Allenamento intensivo
Il falcione di Ethernaltide, fendeva l’aria con ampi movimenti circolari, mentre White era intento a non farsi colpire dalla sua lama affilata.
I due giocatori si stavano sfidando all’ennesimo duello del pomeriggio, con l’obiettivo di abituare Daniel alle sue nuove abilità.
Dopo aver visto il suo nuovo setup, White aveva passato gran parte della mattinata a ripetere diverse combo contro i pungiball, iniziando a prendere la mano con i tempi di recupero e la durata delle varie skill.
Successivamente, dopo un pranzo a base quasi unicamente di frutta e verdura, come promesso si erano lanciati in una lezione introduttiva alla meditazione.
Anche se ancora scettico, Daniel aveva seguito tutti gli insegnamenti di Marco alla lettera. Dalla respirazione alle posizioni, seguendo poi il percorso mentale che gli avrebbe permesso di raggiungere uno stato meditativo profondo.
Essendo la sua prima volta il ragazzo aveva incontrato non poche difficoltà. Restare concentrato su un sé stesso, libero dai pensieri, gli risultava alquanto difficile. La sua mente era un continuo incastrarsi di idee, ansie e ricordi, e non era facile silenziarli a comando.
Alla fine di quasi un’ora e mezza, Daniel era sicuro di esserci arrivato molto vicino, anche se necessitava di più pratica.
In ogni caso, anche se non sapeva dire se era una cosa reale o semplice suggestione, quell’ora di meditazione lo aveva fatto sentire meglio. Più tranquillo perlomeno.
Ora però era tornato a ciò per cui era lì: combattere. Come era immaginabile, durante un duello contro un reale giocatore, usare le abilità risultava molto più complesso che con il semplice pungiball.
Spesso le sue combo venivano interrotte da un contrattacco oppure dalla necessità di doversi riposizionare dopo una schivata nemica. Davanti a lui non c’era più un manichino inerme, ma una macchina da guerra a tutti gli effetti.
Marco non ci andava di certo piano con il suo nuovo allievo. Aveva scambiato
Questo faceva sì che Daniel potesse continuare a combattere per lunghi periodi, dato che sia le difese che la vita del suo avversario era completamente fuori misura per il suo livello. Al monaco sarebbero serviti più di trenta minuti di attacchi ininterrotti per abbattere EthernalTide.
“Finché schivi il duello potrà continuare”, gli aveva detto Marco all’inizio dell’allenamento. Il nuovo falcione, inoltre, dava a Daniel qualche opportunità in più. Tra l’altro, ora che aveva sia [Epifania] che [Armatura Spirituale], le sue difese non erano per niente male, e a volte poteva convenire subire un colpo per poter rispondere con attacchi più potenti.
Un affondo scattò in direzione di White, che subito si gettò in aria con un balzo, attivando [Salto Mortale]. Non appena si trovò sopra il guerriero l’energia di [Pugno Spirituale] iniziò a condensarsi introno a lui.
Daniel caricò il colpo per poco meno di un secondo per poi liberare tutta l’energia in una volta sola. Ma EthernalTide era pronto a una mossa del genere e con [Carica] si spostò giusto in tempo. Le fiamme bluastre a forma di grosso pungo si abbatterono sul terreno con una fragorosa esplosione, mancando il bersaglio di pochi centimetri.
«Hai aspettato troppo! Non hai calcolato il tempo di lancio!» gli gridò Marco stringendo la sua arma, già pronto per tornare a combattere.
Daniel si morse la lingua. Non si era ancora abituato ai tempismi di quell’abilità. Oltre al caricamento doveva tener conto anche di tutto il tempo necessario per sferrare il pugno, più quello che serviva al colpo per coprire la distanza tra lui e il nemico.
Si parlava di frazioni di secondo, vero, ma in uno scontro tra Pro facevano la differenza.
All’improvviso EthernalTide si gettò su Daniel, ancora impreparato.
[Salto Geyser]: attacchi un bersaglio con un balzo. Il colpo infligge il 150% dei danni. (Range: 6m)
Un getto ad altra pressione scoppiò dalle gambe del guerriero lanciandolo in aria in direzione del monaco. La spinta era talmente forte che l’asta del falcione sembrò curvarsi leggermente.
Era un attacco dall’alto verso il basso, spostarsi di lato sarebbe quindi stata la soluzione migliore. Il movimento gli fu quasi naturale; tutto avvenne in una frazione di secondo, non aveva il tempo di riflettere.
All’ultimo White si scansò a destra, caricando un pungo pronto a ricambiare. Il guerriero, ancora in aria, roteò su se stesso di qualche grado.
Il colpo si trasformò da un fendente a uno sgualembro, ovvero un’attacco diagonale. Daniel lo riconobbe subito. Marco gli aveva dato qualche infarinatura di scherma, così ora sapeva riconoscere tutti i colpi base.
Ma sfortunatamente la teoria in quel momento non lo salvò. Daniel non si era spostato abbastanza per schivare un’attacco in diagonale. La lama del falcione cozzò contro la sua armatura spirituale, per poi farla a pezzi andando a ferire il monaco.
White cadde a terra, inerme. Quell’attacco lo aveva messo KO.
«Di nuovo schivi dalla parte sbagliata!» disse Marco avvicinandosi all’amico «Però devo ammettere che questa volta sei stato bravo. Hai retto quasi tre minuti filati!»
EthernalTide porse una mano per aiutare White ad alzarsi. Il monaco accettò volentieri l’aiuto e si diressero entrambi alla fontana del vigore per recuperare le forze.
Gli bastò un sorso perché tutte le ferite si richiudessero all’istante e le energie gli tornarono. Una luce calda avvolse i corpi dei due giocatori per un breve istante per poi andare via via ad affievolirsi. Ora erano come nuovi.
Si tolsero poi la TechMask. Marco gli aveva imposto di uscire dal gioco durante le discussioni. Le sessioni di allenamento potevano essere molto lunghe, ed era inutile stressare la mente rimanendo all’interno di NEXT quando potevano benissimo parlare faccia a faccia.
«Allora, qualcosa da dire?» chiese Marco andando a prendere un po’ di té freddo per entrambi dal frigo lì vicino.
«Sei dannatamente troppo forte Marco, non credo che ce la farò…» rispose Daniel un po’ abbattuto.
«Ma che cazzo dici Dani, smettila subito con queste stronzate!» gridò l’altro amichevolmente «Guarda che comunque oggi hai spaccato, ed è solo il primo giorno.»
«Sì ma questo è già la sesta volta che mi fai il culo così. Se dici te di non essere in grado di entrare nel mondo professionistico, come posso pensare di andare all’EL?!»
Daniel era sempre più demoralizzato. Gli faceva piacere che il suo amico lo stesse aiutando, ma un’altra volta si sentiva in difetto di qualcosa.
«Senti Dani» Marco avvicinò la sedia a quella dell’altro e ci si sedette sopra al contrario «punto numero uno: quello che stiamo facendo qui non è stregoneria. Non ti puoi aspettare di vedere dei cambiamenti dopo una mattinata di lavoro. Già vederli dopo una settimana sarebbe un miracolo. Quindi non hai nulla da rimproverarti! Smettila con questo piangersi addosso e inizia a credere un po’ più in te! O perlomeno, se proprio ti fai schifo da solo, almeno credi in me. E su questo non ci sono discussioni!»
Un leggero sorriso scappò a Daniel.
«Punto numero due» continuò Marco «la tristezza influisce sul tuo modo di combattere. In maniera negativa oltretutto. Quindi, come tuo allenatore, ti impongo di smetterla di essere triste. E pure su questo sono intransigente!»
Entrambi si guardarono per un momento per poi scoppiare a ridere.
«Che bel quadretto!»
Una voce acuta li interruppe. Nina li stava fissando con supponenza mentre si gustava una barretta di cioccolato.
«Nina, che ci fai qui? Non dovresti essere a scuola?» chiese Marco prendendo un altro sorso di té.
«Zio, è sabato oggi. Non c’è scuola…» rispose lei quasi indispettita. A volte le sembrava che lì in mezzo fosse lei quella adulta; Marco nemmeno sapeva che giorno fosse diamine!
Il ragazzo si grattò la testa un poco imbarazzato «Beh… bene, bene… ehm… ok, se hai bisogno di noi siamo qui come al solito. Perché non vai a giocare dalla Nonna?»
«Nah, non ho voglia… volevo sapere quando tocca a me però!» chiese lei spostando il suo sguardo su Daniel.
Il sangue del ragazzo si gelò per un istante. “Speriamo mai”, pensò, pregando che Marco non si facesse fregare dalla ragazzina. Non aveva tempo, e soprattutto voglia, di dover avere a che fare con Nina.
«Magari la prossima volta» rispose Marco con tono serio. Nina lo guardò per un attimo e capì immediatamente. Quello era lavoro, non stava giocando, quindi non lo avrebbe disturbato. Inoltre, era chiaro che ci sarebbe stata una prossima volta, altrimenti le avrebbe detto di no.
Lei lo capiva davvero, suo zio. Sarebbe arrivato il suo momento, semplicemente non quel giorno.
Sotto sotto, anche se voleva nasconderlo, Nina smaniava per un altro duello con Daniel. C’era stato qualcosa, una scintilla, una sorta di magia che li aveva connessi durante il loro primo scontro, e Nina ne voleva ancora, sentiva di non poterne più fare a meno.
Ma non era ancora il momento.
Mentre la ragazzina se ne andava, Marco guardò l’orologio. Erano quasi le cinque.
«Bene Dani, penso sia giunta l’ora di svagarci un po’» disse Marco riprendendo in mano la TechMask «non possiamo permetterci di farti arrivare all’EL a livello basso, quindi dobbiamo iniziare a livellare. Ho un paio di idee, seguimi!»
Daniel fece un cenno affermativo ed entrambi entrarono nel gioco. Questa volta non si sarebbero trovati sull’isola volante, ma, dopo essere arrivati su Atlas, Marco invitò Daniel a unirsi al gruppo e diede come punto di ritrovo Damathia.
White, ancora all’accampamento davanti alla Valle delle Lacrime, ci mise un po’ per arrivare in città.
Gli sembrava passato un sacco di tempo dall’ultima volta che ci era entrato. Le strade a quell’ora erano gremite di persone e avventurieri che correvano a destra e a sinistra per completare missioni o vendere oggetti.
Come al solito intorno all’asta vi era radunata una folla enorme, intenta a scannarsi per accapparrarsi una Verga del Nono Passo, arma craftata di rango Platino di livello 75. Sembrava che avessero appena iniziato e le offerte superavano già le 6500 monete, in rapida ascesa.
Daniel continuò a vagare un po’ alla ricerca del punto di ritrovo. Fece anche una piccola deviazione, passando di fronte alla villa dei WhiteSharks, nella vana speranza di intravedere Midnight, ma non ebbe fortuna.
Dopo qualche minuti tra le vie strette della città, Daniel sbucò in una piccola piazza non molto distante dalla porta Nord di Damathia. Lì, seduto su una panchina di pietra, lo aspettava Marco.
«Eccoti finalmente, stavo iniziando a preoccuparmi!» esclamò il guerriero raggiungendolo «Ok, dobbiamo unire l’utile al dilettevole. Ci serve esperienza perché tu possa salire di livello, e ci servono soldi ed equipaggiamente per poter sopperire alle tue mancanze! È molto importante riuscire a bilanciare le due cose!»
Era chiaro, salire di livello troppo velocemente non era per forza una buona cosa. Si rischiava di rimanere indietro con l’equipaggiamente e finire con il non riuscire più a sconfiggere i mostri perché le proprie armi erano datate.
Dovevano quindi stare attenti a mantenere un GS adeguato durante l’allenamento, o i risultati sarebbero stati catastrofici. Recuperare GS perché si era livellato troppo rapidamente portava via un’enorme quantità di tempo, che loro non avevano.
«Quindi ho deciso che un buon modo è quello di fare qualche quest. Da quello che ho capito è un po’ che non le segui.»
«Sì, in effetti è una vita che non ne faccio una!» rispose Daniel un po’ imbarazzato. Tolte le prime tre o quattro missioni fatte il primo giorno, si era concentrato unicamente sui dungeon per guadagnare Zed ed esperienza.
«Ho fatto qualche ricerca e ho trovato qualcosa di interessante. Vai da quel NPC e accetta la sua missione.» disse Marco indicandogli un uomo intento a vendere alcuni ninnoli a dei passanti.
Daniel eseguì l’ordine e si diresse verso il venditore indicatogli dall’amico. Avvicindandosi all’uomo, White poté vedere apparire un punto interrogativo giallo sulla sua testa. Quello era il segno che gli stava per offrire una quest statica.
Le missioni di NEXT, infatti, erano divise principalmente in due macro gruppi: quelle statiche, sempre presenti per tutti i giocatori in qualunque momento e a volte pure ripetibili, e quelle dinamiche, che apparivano e scomparivano a seconda della situazione.
Le seconde venivano generate casualmente dall’IA che gestiva NEXT. Le trame che venivano create erano un’intreccio di avvenimenti tra giocatori e NPC, e potevano diventare anche davvero molto lunghe. Non sapendo con precisione quale sarebbe stata la ricompensa però, non erano in molti a svolgerle. D’altronde la maggior parte dei giocatori era lì per il PvP e i dungeon, non per la “trama” del gioco.
Era comunque presente un piccolo gruppo di puristi che seguiva con attenzione la storia del mondo e si avventuravano spesso nelle missioni dinamiche.
In ogni caso, senza troppi indugi, Daniel visualizzò la missione. Aveva impostato la modalità riassuntiva, che eliminava tutte le conversazioni tediose con gli NPC, mostrando direttamente la schermata della quest.
Missione: Denti di Kraven
Tipo: Caccia
Descrizione: Esgren, il venditore, vuole 30 denti di Kraven per fare delle collane da vendere. È disposto a pagare bene! Dirigiti a nord est di Damathia, nei Pascoli Tulipano, e dai la ciaccia queste creature. Attento, i Kraven sono molto pericolosi!
Livello: 35
Difficoltà: Oro
Ricompensa:
500z
Armatura (adatta alla classe)
Daniel lesse attentamente la quest. Era una missione di caccia, quindi gli sarebbe bastato uccidere quei Kraven per portarsela a casa. Per non parlare della ricompensa! Marco aveva avuto buon occhio, quella quest sembrava fatta apposta per lui!
