copia di sé e allontanarsi dallo scontro, giusto in tempo per non essere colpito dal Buco Nero. Aveva sfruttato quei pochi istanti di invisibilità per riposizionarsi sul fianco della squadra nemica così da prenderli di sorpresa.
Con un gesto sicuro della mano Stormer utilizzò [Valanga]. D’improvviso tutto intorno gli Asgard si fece freddo mentre un muro di neve di diversi metri li investì con forza schiacciandoli contro il parapetto del ponte, incastrati nella neve alta. Il colpo aveva rotto la concentrazione di FastJitter, terminando così l’influenza di Buco Nero!
Gli Asgard non poterono fare altro che osservare NorthDuke gettarsi su di loro al fianco di Stormer, seguiti dal resto del team. Erano tutti bloccati dalla Valanga, non c’erano vie di fuga.
Dopo di pochi secondi non un solo membro degli Asgard rimase in piedi. Con un rumore assordante un corno annunciò la fine dello scontro.
Edith si sfilò la TechMask dal viso. Si morse le labbra ripensando agli errori commessi durante questo scontro. Era stata poco attenta ed aveva messo a rischio la vittoria del team, non doveva più accadere.
Voltò lo sguardo e vide Seymour seduto sulla solita poltrona con le gambe divaricate e le braccia così tanto distese che quasi toccavano terra. Dalla posizione e dal fiatone sembrava avesse appena finito di correre una maratona. Non aveva nemmeno le forze di togliersi la TechMask dalla faccia.
La donna si avvicinò al fratello e gli tolse delicatamente la TechMask e gli diede un bacio in fronte.
«Anche questa volta sei stato tu a salvarmi. Preferisci che ti chiami Stormer o LexVentus?» gli sussurrò all’orecchio.
L’uomo le sorrise leggermente, madido di sudore «Sai che non mi piace quando mi chiami per nickname sorellina…»
