Un fiore d’inverno che non fa prigionieri
Quanto ancora sarebbe durato? Erano oramai più di cinque minuti che i due contendenti si stavano sfidando e non sembrava davvero esseri fine.
Dopo tutto questo tempo, anche White iniziava a perdere colpi. Alcune frecce di GoldenLeaf erano andate a segno, infliggendogli più danni di quanti avesse immaginato. Lo scontro stava mettendo a dura prova la sua resistenza.
Anche per Nina e il suo arciere le cose non andavano a gonfie vele. I colpi di White non erano gravi, ma la sua vita non era infinita, anzi, si stava pericolosamente avvicinando a zero. La sua barra era sotto la soglia del 20%, non avrebbe retto ad altri assalti come i precedenti.
Entrambi i giocatori, comunque, sapevano ormai di trovarsi di fronte ad un avversario temibile, e da quel momento in poi ogni errore avrebbe determinato la fine dello scontro.
Non che ci fosse davvero qualcosa di importante in palio. Qualche moneta dopotutto non valeva tanto sforzo. Ma ormai era una questione personale; era entrata in gioco la competizione, la voglia di vincere a tutti i costi.
Nè Daniel nè Nina ormai sentivano più gli schiamazzi di sottofondo di tutti quelli che stavano affollando la tabaccheria per godersi lo spettacolo. Anche se in realtà avrebbero dovuto, dato che erano davvero tanti: ad occhio e croce ci saranno state quasi trenta persone se non di più, spremute in quella piccola stanza a fissare il vecchio schermo a tubo catodico.
«Questi due… cazzo davvero non scherzano…»
«Se sapessi giocare anche solo la metà di loro potrei anche smettere di studiare e vivere di rendita. Guarda che tempismi! Fenomenale!»
I commenti si sprecavano, il folto gruppo di gente non faceva altro che tifare ed urlare mentre i due contendenti iniziavano ad entrare nella fase finale dello scontro.
Daniel sentiva la t-shirt fredda di sudore appiccicarsi alla schiena mentre nella sua testa non c’era altro che lo scontro con quella ragazzina.
“Non credo di aver mai visto nessuno più competitivo di lei”, pensò il giovane schivando l’ennesima Mega-Freccia. Per quanto le avesse dimostrato di essere superiore, Nina non aveva smesso per un secondo nell’impegnarsi al massimo per batterlo.
“[GoldenLeaf] Non pensare minimamente che ti lascerò vincere, non davanti ai miei amici!”
Daniel lesse il messaggio sulla chat privata.
D’improvviso si sentì come folgorato. Cosa stava facendo? L’incontro era palesemente impari: anche se lui aveva meno della metà dei livelli di quella ragazzina, aveva quasi il doppio dei suoi anni e di certo molta più esperienza. Fino a quel momento non aveva pensato ad altro se non a schiacciarla.
L’unica cosa a cui teneva era stata quella di sconfiggerla, anzi meglio, umiliarla davanti ai suoi amici, in modo che capissero come si erano comportati: da bambini.
Ma cazzo, quelli erano davvero bambini. Mentre lui, invece, era praticamente un adulto! Forse non uno molto responsabile, o nemmeno uno di quelli ‘che pagano le tasse’ come diceva suo padre. Però era pur sempre un adulto.
Quello che stava facendo ora, invece, era prendersi gioco di una bambina. Daniel per un momento si sentì male. Per quanto Nina e i suoi amici l’avessero maltrattato, non era il caso di prendersela tanto.
“Che stupido che sono…”, pensò Daniel gettandosi dietro una copertura per proteggersi da una [Raffica di Frecce] che stava per trasformarlo in un colapasta.
«Allora, che fai, sei troppo stanco per continuare?!» chiese Nina quasi col fiatone. Anche lei, in realtà, era davvero provata da quello scontro. Mancavano meno di 90 secondi alla fine.
«Sai che ti dico, la chiuderò qui!» gridò White rotolando fuori da una copertura a fianco della ragazza «Preparati!»
Con le sue ultime energie Daniel attivò Epifania e si lanciò a testa bassa verso l’arciere. Il suo corpo venne ricoperto da una densa aura dorata ed improvvisamente i suoi movimenti si fecero più rapidi e precisi.
Nina fece un respiro profondo; sapeva che in quello stato il suo avversario era avvantaggiato, ma a lei non importava. Ne aveva battuti tanti che pensavano di essere bravi. Davvero tanti.
La sua scalata nella classifica di NEXT l’aveva portata al rango Platino III nel giro di pochi mesi di gioco. Non poteva esserne sicura, ma era verosimile pensare che lei fosse una delle dieci persone più giovani all’interno della sua lega. Si era allenata duramente per raggiungere quel risultato, e non aveva la minima intenzione di rimetterci la faccia di fronte a tutti.
‘Sei solo una ragazzina’, le dicevano, ‘sei ancora piccola’ oppure ‘non è proprio un gioco da femmine’. Era una vita che si sentiva tarpare le ali con quelle frasi fatte. Invece lei aveva dimostrato a tutti il contrario, che anche una ragazzina (odiava quando la chiamavano così) era in grado di fare il culo a tutti, anche a uomini adulti con alle spalle chissà quali esperienze di gioco.
“Un respiro profondo”, si ripeté nella sua testa. White le era ormai a portata, ancora pochi istanti e le sarebbe saltato addosso.
“Eccolo!”, pensò non appena vide il piede del monaco staccarsi da terra per colpirla con un Calcio Volante. In quell’istante White non si sarebbe potuto ritirare.
Daniel era pronto a far vincere Nina commettendo un errore nella sua solita sequenza di attacchi. Gli sarebbe bastato rallentare per dare il tempo alla ragazza di allontanarsi e finirlo ora che si trovava in campo aperto senza difese.
Era corretto? In quel momento non avrebbe saputo dirlo, in effetti era una cosa molto vicina all’imbrogliare. Ma per lui era la cosa giusta da fare. Se avesse sconfitto quella ragazza davanti a tutta quella gente a lui non sarebbe cambiato niente, ma le avrebbe fatto fare una figuraccia.
“Ci saranno altri momenti in cui potrò batterti sul serio”, pensò Daniel accennando un sorriso, ormai a poca distanza dall’avversaria.
Indietro, Su, Destra, X, R2, R2, X, Giù, R3
Le dita di Nina si mossero ad una velocità sovrumana sul controller che per un attimo sembrò non sopportare tutta quella pressione ed esplodere in mille pezzi.
GoldenLeaf si voltò, dando le spalle al monaco, e d’improvviso si staccò da terra. Un salto seguito da Ritirata la lanciarono in aria per alcuni metri in una fluida capriola all’indietro.
Daniel non poté far altro che osservare quella scena a bocca aperta, senza realmente capire.
Correzione... Sinistra, Sinistra, Destra, R3, L2, X, X, Triangolo
Da sotto, White si vide l’arciere incoccare una freccia nel suo arco proprio nel bel mezzo della capriola. Una luce viola iniziò a circondare Biancospino, il grosso arco, che sembrava teso come non mai.
Avanti, Destra, Indietro, Cerchio, R2…
Quando Daniel capì cosa stava per accadere era troppo tardi. Non poteva fermare Calcio Volante, e anche volendo da quella distanza non ci sarebbe stato modo di schivare, nemmeno per uno come lui.
“Sei finito… X”
[Freccia del Chaos]
In quell’istante, mentre GoldenLeaf si trovava ancora a mezz’aria, poco dietro White, l’enorme freccia violacea venne scoccata investendo in pieno il monaco. Da quella distanza il colpo fu tanto imponente da far tremare la terra ed alzare un nuvolone di polvere per diversi metri.
Lentamente la polvere si diradò e la chioma dorata di GoldenLeaf fece capolino. Era esausta e sporca di sangue e fango dalla testa ai piedi. Teneva alto Biancospino in segno di vittoria.
Ding, Ding, Ding!
GoldenLeaf vince il duello!
Il supporto diede l’annuncio tanto sperato. L’intera tabaccheria, rimasta immobile durante l’ultimo scontro, esplose in un boato come non se ne erano mai sentiti in quella periferia. Anche chi abitava a pochi isolati era stato in grado di sentire le urla della vittoria.
Daniel si tolse lentamente la TechMask asciugandosi il sudore. La tecnica di Nina lo aveva lasciato davvero senza parole. Era stata raffinata e… sorprendente.
Per un momento si vergognò di aver pensato di essere superiore a quella ragazza. Se davvero quelle erano le capacità di Nina, anche a parità di livello il risultato non sarebbe stato per nulla scontato.
«E addio anche alle mie 500 Zed…» disse Daniel rammaricato tra sé e sé. Non c’era niente da fare, le aveva prese di santa ragione.
Al suo fianco, Nina si era levata il casco e si stava godendo il suo momento di gloria. Molta della gente nella tabaccheria sembrava conoscerla e si stava caldamente complimentando con lei.
Daniel si guardò intorno e si sentì tremendamente a disagio. Un po’ come se si fosse ritrovato alla festa di Natale in famiglia di uno sconosciuto. Mentre ancora nessuno sembrava interessarsi a lui, prese rapidamente le sue cose ed uscì dalla tabaccheria tra una gomitata ed una pestata di piedi.
L’aria fredda lo investì, congelandogli i vestiti fradici. Alla fine poteva andargli peggio.
“Oppure no?”, si disse un po’ amareggiato ripensando allo scontro. Nina era certamente formidabile per la sua età e tutto quanto. Ma se il suo obiettivo era l’Eternal League, doveva aspettarsi che scontri come quello fossero la base, se non addirittura insufficienti.
In quel momento un macigno sembrò cadergli sul cuore. Si sentiva inadatto a quello che stava facendo. L’Eternal League? Sul serio? Se un giorno si fosse trovato di fronte un Flawless o addirittura un Emperor, cosa avrebbe potuto fare?
Era completamente immerso nei suoi pensieri, quando una voce dal suono familiare lo chiamò da dietro.
«Cazzo Daniel, saranno dieci anni che non ti fai vedere da queste parti, come stai amico?»
