Libro 1 - Capitolo 30
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Rabbia

Complimenti, Valle delle Lacrime terminata!

Titolo aggiunto: Assassino di Vedove (Uccidi la Vedova Infausta per la 1° volta)

Titolo aggiunto: Uccisore di Abissali (Uccidi Tharagos per la 1° volta)

Nuovo Traguardo: La cima di Tharagos (colpisci Tharagos sulla testa)

Titolo aggiunto: Seta dell’oltretomba (Guadagna Lino dell’Ade)

Nuovo Traguardo: Raccoglitore Eterno (Primo oggetto da crafting Eterno raccolto)

Il supporto annunciava la fine del dungeon e tutta una serie di nuovi titoli guadagnati. Inoltre avevano appena raggiunto ben 2 traguardi! I traguardi erano bonus che venivano assegnati a chi riusciva a fare qualcosa ‘per la prima volta’ in tutto NEXT. Erano molto ambiti e, anche possederne uno solo, garantiva molto rispetto all’interno della Community di NEXT.

Le barre dell’esperienza di tutti quanti i membri del party si riempirono rapidamente.

PING! PING! PING!

Complimenti Mr. White, lei è salito di livello!

Complimenti Mr. White, lei è salito di livello!

Livello 29, due in un colpo solo! Daniel era al settimo cielo.

La ricompensa era ben superiore a quanto previsto. Il dungeon gli aveva garantito una buona quantità di esperienza, ma soprattutto i traguardi e i titoli avevano incrementato notevolmente la quantità.

Dopo pochi istanti apparvero anche gli oggetti:

[B] Muco di mare x10

[A] Guscio di pietra x5

[O] Occhio di Tharagos x1

“Tutti oggetti per l’artigianato, non che me ne faccia molto”, pensò Daniel un po’ sconsolato. In ogni caso, considerando il ritrovamento del Lino dell’Ade e dell’Anello della Vedova, le cose non erano andate poi così male.

Prima di uscire dal dungeon Daniel decise di lasciare tutti gli oggetti del boss ai compagni, così che almeno potessero rivenderli per una manciata di Zed. Infine chiese al Supporto di farlo uscire dalla Valle delle Lacrime.

Un piccolo portale azzurro apparve di fronte a loro e dopo pochi istanti di caricamento si ritrovarono all’accampamento da cui erano partiti.

«Non male come avventura! Da ripetere subitissimo!» iniziò a gridare tutto esaltato Pickle «Sei stato fichissimo White, con tutti quei pum e poi pam, senza considerare i para-tum e poi quei salti! Woah!».

Daniel rise sotto i baffi. Non gli dispiaceva essere osannato da quel ragazzo.

«Beh» gli rispose il monaco «anche tu non sei stato male contro quegli Uomini Pesce» disse dandogli una pacca sulla spalla.

Per Daniel quello era un normale complimento amichevole ma per Pickle erano ben più di semplici lodi. Sembrava che ricevere l’apprezzamento di White fosse una delle cose più belle che gli fossero mai capitate.

«Devo dire che… beh, sì mi sbagliavo all’inizio ecco. Sei davvero forte per essere un monaco…» disse Rradiator imbarazzato mentre si avvicinava tendendo la mano.

White la guardò per qualche istante indeciso sul da farsi. Era vero che Rradiator si era reso conto di essere stato uno stronzo ed aveva completamente cambiato atteggiamento durante il dungeon, ma ciò non toglie che inizialmente era stato insopportabile.

Ma Daniel non era una persona particolarmente rancorosa, o almeno gli piaceva pensare così, quindi accettò di buon grado la stretta di mano.

Mentre chiacchierava coi due guerrieri un flash gli passò per la mente. Si scattò si voltò verso GingerB. A differenza degli altri due la ragazza se ne stava in disparte, cupa in volto.

Daniel non si era dimenticato di quello che aveva saputo da lei poco dopo dello scontro con la vergine infausta. Annette gli aveva nascosto i suoi legami con Mr. Black e di certo aveva più informazioni su questa storia.

Al solo pensiero Daniel ribolliva di rabbia. Si avvicinò lentamente alla chierica. Annette sentiva il peso dello sguardo del suo padrone. L’espressione di White si era fatta più severa e la cosa la spaventava, tanto che iniziò a tremare impercettibilmente.

«Annette.» disse White con tono tranquillo all’orecchio della ragazza «Tra 5 minuti, nella mia stanza. Chiaro?»

La ragazza fece un rapido cenno col viso senza nemmeno riuscire a guardarlo negli occhi. Non pensava che Mr. White potesse avere un lato tanto severo.

Improvvisamente il varco alle loro spalle iniziò a vibrare e passò da azzurro ad un rosso scuro e profondo. Dopo pochi istanti un gruppo di giocatori uscì da esso. White li riconobbe subito, erano Midnight e gli altri membri dei WhiteShark.

Erano entrati poco prima di lui nella Valle delle Lacrime usando la Sfera Antica che ne aveva aumentato la difficoltà. Erano i primi a provare quel dungeon a difficoltà 100, ma non erano di certo degli sprovveduti. Per quanto, comunque, non sembrassero per nulla felici.

Le vesti di Midnight erano ricoperte di graffi e strappi, l’armatura di DeepWater era tutta ammaccata ed il sangue sembrava uscire da ogni fessura.

Tutti i giocatori dell’accampamento si avvicinarono ai membri dei WhiteShark per vedere meglio. Anche se non facevano parte delle grandi gilde, quelli erano giocatori d’élite, il cui equipaggiamento faceva gola a chiunque lì intorno.

Vederli ridotti a lattine grondanti di sangue aveva stupito tutti.

Dopo pochi passi zoppicanti DeepWater si lasciò cadere seduto a terra appoggiando la schiena a dei barili.

«Cosa è successo?!» chiese una voce proveniente dalla folla. Tutti lì intorno si stavano ponendo quella domanda.

«Non… ce lo aspettavamo tanto difficile…» rispose sommesso DeepWater. Sembrava quasi faticare a parlare.

«Quel luogo non è più la Valle delle Lacrime. È l’inferno. Se gli altri dungeon di livello 100 fossero anche solo difficili la metà di questo, penso che sarebbe impossibile batterli…» continuò demoralizzato. La sconfitta sembrava aver inferto un duro colpo alla sua autostima.

«Aumentare i livelli del dungeon oltre l’80 non significa semplicemente incrementare la forza dei mostri» specificò Midnight «ma sembra che l’intera struttura del dungeon venga modificata tanto da renderlo irriconoscibile… Basti pensare che solo nella prima metà abbiamo incontrato ben tre Tharagos contemporaneamente!»

Daniel era sorpreso. Non si aspettava che gli sviluppatori potessero utilizzare dei Boss quasi come se fossero mostri normali! Per loro era stato già abbastanza difficile sconfiggerne uno solo, figuriamo tre insieme!

Decine di altri giocatori, molti dei quali provenienti dai WhiteShark o dalle altre gilde della loro Flotta iniziarono ad ammassarsi intorno ai sopravvissuti per capire meglio cosa stesse accadendo.

Daniel venne strattonato e spinto da quella massa di giocatori. Nella folla, poco prima di decidere di togliersi la maschera, il suo sguardo si incrociò con quello di Midnight. Per un attimo gli sembrò quasi che lei lo avesse riconosciuto e che un sorriso amaro, appena accennato, si delineasse sulle sue labbra.

Poi, all’improvviso, qualcuno bussò alla porta della stanza.

Daniel si tolse in fretta la TechMask e alzandosi a fatica dal divano andò ad aprire. Davanti a lui si parò la sua Online Butler Annette, col suo vestito scuro da cameriera e i segni della TechMask ancora in faccia.

La rabbia iniziò subito a farsi largo dentro Daniel. Seccato fece cenno alla ragazza di entrare e chiuse la porta, che sbatté rumorosamente.

«Come…» Daniel si bloccò un attimo stringendo i pugni. Era così arrabbiato con la ragazza che non trovava nemmeno le parole «Come fai a conoscere Black? Che contatti hai con lui?»

Annette si sentiva a disagio, gli occhi di Daniel le sembravano pesare una tonnellata.

Il ragazzo sembrava essere furioso. Daniel sentiva un calore crescergli dentro, come un esplosione che non poteva controllare. Gli ultimi giorni erano stati un inferno tra misteri e cospirazioni, quella storia lo stava rovinando. Poi tutto ad un tratto veniva a scoprire che Annette era in contatto con Mr. Black. Non poteva davvero fidarsi di nessuno!

«Mr. White… io… io non so di cosa stia parlando» disse Annette con voce tremante. Era una pessima bugiarda.

«Come?!» chiese Daniel infuriato «Evitiamo inutili bugie! Riflettici, ti sembra di parlare con un idiota?».

Daniel era su tutte le furie. Annette lo aveva preso in giro e non poteva sopportarlo. Gli aveva fatto saltare i nervi con tutte quelle cazzate. Se non si fosse decisa a parlare non avrebbe esitato ad usare le maniere forti.

«Mr. White la prego si calmi… Io…» rispose con voce tremante la ragazza. Era intimorita e spaventata, non si aspettava una reazione del genere da uno come Daniel. «Io… non era affatto mia intenzione avere segreti!» si scusò Annette inchinandosi ai piedi di Daniel per non mostrargli le lacrime.

“Sono un fallimento…”, pensò la cameriera mentre col viso sfiorava la moquette della stanza «La prego Mr. White mi perdoni!»

Daniel era immobile coi pugni stretti a guardare la sua Butler chinata di fronte a sé. Anche se la sua rabbia gli ribolliva nel petto non sapeva come reagire. Era davvero furioso, Mr. Black gli aveva mentito e gli stava ancora mentendo. Quell’internet Café, White, la TechMask, quelle cose erano tutte delle prigioni dorate da cui ormai non poteva scappare.

Se avesse abbandonato il suo ruolo nella missione, sarebbe certamente finito a vivere per strada. Senza considerare il pericolo che Mr. Black decidesse di farla finita ed ucciderlo.

«Mr. Black» disse Annette ancora piegata sul pavimento «mi ha contattato su NEXT poco più di dieci giorni fa. Non mi ha detto nulla, mi ha solo dato dei soldi perché io la tenessi d’occhio Mr. White. Mi dispiace, mi dispiace tanto, non volevo fare nulla di male… Quei soldi mi servono Mr. White, mi dispiace!»

Daniel continuava a guardare la ragazza tremante. Il silenzio era interrotto solo da qualche singhiozzo di Annette, ancora accovacciata e tremante. «Mr. White, la prego, non mi mandi via… ho bisogno di questo lavoro… io vivo per questo lavoro…» continuava a supplicarlo la giovane con la voce spezzata dalle lacrime. La ragazza tentava di trattenersi non sembrava riuscirci.

Daniel fissava ancora iracondo la cameriera inginocchiata di fronte a lui, con la faccia schiacciata sulla moquette. Vedendola così, piegata e tremante, fece smuovere qualcosa dentro di lui.

All’improvviso tutta quella rabbia si era trasformata in vergogna.

“Ma cosa diamine sto facendo…”, pensò d’improvviso Daniel guardandosi le mani. I palmi erano ancora segnati dalle unghie tanto aveva stretto forte i pugni. Non era mai stato una persona violenta, ed anche volendo il suo fisico minuto non glielo avrebbe nemmeno permesso.

Eppure era stato ad un passo dal colpire Annette. Quella ragazza non se lo meritava, non aveva fatto nulla. Daniel lo sentiva, Annette non stava mentendo, era realmente dispiaciuta; Mr. Black l’aveva certamente manipolata, così come aveva manipolato tutti gli altri, l’aveva solo usata per tenerlo d’occhio.

La giovane era solo un’altra delle sue pedine in balia degli eventi. Non sarebbe stato rovinando la vita alla sua Butler che avrebbe trovato le risposte che cercava.

L’unico modo per capirci qualcosa era sporcarsi le mani scavando più a fondo in quella situazione. Doveva continuare, andare avanti per avvicinarsi maggiormente a Mr. Black e a coloro con cui lavorava; solo così sarebbe riuscito a capirci qualcosa.

Improvvisamente Annette, ancora curva sul pavimento, si sentì una mano appoggiare delicatamente sulla testa.

«Annette, voglio chiederti scusa. Mi sono comportato da vero idiota, non avrei dovuto alzare la voce.» le disse Daniel in tono amichevole. In quel momento, dentro di lui, si stava vergognando come non mai per quello che aveva fatto.

La ragazza, a quelle parole, sollevò il viso. I suoi occhi erano arrossati per le lacrime, ma la sua bocca era curva in una smorfia a metà tra qualcuno che sta per scoppiare ad urlare ed un sorriso.

Senza aspettare un secondo Annette si gettò immediatamente contro Daniel abbracciandolo. «Grahie, grahie Misser Uait!» gridava affondando il viso nel petto del ragazzo, che rimase di sasso di fronte a quella scena.

D’improvviso, rendendosi conto che quello non era un comportamento adatto ad un Butler, Annette si staccò e fece un altro profondo inchino.

«Non c’è bisogno di disperarsi tanto. Te l’ho detto è colpa mia» la rassicurò Daniel «ora prenditi un po’ di pausa e torna stasera per cena, cosa ne dici?».

Annette fece un cenno con la testa mentre i suoi occhi erano ancora lucidi per poi uscire in silenzio dalla camera.

Daniel rimase immobile per un tempo indefinito. Si guardò la maglietta, notando che era ancora umida delle lacrime di quella ragazza. Il senso di vergogna lo schiacciò come un masso; una cosa del genere non doveva ricapitare mai più. Che persona stava diventando?

«Idiota! Idiota! Idiota!» urlò battendo la mano a tutta forza su un cuscino. Si era fatto prendere troppo dalla rabbia e l’aveva scaricata su Annette senza una reale motivazione. Aveva perso il controllo, ed ora si stava rodendo il fegato.

Si lasciò poi cadere rumorosamente sul divano a fissare il soffitto rimuginando su quello che aveva appena fatto.

Era in quella posizione da quasi 15 minuti quando qualcuno bussò nuovamente alla sua porta.


Capitolo 30 - Rabbia - FINE
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