Questo è solo l’inizio!
«Anf anf…» Daniel si sentiva esplodere il cuore nel petto «Anf… ricordami… ricordami come mai stai attentando alla mia vita?»
A Marco scappò una leggera risata divertita. Stavano facendo una breve pausa in mezzo alla corsa mattutina, dato che Daniel sembrava sentirsi male. A differenza sua, Marco invece sembrava solo appena sudato, come se avesse fatto solo una semplice passeggiata.
«Mens sana in corpore sano dicevano gli antichi!» esclamò mentre si alzò dalla panchina per fare un poco di stretching «Le tue capacità mentali miglioreranno notevolmente dopo aver fatto esercizio fisico! Che comunque non ti fa male, abbiamo appena cominciato e guarda come sei ridotto! Ora mozzarella, alzati che abbiamo ancora un chilometro prima di arrivare.»
«U-un altro chilometro?! Amico, non credo che questo faccia per me…» esclamò Daniel ansimante con gli occhi sbarrati.
«Tranquillo, poi dopo dobbiamo solo tornare indietro!»
Daniel sbiancò al pensiero di dover sopportare quell’inferno; non erano ancora nemmeno le 7 e il sole già iniziava ad apparire all’orizzonte. Saranno passati anni dall’ultima volta che aveva visto il mondo a quell’ora. Appena sveglio, s’intende; al limite ci poteva andare a dormire così tardi, ma di certo l’idea di alzarsi tanto presto lo faceva solo rabbrividire.
“Saranno giorni duri…”, pensò il ragazzo rialzandosi dalla panchina, sentendo sempre più la mancanza della sua comoda suite all’internet café.
Dopo una corsa, e diverse soste, finalmente i due rientrarono nel magazzino. Daniel era esausto ma felice che quell’incubo fosse finalmente terminato. Almeno per quel giorno.
Dopo essersi lavati, fecero una veloce colazione. Quando l’orologio segnò le otto e mezza i due erano finalmente pronti per la prima sessione d’allenamento su NEXT.
«Non credere che abbiamo finito con la parte fisica però» disse Marco ridendo mentre gli porgeva il cavo «ci sono ancora molte cose che devi imparare. Tutti i Pro passano molto del loro tempo in palestra, non solo per staccare dal gioco, ma per migliorarsi.»
Marco si alzò in piedi e iniziò a muoversi in maniera alquanto strana nel piccolo spazio adibito a soggiorno. Teneva il bacino basso facendo ampi passi, sventolando le mani in aria come se stesse tenendo qualcosa.
«La scherma.» disse il ragazzo tra un passo e l’altro, menando un colpo che doveva essere un fendente «La scherma, soprattutto medievale e rinascimentale, prepara il corpo e la mente alle meccaniche del combattimento. Saper colpire senza scoprirsi, saper parare e al contempo ricambiare. I passi, la misura, il tempo, tutti elementi fondamentali per un duellante.»
Di scatto si voltò scenicamente puntando le dita verso Daniel, come se tenesse in mano una lunga spada affilata.
«Tutto questo trasforma i movimenti barbari e scoordinati di un qualunque uomo in… un’arte, una danza perfetta.» Marco parlava continuando a volteggiare, simulando tecniche che gli erano rimaste impresse nei lunghi anni di studio. Daniel ne rimase completamente rapito.
«Ma ricorda che, sopratutto a quei tempi, la scherma era una disciplina difensiva. Scherma deriva da Skirmjan, ovvero schermare, proteggersi. Non siamo samurai, noi ci teniamo alla nostra vita.» gli scappò un leggero sorriso «Il nostro primo e ultimo obiettivo è portare a casa la pelle. Se poi ci scappa anche di sconfiggere il nostro avversario tanto meglio.»
Il ragazzo diede un altro paio di forti colpi a vuoto prima di roteare su se stesso e sedersi rumorosamente sulla sedia dietro di lui.
«Uff… adoro il fatto che me li ricordi ancora. Comunque, tutto questo per dire che il tuo stile mi ricorda molto questa definizione, solo che manchi ancora di tecnica e meccanismo. Trasformare un movimento in un automatismo ti permetterà di muoverti senza pensare, incrementando la tua velocità di reazione di dieci, venti volte!» esclamò Marco presissimo dal suo discorso, felice nel vedere come Daniel lo stesse ascoltando in religioso silenzio.
Sembrava poco, ma era un segno di rispetto; diversi Pro, pieni di loro e delle loro capacità, spesso all’inizio lo snobbavano, non lo ascoltavano. Alcuni avevano anche il coraggio di distrarsi ai telefoni o di parlargli sopra. Daniel invece era chiaramente interessato; vedeva in lui la determinazione, seppur a volte traballante, di portare questa cosa dell’allenamento fino in fondo.
Una comportamento tanto semplice, vero, ma bastava per spingeva Marco a dare il meglio di sé. “Sì Dani. Darò a te ciò che nemmeno NorthDuke è riuscita ad avere.”, pensò il ragazzo esaltato. Il tempo era poco, ma ce l’avrebbe messa tutta. Se avesse avuto anche solo la metà dei risultati dell’allenamento che aveva avuto Nina, allora forse l’EL non sarebbe stata un sogno irrealizzabile.
«Bene, direi che possiamo cominciare» senza aggiungere altro Marco fece cenno all’amico di mettersi la TechMask e di seguirlo su Atlas. Il ronzio iniziale riempì e orecchie di Daniel e dopo qualche istante entrambi i giocatori si trovarono sull’isola volante.
«Bene, non abbiamo una vera e propria scadenza, ma data la situazione non credo che possiamo permetterci più di 10 giorni per avere dei risultati. Forse anche solo una settimana.» disse EthernalTide, poi continuò «Senza considerare che in mezzo dovrai anche salire di livello. Sfortunatamente fare le cose di fretta non è mai una buona idea, quindi ho fatto alcune scelte che spero appoggerai.»
Daniel non aveva ancora aperto bocca, ma in quel momento pendeva dalle labbra del suo amico. La passione che aveva visto in lui durante la presentazione sulla scherma, con tutta quella storia dell’arte e della danza, tutto quello gli era bastato per capire che era nelle mani giuste.
Senza proferire parola White fece un cenno con la testa, facendo capire che accettava qualunque cosa. Dai suoi occhi era chiaro che avrebbe fatto di tutto per non deludere il suo nuovo maestro.
«Stamattina» cominciò a spiegare EthernalTide «ci dedicheremo per 4 ore filate all’apprendimento e la memorizzazione di tecniche di base. Il pomeriggio andremo a farmare un po’ e metteremo in pratica ciò che ti ho insegnato… Ah, e non dimentichiamoci della meditazione, almeno un’ora, se non anche due!»
White lo guardò visibilmente confuso.
«Meditazione?» chiese Daniel «Quella roba che fanno i cinesi con tipo il chakra e che poi si sollevano da terra?»
Aveva appena detto che avevano poco tempo, allora perché sprecarlo stando in silenzio ad occhi chiusi per un’ora? Marco non poteva credere a una cosa come quella.
«Dani, fidati di me. La meditazione non è quella robaccia che vedi in tv. Sarà fondamentale non solo per riposare la mente da tutto lo stress, ma ci servirà come esercizio per poter entrare nel flusso.»
«Il flusso? Che roba è?» chiese Daniel, senza capire di cosa stesse parlando l’altro.
«Calma, calma, non correre troppo. A tempo debito ti spiegherò tutto. Ora però non perdiamoci in chiacchiere, abbiamo una tabella di marcia da rispettare!» rispose Marco sempre sorridente. Gli piaceva lasciare l’amico un po’ sulle spine. Altrimenti che divertimento c’era?
Senza indugiare oltre i due si avvicinarono al campo base, preparato in anticipo per l’addestramento. Di fronte alle tende era apparsa un piccolo spiazzo circolare in terra battuta di circa cinque metri di raggio. Tutt’intorno era delimitato da una linea bianca simile a quelle dei campi da calcio.
A fianco Marco aveva inoltre piazzato una serie di manichini di legno. Daniel li riconobbe subito, erano quelli che venivano spesso chiamati pungiball. In pratica erano come dei mostri inanimati con zero di difesa e un’enorme quantità di vita, utilizzati principalmente per calcolare il DPS di un giocatore.
Un ultimo dettaglio colpì Daniel. Poco distante dallo spiazzo era apparsa quella che sembrava una piccola fontanella in pietra. Sopra era scolpito nella pietra un angelo con le ali spiegate, dalla cui testa spillava acqua cristallina. L’oggetto, alquanto singolare, stonava completamente con l’ambiente circorstante. Era più qualcosa che ci si aspettava in una villa lussuosa.
«Cos’è quello Marco?» chiese Daniel indicando la piccola fontanella.
«Quella? Una fontana del vigore, l’acqua che ne sgorga fa recuperare tutta la vita e resetta i cooldown delle abilità istantaneamente. Ci servirà più tardi per non dover aspettare di continuo. Mi è costata un po’, ma ci farà risparmiare tempo prezioso» gli rispose Marco.
Il ragazzo fece cenno a Daniel di seguirlo verso i manichini «Ok Dani, penso sia ora di dare un occhio alle tue abilità. Sia [Calcio Volante] che [Epifania] immagino ti siano chiare, quindi inizia a fare un po’ di test con le altre!»
Daniel sorrise appena, era finalmente giunto il momento di vedere come funzionavano i suoi nuovi giocattolini. Si posizionò di fronte ai pungiball e si mise in guardia, fissando le sue nuove abilità. “Da quale cominciare?“, si domandò il monaco impaziente. Diede un’ultima letta molto rapida alle varie descrizioni per avere un’idea di cosa aspettarsi e poi prese una decisione.
[Pugno Spirituale]: incanali il ki per scagliare un pugno di energia concentrata di fronte a te, spingendo l’avversario indietro di 3 metri.
White caricò il pugno dietro di sé, quando una barra di caricamento apparve sotto di lui.
Era il segno che era una skill con un channelling, ovvero una specie di tempo di caricamento. Più la barra si riempiva, più il colore tendeva al rosso, mentre dei raggi di energia luminosa iniziava a concentrarsi introno a lui. La sua mano venne circondata da un’aura brillante dai toni blu, e più tempo passava più le scariche energetiche si facevano forti e intense.
“Più tempo la carico, maggiore sarà l’effetto!”, pensò Daniel. Non era raro trovare skill di quel tipo. Aggiungevano un certo livello di profondità e strategia negli scontri: portare al massimo l’abilità per sferrare un colpo più potente o essere più veloci utilizzandola subito ma andare a perdere in efficacia?
In meno di tre secondi la barra era diventata rosso rubino, riempiendosi del tutto. L’ultimo tic rilasciò una scarica di energia ben più forte delle altre, mentre l’aura blu si era estesa dalla sua mano fino ad andare a ricoprire quasi metà del suo corpo.
A quel punto Daniel rilasciò l’abilità scaricando tutta la forza in quel singolo colpo. Come per magia l’aura blu che lo circondava si staccò da lui, gettandosi verso il manichino con un rombo, andando a prendere la forma di un enorme pugno grande quasi quanto un autobus.
L’attacco sfrecciò rapido, coprendo almeno quattro metri e andando a scontrarsi contro il pungiball con una fragorosa esplosione. L’onda d’urto scosse il terreno e spinse il manichino indietro di diversi metri.
Daniel era rimasto immobile nella posa plastica del colpo, con gli occhi sbarrati di fronte a un’abilità come quella.
«Niente male, eh?» rise Marco vedendo lo stupore dell’amico.
«WOW!» esclamò Daniel guardandosi il pugno dove si stavano estinguendo piccole fiammelle di energia spirituale «A saperlo prima di avere un’abilità del genere! Fenomenale!»
«E non è tutto, più o meno tutte le tue abilità scalano con la velocità d’attacco. Nel caso la incrementassi, il channelling di [Pugno Spirituale] verrebbe ulteriormente ridotto!» spiegò EthernalTide. Non lo dava troppo a vedere, ma anche lui era sorpreso dal potere distruttivo di quel colpo.
«Certo» continuò il guerriero «il tempo di ricarica proibitivo non ti permetterà di usarla troppo spesso.»
In effetti il cooldown di 28 secondi era quasi paragonabile a quello di un’abilità Finale, come [Epifania]. Significava che per sfruttarla al meglio non ci si potevano permettere errori. Sbagliare i tempi o mancare il bersaglio poteva pesare non poco in uno scontro.
Le altre tre abilità rimanenti non erano altrettanto spettacolari, ma promettevano comunque bene. [Armatura Ki] incrementava la sua sopravvivenza, mentre la [Tecnica del Drago] gli dava un’alternativa agli attacchi base garantendogli anche del danno ad area non indifferente.
Quest’ultima era una serie di tre colpi, montante–gomitata–pugno, ognuno più forte del precedente. Prima di ogni colpo c’era anche una leggera animazione che gli permetteva di scattare in avanti di qualche passo, così da non distaccarsi mai troppo da un nemico.
I tre attacchi rilasciavano forti ondate di calore che infiammavano l’aria circostante, incrementando ulteriormente i danni inflitti e infliggendone in parte anche agli avversari circostanti!
Daniel era visibilmente elettrizzato ad ogni colpo sferrato. Gli effetti particellari, il feedback dell’attacco, tutto lo riempiva di adrenalina e lo caricava a molla. Non stava nella pelle all’idea di provare le nuove abilità contro un vero bersaglio!
Infine [Salvaguardia] lo intrigava particolarmente. Lesse nuovamente la descrizione dell’abilità mostratagli dal Supporto.
[Salvaguardia]: ti getti di scatto verso un compagno, garantendo uno scudo protettivo ad entrambi. La quantità di scudo fornito non era molto elevato, avrebbe potuto assorbire sì e no un paio di attacchi base non troppo incisivi.
Non appena la provò, però, Daniel intuì immediatamente perché Marco avesse aggiunto quell’abilità al suo setup.
Il range era quasi superiore a quello di [Calcio Volante], permettendogli di usarla sia per disingaggiarsi sia per migliorare la sua capacità di movimento sul campo di battaglia.
Poteva sembrare una caratteristica superficiale, quasi secondaria, ma in mano ad un Esperto era oro colato. La mobilità durante gli scontri era spesso un’arma anche più efficace del danno stesso.
«Grazie Marco» disse Daniel dopo aver provato tutte le varie skill un paio di volte «senza di te sarei andato avanti ancora non so quanto tempo con il vecchio me. Ora inizio a intravedere l’idea che ti sei fatto! Fenomenale, davvero…»
Daniel rimase immobile per diversi secondi a osservare le icone delle sue abilità che pian piano si ricaricavano. Era pervaso da un nuovo spirito combattivo, tutte quelle novità gli avevano fatto tornare la speranza.
“Chissà cosa mi aspetta ancora più avanti”, pensò il ragazzo. Alla fine non era ancora nemmeno a livello 30, di fronte a lui c’erano ancora più del doppio dei livelli, per non parlare della Classe di Prestigio!
EthernalTide si avvicinò a White ancora assorto nei suoi pensieri e gli mise amichevolmente una mano sulla spalla «Questo, amico mio, è solo l’inizio. Con le tue capacità e le mie conoscenze ti porterò a un livello ben oltre la tua immaginazione!»
