Ci vorrebbe un miracolo
Lo scontro col Boss infuriava ai bordi del lago. Per quanto l’intero gruppo si stesse impegnando, la vita di quel mostro calava con una lentezza disarmante. L’abilità [Tuono] di GingerB infliggeva gravi danni al grosso mostro marino, ma la build da support della chierica non era ottimizzata per poter mantenere quel ritmo a lungo.
Rradiator continuava ad attaccare con la sua
White iniziava a scoraggiarsi, e pure Pickle, che aveva combattuto eroicamente da solo contro le orde di Uomini Pesce, iniziava a perdere qualche colpo.
A differenza degli altri White, grazie alle sue armi di grado Platino, riusciva a tenere testa all’enorme mostro e a infliggergli danni sostenuti. Per quanto ce la mettesse tutta però, Tharagos aveva perso solo 2 delle sue 4 barre di vita.
“Siamo solo a metà… e si farà sempre più dura…”, pensò White mentre scaricava una rapida serie di pugni al Boss. Le fiamme dei suoi Tirapugni Infernali si facevano sempre meno vivaci a causa dei continui getti d’acqua ad alta pressione che sprigionava il nemico. Non che cambiasse qualcosa a livello di statistiche, ma vedere le sue armi illuminarsi solo di una fiaccola appena accennata spegneva anche il suo spirito combattivo.
«Dovete tenere duro ancora un po’, non mollate a metà!» urlò White ai compagni tentando di tirarli su di morale. Una volta esaurita quella barra di vita finalmente il duro guscio di Tharagos si sarebbe rotto, decrementando notevolmente la sua difesa.
A quel punto però il boss sarebbe entrato in uno stato di rage, iniziando ad attaccare a velocità maggiore ed infliggendo molti più danni. Sarebbe stato difficile sconfiggerlo senza perdite in quello stato.
“È assolutamente necessaria una soluzione”, pensò Daniel mentre schivava come un forsennato dei grossi tentacoli. Aveva preso in considerazione l’idea di combattere il nemico con un JAJ, come aveva fatto alla Cittadella del Vulcano, ma qui era diverso. Continuare ad attaccare l’enorme mostro rimanendo in aria sopra di lui sarebbe stato praticamente impossibile con tutti quei tentacoli pronti ad afferrarlo. Inoltre, Tharagos era di gran lunga più alto dei boss incontrati fino ad ora.
“Non è possibile saltare tanto in alto…”, pensò Daniel abbattuto. Aveva dimostrato di avere capacità ben oltre quelle di un normale giocatore, vero, ma non sapeva ancora fare i miracoli. A giudicare dalla situazione, però, un miracolo era proprio quello di cui avevano bisogno per finire quel dungeon tutti e quattro ancora in vita.
Doveva trovare una soluzione, una di quelle in grado di ribaltare le sorti dello scontro. Certo, avrebbe potuto semplicemente sacrificare Rradiator e Pickle; lasciando i guerrieri a morire, GingerB avrebbe potuto concentrare tutto il supporto su di lui, permettendogli di giocare più aggressivo. Ma sarebbe stato corretto?
“Non posso fare una cosa del genere a Pickle“, pensò stringendo i denti caricando l’ennesimo calcio contro uno degli enormi tentacoli di Tharagos.
Daniel era nella stanza dell’Internet Café, sdraiato sul divano e con la TechMask che gli copriva il viso. Ogni tanto qualche piccolo tremito percorreva il suo corpo. Sotto la maschera lo scontro non aveva sosta ed Daniel era completamente concentrato sul gioco. I suoi muscoli erano tesi, i riflessi pronti a scattare, mentre piccole gocce di sudore iniziavano ad apparire sulla sua fronte.
La TechMask analizzava direttamente gli stimoli neurali del giocatore invece di usare un semplice controller, rendendo l’immersion totale. Per muoversi, schivare o attaccare era sufficiente pensarlo e la TechMask avrebbe fatto tutto il resto.
Maggiore era lo stimolo neuronale, più precisa ed efficacie sarebbe stata l’azione compiuta dal proprio personaggio. Tenendo i muscoli tesi e facendo dei micromovimenti che simulassero quelli del gioco i segnali del proprio cervello diventavano più forti ed il gioco avrebbe risposto con più precisione.
Si dice che nei tornei ufficiali gli esperti arrivassero addirittura a perdere peso tanto era lo stress fisico a cui erano sottoposti, esattamente come succedeva ai piloti delle auto da corsa. NEXT non era solo un semplice videogame, a livello agonistico presentava sfide degne delle olimpiadi!
“Cosafare, cosafare, cosafare?!”, pensava freneticamente Daniel stringendo con forza i pugni.
Era teso, la situazione non stava andando un granché bene. Per quanto GingerB riuscisse ad aiutarli con le sue cure, stavano impiegando troppo tempo per sconfiggere il boss. Il numero di uomini pesce continuava ad aumentare rendendo la vita difficile a Pickle.
Daniel si morse il labbro, non ne aveva tenuto conto. Mentre lui, GingerB, e in parte Rradiator, erano giocatori con esperienza, Pickle era un novellino, e questo veniva perfettamente rispecchiato dal suo equipaggiamento e dal suo modo di giocare. Sinceramente Daniel era stupito che il compagno aveva resistito fino a quel punto, ma guardandosi introno era ovvio che aveva quasi raggiunto il suo limite. Di questo passo avevano ancora sì e no uno, forse due minuti, prima che le orde di Uomini Pesce diventassero ingestibili.
KRA-KROOM!
Improvvisamente un altro [Tuono] di GingerB colpì il boss. L’enorme scarica dorata prese in pieno il mostro generando una forte onda d’urto tutt’intorno. L’impatto fu tale che la spessa corazza del mostro marino si fece in mille pezzi rivelando un corpo verdognolo e viscido. Finalmente anche la penultima barra della vita era finita, non mancava molto.
Tharagos sollevò in aria i suoi tentacoli e spalancò la bocca lanciando un urlo così forte da far tremare la terra. D’improvviso il mostro iniziò a colpire a destra e a manca, con una furia sempre maggiore. Il ritmo degli attacchi sembrava diventare via via più veloce e i grandi solchi creati sul terreno dagli impatti davano l’idea che non ci sarebbe stato scampo per chiunque venisse colpito.
«Il boss è entrato nella fase di rage! State attenti!» avvertì White. Nel mentre inviò un messaggio privato a Pickle.
“[White] Pickle, come stiamo andando? Ce la fai?”
Doveva accertarsi che stesse andando tutto bene senza farsi sentire dagli altri. Non doveva dare a vedere la sua preoccupazione.
“[Pickle] Qui questi cosi iniziano a diventare tanti, non so quanto potrò ancora reggere…”
gli rispose il guerriero mentre con una spazzata cercava di tenere lontano gli Uomini Pesce che ormai lo stavano per circondare.
White si voltò per un attimo verso il compagno per controllare meglio la situazione. La sua lancia affondava nei corpi dei nemici, ma Pickle non sapeva ancora bene come maneggiare l’arma.
Per quanto la lancia fosse temibile, non era una scelta ottimale per combattere tanti nemici in campo aperto. Quell’arma infatti dava il meglio di sé nel PVP o in stretti corridoi, dove potevano tenere il nemico a distanza ed avvantaggiarsi della capacità di ignorare parte dell’armatura del bersaglio.
“[White] Stai calmo amico, resisti ancora un po’, qui ci penso io”
lo tranquillizzò White.
“[Pickle] Non ho mai dubitato della cosa!!!”
rispose il guerriero. Dato che quello era un messaggio Daniel non poteva capirlo, ma Pickle era al settimo cielo. White, il suo maestro, il giocatore più forte che abbia mai incontrato, lo aveva chiamato amico. Si sarebbe voluto mettere a piangere.
Ma non era quello il momento, White gli aveva dato un compito. Pickle doveva dimostrargli che anche se un novellino poteva fidarsi delle sue capacità. Fece un respiro profondo e strinse la sua
Daniel tornò a concentrarsi sul combattimento. Si trovava in prima linea di fronte a Tharagos ed ai suoi numerosi tentacoli. Il monaco non rimaneva fermo un secondo schivando ogni singolo colpo. Dal punto di vista di Rradiator, sembrava che la cosa gli venisse naturale come bere un bicchiere d’acqua, mentre lui, se non avesse avuto lo scudo, sarebbe già morto da tempo.
«Rradiator!» urlò d’improvviso White al compagno, mentre era intento a schivare con un balzo un colpo caricato del boss.
«S…sì ci sono! Sono ai tuoi ordini!» rispose Rradiator in tono servile. In una situazione del genere era chiaro che solo White avrebbe potuto tirarli fuori dai guai.
«Ho preso una decisione. Ma non so se potrà funzionare… Se dovessi fallire però stai pronto ad usare tutte le forze che ti rimangono!» gli disse White.
A Rradiator tremarono leggermente le ginocchia. In pratica gli stava dicendo che se le cose si fossero messe male, avrebbe dovuto prendere lui le redini della situazione. Ma come avrebbe fatto? Si era sempre fatto portare in quei dungeon da giocatori più esperti, non aveva mai gestito un gruppo!
Per Daniel non c’era più tempo. Aveva avuto un idea, o qualcosa che gli ci si avvicinava molto; non era sicuro che ce l’avrebbe fatta. Doveva calcolare ogni singola mossa al decimo di secondo se voleva farcela. Iniziò ad osservare il più attentamente possibile i tentacoli e a tenere il ritmo degli attacchi.
“1…2,3…”, iniziò a contare Daniel “4…5, 6…7… Ora!”
Non appena l’ottavo colpo tentò di colpirlo, White si fece di lato. Immediatamente con un balzo saltò sopra all’arto del mostro, già pronto a sferrare il secondo attacco.
“Il 9 è in arrivo”, pensò Daniel già pronto. Non appena il nono tentacolo fu a meno di un metro da lui, White appoggiò un piede su quello sotto di lui e lo schivò attivando [Salto Mortale], gettandosi il più in alto possibile.
“Esattamente come pensavo!”, urlò Daniel nella sua mente. Di fronte a lui, pronto a colpire, si trovava il decimo e ultimo tentacolo. Se lo avesse colpito ora, di norma sarebbe stato scaraventato a terra subendo danni enormi. Ma l’effetto di [Salto Mortale] che lo rendeva immune agli attacchi sarebbe stato attivo ancora per qualche decimo di secondo.
Senza pensare Daniel si gettò sul tentacolo con un [Calcio Rotante]. L’impatto fu tale da respingere il monaco quasi un due metri più in alto. Ora la vedeva: la cima della bestia.
Da sotto GingerB e Rradiator assistevano alla scena. Per un attimo i loro cuori si erano fermati per poi iniziare a battere come non mai. Nella sua stanza Annette aveva la bocca completamente spalancata dallo stupore, non solo non aveva mai visto nulla di simile, ma non credeva nemmeno fosse possibile.
Anche Rradiator fece una rapidissima ricerca su internet. Ciò che aveva appena visto sembrava non essere mai stato fatto da nessuno!
White aveva calcolato i tempi di attacco dei tentacoli per colpirli simulando un JAJ e usare ogni singolo tentacolo come un “gradino” per poter raggiungere la testa del boss. Non era nemmeno immaginabile che qualcuno potesse fare una cosa del genere. Almeno, non era immaginabile fino a quel momento.
Anche Pickle, allo stremo ma con l’ardore negli occhi, se non fosse stato preso dalla sua missione di sterminio degli uomini pesce si sarebbe messo ad esultare come una ragazzina. Ma dentro di lui il suo sangue ribolliva di gioia. Quello era il suo amico!
Contemporaneamente White si trovava ora al di sopra di Tharagos. La massa di occhi mollicci lo osservava furiosa mentre diversi tentacoli stavano per scaraventarsi sul di lui.
Daniel cercò rapidamente il punto più vulnerabile della creatura. Vicino alla cima della bestia si trovava un enorme occhio violaceo dall’iride rossa che roteava in continuazione. Un colpo lì avrebbe certamente inflitto danni ingenti.
“Devo mettere fine a questo scontro ora!”, pensò Daniel preso dalla foga del momento. Prese quindi un respiro profondo, e per un attimo il tempo sembrò rallentare; Epifania illuminò il suo corpo di una calda luce dorata, mentre intorno a lui svariati tentacoli si stavano tendendo pronti a colpirlo. Le fiamme dei suoi Tirapugni Infernali si accesero come non mai, come se stessero assaporando la carica combattiva del loro proprietario.
Con [Calcio Volante] White si schizzò rapidamente sul suo obiettivo per poi utilizzare in rapida successione la combo [Montante] a [Palmo Tremante]. Il suo braccio scattò in avanti incendiando l’aria intorno a lui; all’impatto una cascata fiammate e scintille illuminò White. Poco prima che i tentacoli furono su di lui, con un piccolo cenno della mano, [Palmo Tremante] esplose.
KA-BOOM!
I tentacoli si bloccarono improvvisamente. In meno di un secondo la vita del boss calò drasticamente fino a svuotare la restante parte della barra. Tharagos eplose dall’interno, inondando la zona con un ammasso di uno strano liquido molliccio e maleodorante, accasciandosi al suolo con un urlo strozzato. In quell’istante anche gli uomini pesce si ritirarono presi dal panico.
Prima ancora che White toccasse terra, i tre compagni scoppiarono in urla di gioia mentre il cadavere di Tharagos pian piano svaniva. La voce del Supporto riempì la Valle ed una campana vittoriosa indicava il termine del Dungeon.
Complimenti, Valle delle Lacrime terminata!
