Libro 1 - Capitolo 43
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Robert!

«ROBERT!!! Forza scendi, è pronto in tavolaaa!»

«Non adesso mà! Non ho tempo!»

La voce stridula della madre che lo chiamava da due piani di distanza era ad un volume tanto alto da sembrare che la donna fosse nella stessa stanza con lui. La cosa gli dava sui nervi.

«Eddai su, vieni e staccati un po’ da quei giochini!»

«Ti ho detto di non rompere, mà! Appena ho finito scendo!»

Quella donna non riusciva mai a capire quanto fosse importante per lui.

“Se riuscissi anche solo ad estrarre il 50% dei dati…”, pensò il ragazzo massaggiandosi le tempie, mentre sullo schermo una serie di cifre e codici scorreva velocemente su uno sfondo nero.

Il suo computer macinava dati ininterrottamente da due giorni, accompagnato dai ticchettii degli innumerevoli hard disk. La mole di codici che stava analizzando era tanto grande e complessa che Robert aveva dovuto installare un nuovo sistema di raffreddamento ausiliario per evitare che l’hardware fondesse.

Unica nota positiva in tutto ciò era che non avrebbe patito il freddo quell’inverno, il computer scaldava più di una stufa elettrica.

Robert fissò il grosso case da cui fuoriscivano cavi di vari colori connessi a periferiche aggiuntive. Aveva assemblato lui stesso tutto quel ben di dio, con un solo ed unico scopo: analizzare il sorgente di NEXT.

Quel gioco per lui era a metà tra un’ossessione e uno scopo nella sua vita. Ogni anfratto, ogni byte di NEXT erano per lui un mondo da scoprire e misurare al millimetro. Inizialmente gli bastava girare con la sua Techmask per Atlas, studiando e sperimentando tutti i meccanismi che quel meraviglioso mondo virtuale gli metteva a disposizione.

Calcolava i tempi di risposta delle animazioni, testava le innumerevoli combinazioni di abilità e classi, controllava le risposte dei modelli alle varie interazioni col motore fisico. Tutto alla ricerca di qualcosa di nuovo, di qualche meccanismo nascosto.

Spesso tutto ciò era semplicemente fine a se stessa: scoprire che i materiali per il crafting fondevano a differenti temperature non era che una mera informazione di colore. Ma la soddisfazione di aver trovato quel legame dopo aver fatto centinaia di test e aver estratto il valore della temperatura dal colore delle fiamme attraverso complessi algoritmi… beh, quello lo rendeva euforico.

Altre volte però le scoperte erano tali da avere un’impatto anche nella community stessa. Per esempio scoprì, attraverso innumerevoli prove, che utilizzare armature che montavano elmi chiusi o erano munite di occhiali poteva ridurre fino al 20% i danni subiti dai Raggi di Luce lanciati dagli angeli di alcuni dungeon. Questo portò all’utilizzo di equipaggiamenti specifici che semplificarono non di poco la vita a molti avventurieri.

Da quel giorno le Sale Paradisiache, un dungeon di livello 70, passarono da un terribile dungeon per giocatori esperti a una zona di farming anche per personaggi meno equipaggiati.

Ma poi, un giorno, quelle ricerche non bastarono più. Aveva bisogno di andare più a fondo, di scoprire dei segreti così nascosti ed oscuri che non era possibile scovarli all’interno del gioco.

Questi si nascondevano sotto la superficie, lontani dal favoloso mondo colorato della realtà virtuale. Erano immersi invece in una fanghiglia umida ed appiccicosa chiamata codice sorgente, il mostro di programmazione ed ingegneria del software che era il programma stesso, ciò che faceva funzionare il videogioco.

Sfortunatamente non si era più nel 2000, quando bastava un cd da qualche Megabyte, al più un Gigabyte, per contenere un intero mondo virtuale. No…

NEXT era una bestia da quasi un Terabyte, ovvero mille Gigabyte, un software così grande che nemmeno chi l’aveva inizialmente scritto era ormai più in grado di conoscerlo a fondo.

«Cazzo, è cambiata di nuovo!» inveì Robert fissando l’ennesimo errore di decompilazione sullo schermo.

Il ragazzo stava cercando di analizzare una parte di quel codice per poterne capire il funzionamento. Un’operazione molto più complessa di quanto si possa pensare, soprattutto considerato il fatto che il sorgente di NEXT non era… statico. Poteva infatti cambiare, modificarsi e distruggersi, tutto secondo la volontà del suo patrono.

“Dannata Elysium… perché mi odi tanto?”

La grande dea di NEXT era Elysium, un supercomputer dotato di intelligenza artificiale avanzata, che continuava a manuntenere e gestire il gioco stesso. Era grazie a lei se NEXT poteva vantare un contenuto pressoché infinito, un’assistenza continua e una generazione di nuovi eventi che faceva impallidire qualunque MMORPG venuto prima di lui.

Per ingannare l’attesa, Robert prese la Techmask e se la infilò. Immediatamente si avvio NEXT catapultandolo su Atlas.

Bentornato Mr Orange. C’è 1 solo nuovo messaggio per lei.

Aveva modificato il tono della voce del supporto appositamente perché risultasse più sensuale e con un leggero accento esotico. Adorava sentirla parlare.

«Grazie supporto, prima però mostrami cortesemente le mie statistiche»

Ma certo Mr Orange, a lei.

Orange, Guerriero Lv.46

Gear Score: 290

Equipaggiamento:

[O] Spada e Scudo Cordiali Liv.35 (GS 65) +Difesa LV2 [Oro Nobile]: riduci i danni subiti del 1.0%

[O] Armatura Cordiale Liv.35 (GS 75) +Rid. danno magico LV3 [Oro Nobile]: riduci i danni subiti del 1.0%

[O] Spilla del Paladino Liv.30 (GS 80) +Attacco LV2 +Vita LV1

[S] Mantello Cromatico Liv.40 (GS 70) +Difesa LV2 [Adamantino]: Riduci i danni subiti del 10%. I colpi parati infliggono il 33% in meno di danni.

Zed: 4877

Bonus Difesa ●●●●○ Rid. danno magico ●●●○○ Attacco ●●○○○ Vita ●○○○○

Robert fissò il suo equipaggiamento con soddisfazione. La sua build da tank era praticamente perfetta. Grazie alle sue abilità poteva tranquillamente guidare un gruppo composto da soli DPS all’interno di un qualunque dungeon fino ad alti livelli. Questo gli permetteva di farmare e salire di livello a velocità di gran lunga superiori a quelle di qualunque altro giocatore.

Con un po’ di fatica era anche riuscito ad accaparrarsi il Mantello Cromatico, un oggetto con l’affisso leggendario Adamantino, che lo trasfomava nel tank definitivo.

Rimase ancora qualche secondo a crogiolarsi nell’autocompiacimento, poi ordinò al supporto «Ok, ora mostrami pure il messaggio»

Messaggio di KAlpha, ricevuto 4 ore fa

«Oh, cazzo…» Robert si morse la lingua. KAlpha era un tizio che lo supervisionava per conto di Black. L’aveva conosciuto il giorno in cui aveva fatto il primo accesso sul suo attuale account, e non l’aveva mollato un secondo.

Come diavolo pensava che potesse giocare e continuare con le sue ricerche contemporaneamente?

Quel tipo non gli andava per niente a genio. Aveva fatto un po' di ricerche su KAlpha in quei giorni. Scremando tutti i dati degli ultimi anni non aveva trovato molto, ma quel poco gli aveva quasi fatto venire un colpo.

A vederlo non gli avrebbe dato un centesimo, ma sembrava giocare già dalla Beta. Si parlava di TREDICI anni prima. La sfilza di trofei guadagnati in quel periodo e negli anni successivi era enorme, da far impallidire molti grandi Esperti.

Ad un certo punto però sembrava i dati erano troppo corrotti o dispersi per poter approfondire maggiormente la cosa, e Robert dovette lasciar perdere, anche se ora voleva assolutamente saperne di più.

«Ok supporto, fammi dare un occhio a cosa ha scritto quel tipo»

Orange, immagino che tu sia nuovamente offline a perdere il tuo tempo. Ho parlato con Mr.Black della tua situazione ed abbiamo entrambi deciso che TI DEVI DARE UNA MOSSA. Sei certamente il più veloce a livellare, ma sei quello che si sta allenando di meno e sta facendo meno progressi. Gradiamo che tu trovi delle scorciatoie, ma sappi che quando verrà il momento dovrai contare solo su te stesso! Quindi allenati e smettila di perdere tempo con quelle cazzate.

Per quanto fosse ridicolo, non poteva che non leggere quel testo con la voce di sua madre. A quel pensiero gli scappò sorriso. Quel tizio stava tentando di dargli ordini, ma non aveva capito che lui non si faceva comandare tanto facilmente.

«ALLORA ROBERT TI DAI UNA MOSSA?!»

La voce di sua madre rimbombò per tutta la stanza.

“Giuro che se va avanti così uno di questi giorni me ne vado…”, pensò il giovane sbuffando rumorosamente mentre si toglieva la Techmask.

Robert prese fiato ed urlò a squarciagola di risposta «Mà, la vuoi finire?! Non ho fame ora, non rompere e lasciami lavorar–»

Un attacco di tosse gli spezzò la frase.

“Non ne posso più…”

Era ancora intento a schiarirsi la gola, quando sullo schermo apparve una serie di caratteri in verde acceso.

Decompilazione Terminata |
Tempo: 39h28m16s |
Recupero parziale di blocco 0xAF66CG -> “NWT.el” |
Dati conformi al 27%

«Yesss!» esclamò. Ce l’aveva fatta! Era riuscito finalmente ad estrarre quel dannato file NWT, anche se solo al 27%.

Non sapeva cosa ci avrebbe trovato dentro, ma era estremamente curioso. Stava navigando solo due giorni prima nel file system di NEXT per vedere se ci fosse qualcosa di interessante con la patch ed aveva notato l’esistenza di quel documento. L’aveva cercato ovunque, ma non sembravano esistere informazioni al riguardo nemmeno sulla documentazione ufficiale.

La cosa lo aveva gasato tantissimo ed ora poteva finalmente metterci mano. Con la mano tremante prese il mouse e spostò il cursore sul file.

Click Click

Un mare di codici e tabelle apparve sul suo schermo, molte delle quali erano insensate ed incomprensibili stringhe di caratteri casuali mal interpretati dal computer.

Robert iniziò a scorrere rapidamente il file alla ricerca di qualcosa di interessante, quando d’improvviso si fermò concentrato su alcune righe. Era a bocca aperta.

«Ma che cazzo è questo…»

Di fronte a lui c’erano modelli, statistiche e descrizioni di armi. Nuove armi. Meccaniche ancora sconosciute, nascoste sotto l’intricato e complesso sistema di crafting del gioco.

Molte parti erano incomplete o totalmente mancanti, ma di fronte a lui aveva il santo graal dell’ottimizzazione. Informazioni su oggetti che nessuno conosce, che nessun altro giocatore, probabilmente, nemmeno immagina che esistano! Quali enormi possibilità aveva di fronte? Avrebbe potuto dar vita al nuovo meta della stagione con una di quelle in mano!

Non riusciva a crederci, era una scoperta sensazionale. Scorreva rapido il file di fronte a lui trattenendosi dall’urlare per la felicità.

SBAM

Un rumore secco provenne da dietro le sue spalle e Robert si voltò di scatto col cuore in gola. Di fronte si trovò sua madre, in vestaglia da casa, con in mano la sua famigerata scopa. La donna era immobile e fissava Robert con uno sguardo che gli fece gelare il sangue.

Senza lasciargli il tempo di fiatare, sua madre iniziò a sbraitare «Allora giovanotto, ti decidi a scendere che è pronto da mangiare? Sai che non mi piace quando mi obblighi a salire fin quassù a vedere tutto il casino che lasci! Non provare a ribattere eh! Ecco bravo, alzati e tieni quella tua testa bassa, non voglio sentirti fiatare!»


Capitolo 43 - Robert! - FINE
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