Libro 1 - Capitolo 52
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Il campo di battaglia

Nel silenzio della stanza, i tre erano seduti ai rispettivi posti. Marco sulla sua poltrona e Nina sul divano, proprio lì accanto, con in mano il fidato controller. A terra, su un sottile materassino, era invece sdraiato Daniel, anch’egli con la TechMask addosso. A parte qualche leggero spasmo e il ticchettio dei tasti del gamepad di Nina, tutto nel grande deposito era immobile immerso nel silenzio.

Sull’isola volante le cose erano ben diverse. Il cielo era plumbeo e scuro, illuminato da qualche sporadico lampo. Il piccolo spiazzo usato per gli allenamenti era diventato un campo di battaglia. Profondi solchi erano sparsi qua e là, e decine di frecce ricoprivano il terreno.

Tra bagliori colorati e rumorose esplosioni, White e GoldenLeaf se le davano di santa ragione. Se qualcuno presente al tabacchino la settimana prima avesse assistito a quello scontro e se gli fosse stato detto che erano gli stessi due giocatori, probabilmente non ci avrebbe creduto.

Il primo duello tra White e GoldenLeaf era stato eccitante, ricco d’azione e pieno di colpi di scena, un combattimento tra due ottimi giocatori, senza dubbio. Ma quello, pensava Marco, quello era su tutto un altro livello.

Il guerriero fissava con fierezza i due allievi combattere sfoderando tutte le loro armi. Vedeva in loro il fuoco della sfida, capiva che stavano sputando sangue, che non si sarebbero mai arresi facilmente. I movimenti erano tesi, rapidi e precisi, non c’era spazio per errori.

La velocità con cui GoldenLeaf scoccava le sue frecce era praticamente al limite del possibile. Ogni colpo era lanciato da angolazioni sempre più assurde e con tecniche ben al di sopra di quelle di un qualunque giocatore Platino.

L’abilità di preveggenza di Daniel in quella situazione stava dando il meglio di se. Era impressionante come riuscisse a rimanere a distanza ravvicinata contro l’arciere sfruttando i movimenti forniti dalle sue abilità e contemporaneamente schivare buona parte dei colpi.

In quei pochi giorni le capacità di entrambi avevano fatto salti da gigante. Allenare tutti e due contemporaneamente aveva fatto sì che il miglioramento ottenuto fosse maggiore rispetto a quello che avrebbero avuto da soli, doveva ammetterlo. All’inizio era scettico, ma erano bastati un paio di pomeriggi per farsi ricredere.

Lo spirito competitivo di Nina la spingeva oltre i suoi limiti per dimostrare quanto fosse migliore di Daniel. Il ragazzo invece sembrava che venisse magicamente spronato dalla voglia di fare di lei, molto più di quanto lo zio potesse fare con le sue parole.

Marco uscì dai suoi pensieri giusto in tempo per vedere White a mezz’aria, a circa due metri da terra, ricoperto dalla tipica aura dorata di [Epifania]. Ogni fibra muscolare del monaco si tese mentre il Qi iniziava ad addensarsi intorno al suo braccio destro.

Tutto avvenne in una frazione di secondo. Marco riuscì appena ad analizzare la situazione. L’inclinazione del corpo, il momento in cui il pugno venne scaricato, tutto era armoniosamente perfetto. GoldenLeaf era stata messa all’angolo, non c’era via di scampo per come stavano le cose.

Il [Pugno Spirituale] colpì in pieno la ragazza, scaraventandola a terra con un’enorme onda d’urto. La campana suonò tre volte, decretando quindi la fine dell’incontro.

Scontro terminato. White vince.

White 3 – GoldenLeaf 2

White si avvicinò alla ragazza e le tese la mano per aiutarla ad alzarsi, ma lei ignorò il gesto e si rialzò da sola scrollandosi via la polvere dall’armatura bianca.

«Complimenti» disse EthernalTide battendo le mani ai due «un altro scontro fenomenale. In questi giorni siete migliorati a vista d’occhio! Anche questa volta fino all’ultimo siete stati esattamente pari… stupefacente!»

Nina si morse il labbro. Non importava cosa le stesse dicendo suo zio, lei aveva perso di nuovo. Negli ultimi giorni si era scontrata con White almeno 80 volte. Aveva perso il conto nel weekend, era un calcolo a spanne, ma era sicura di aver perso molti più duelli di quanto volesse ammettere, e questo le bruciava da morire.

Stava ancora ribollendo quando notò la mano di White tesa verso di lei. Si era levato il pesante guantone metallico.

«Non pensavo che mi sarei divertito così tanto anche dopo 85 scontri» disse Daniel con un leggero fiatone.

Nina lo osservò per qualche istante. Non sembrava stesse mentendo.

«Sì… mi sono divertita anche io» disse stringendogli la mano, lasciando lui e lo zio di stucco.

«Ma sappi che è inquietante che tu abbia contato i duelli. Sei strano Dani!» aggiunse poi con il suo solito tono provocatorio .

«Zio, allora cos’è questa cosa che dobbiamo fare stasera? Ce lo puoi dire ora?» domandò GoldenLeaf voltandosi verso il guerriero.

EthernalTide sorrise appena. Aveva detto loro che ci sarebbe stata una sorpresa, senza però dirgli di cosa si trattasse. Alla fine aveva ricontattato AlterErgo, dicendole che sia lui che entrambi i suoi allievi avrebbero preso parte alla battaglia. Non era molto, aveva ribattuto lei, ma sempre meglio di niente.

Con quella semplice mossa era riuscito a rientrare in contatto, anche se superficialmente, con la ragazza. Qualche mail sporadica per capire meglio la situazione, ovvio, anche se pian piano iniziava ad inserire qualche messaggio secondario, come una battuta o dei ‘come stai’.

Guardò la sezione delle notifiche sulla sua schermata, gli inviti per la War erano pronti.

«Non dovrete aspettare molto oltre, tranquilli. Riprendete fiato, ci sarà da divertirsi!» rispose misterioso Marco. Era stato abbastanza difficile tenere entrambi all’oscuro della cosa. Aveva cercato di rimanere sull’isola il più possibile e di girare solo nelle zone più remote o sotto il dominio dei Flawless, assicurandosi con AlterErgo che i vari gruppi di incursione non li avrebbero infastiditi. Sotto certi aspetti avere quei giocatori che girovagavano nei territori a caccia di qualunque altra persona vi mettesse piede aveva reso il loro farming tranquillo e senza intoppi. Non avevano infatti incontrato pressoché anima viva in quei giorni, e Daniel era riuscito a concentrarsi sulle missioni e sui Dungeon ancora più di quanto avessero previsto.

Ora non solo aveva raggiunto il livello 48, ma aveva sviluppato le sue capacità fino a un punto che nemmeno Marco avrebbe potuto immaginare. Se inizialmente sembrava solo una lontana speranza, ora poteva quasi scommetterci: Daniel avrebbe preso parte all’Eternal League.

Dopo che i due ragazzi si furono ripresi, sia nel gioco con la fontana del vigore, sia nel mondo reale riposandosi qualche minuto, Marco li chiamò a raccolta.

Una volta che i due furono abbastanza vicini mostrò loro con un sorriso trionfante cosa teneva in mano. GoldenLeaf e White fissarono quelli che sembravano tre pezzi di carta arancioni.

«Dalla tua faccia immagino dovrei conoscere questi cosi…» disse Daniel confuso spostando lo sguardo su GoldenLeaf per vedere la sua reazione, ma nemmeno lei sembrava avere idea di che cosa potessero essere.

«Questi, cari miei, sono dei biglietti per il più gr… mi correggo scusate, per il secondo più grande evento di quest’anno!» esclamò Marco, contento finalmente di rivelare ai due i biglietti «Questi sono degli inviti per la Guerra del Lino!»

Come era immaginabile, entrambi i suoi allievi continuavano a fissarlo con un misto di curiosità e sospetto.

«Questi sono due inviti ad una War ragazzi, la più grande che tutto NEXT abbia mai visto. Era un’occasione unica, quindi l’ho presa al volo! Vi farà bene dopo tutto questo allenamento, così metterete in pratica ciò che avete imparato!» spiegò Marco, poi aggiunse con un velo di eccitazione: «Sarà in streaming mondiale e dicono che ci sarà pure la TV! Allora che fate, non li volete?»

EthernalTide scosse i biglietti davanti alle loro facce. Senza pensarci oltre, White e GoldenLeaf allungarono immediatamente le mani e afferrarono ognuno il proprio invito. All’improvviso l’isola, il cielo e tutto ciò che li circondava iniziò a vibrare sempre più forte.

Sotto di loro si aprì un varco e i tre caddero per qualche metro atterrando su dell’erba soffice.

Quando White alzò la testa e vide ciò che lo circondava rimase senza parole. Si trovava in cima ad un’altura che dava su un’enorme piana limitata a destra dal mare e a sinistra da alte montagne. Davanti a loro, parzialmente nascosta da una nebbia sottile, si stagliava una fitta foresta composta da alberi secolari.

Qualche decina di metri più in basso, una marea di giocatori riempiva lo spiazzo erboso prima del bosco, correndo e preparandosi alla battaglia. Daniel non aveva mai visto tanti giocatori tutti insieme.

«Saranno centinaia…» disse White con voce quasi tremante.

EthernalTide rise leggermente «Migliaia, Dani, migliaia!»

Sia White che GoldenLeaf rimasero per qualche istante rapiti da quell’enorme massa di giocatori che si affrettava per terminare i preparativi per la battaglia imminente.

«Niente male eh» disse ad un certo punto Marco, poi indicò il sole che si avvicinava alla linea del tramonto «Non appena il sole toccherà l’orizzonte, la War avrà inizio. A giudicare dalla posizione, non dovrebbe mancare troppo, venti minuti, mezz’ora al massimo.»

Mentre i due erano ancora imbambolati, EthernalTide iniziò a scendere per il sentiero che portava all’accampamento. Al centro di esso, dietro decine di fortificazioni in legno e metallo, si trovava l’oggetto più importante di tutta quella battaglia: il Core. Circondato da rovine luminescenti, l’enorme cristallo blu che levitava a mezz’aria era ciò per cui tutti quei giocatori erano pronti a combattere. Se per qualunque motivo fosse stato distrutto, la War sarebbe terminata, e loro avrebbero perso. Ovviamente ne esisteva uno uguale per i loro avversari, da qualche parte al di là del bosco.

«Il territorio» iniziò a spiegare Marco controllando che gli altri due lo seguissero e lo ascoltassero «è suddiviso in diversi biomi, come il mare, la foresta, le montagne e così via. Ogni terreno ha i suoi vantaggi e i suoi svantaggi, quindi state attenti. A proposito, è la prima volta che partecipate a una War?»

«Io sì…» rispose GoldenLeaf, ancora distratta a fissare le armature di alcuni giocatori circondate da fiamme colorate, segno che dovevano avere GS vicini al massimo.

«Per me no, ma non erano nulla in confronto a questa» disse White rapito anche lui dalla quantità di giocatori con equipaggiamenti fuori scala intorno a lui. Dentro di lui sentiva sempre di più salire la voglia di combattere. Quell’invito era di certo il miglior regalo che Marco gli potesse fare!

«Beh, comunque le regole sono semplici. Di base si va di là» spiegò indicando oltre gli alberi di fronte a loro «si pestano gli avversari e si tenta di abbattere il loro Core, il cristallone per intenderci. La prima fazione che ci riesce, vince. Tutto qui.»

«E se si muore?» chiese legittimamente GoldenLeaf.

«Nulla di troppo grave. Bisogna aspettare di rinascere qui dal nostro Core. Attenzione che il tempo di respawn dipende però dal numero di volte che siete morti e da quanto è iniziata la War. A battaglia avanzata morire può voler dire essere fuori gioco anche per più di dieci minuti. Anche se può non sembrare, qui ogni singolo giocatore e ogni singolo secondo sono fondamentali per la vittoria» rispose il guerriero senza distogliere lo sguardo dal campo base come se fosse alla ricerca di qualcosa.

«Comunque» continuò «ci assegneranno a un battaglione e ci daranno dei ruoli con compiti ben specifici. Il nostro generale ha già preparato tutto, dovete stare tranquilli. Di base, io e GoldenLeaf che siamo oltre il 60 combatteremo, tu Daniel farai principalmente da supporto, almeno all’inizio.»

A quella notizia Daniel sbuffò appena. I giocatori di livello più basso durante le battaglie non erano di grande utilità, quindi spesso venivano equipaggiati con oggetti speciali. Un esempio era lo Hoplon, uno scudo tondo di grosse dimensioni che incrementava le difese degli alleati vicini e che li proteggeva dagli attacchi a distanza.

Questo, unito a bastoni in grado di curare e fucili lenti ma dal danno elevato, permettevano ad un battaglione numeroso di giocatori di basso livello di potenziare ulteriormente quelli di livello più alto, che invece combattevano sul serio.

Un giocatore al softcap supportato da sei o sette alleati poteva essere considerato quasi il doppio più forte, anche se questi ultimi avevano decine di livelli in meno.

Vedendo lo sguardo un po’ demoralizzato di Daniel, Marco aggiunse: «Però tranquillo, con una battaglia di queste dimensioni non pensare che ti lasceranno solo tenere in mano uno scudo!»

I tre stavano camminando da diversi minuti quando entrarono finalmente nel campo base. Erano circondati da giocatori che correvano e strillavano, portando con loro equipaggiamenti, pozioni e proiettili per le grandi armi da guerra. Il tempo scorreva rapido, e tutto doveva essere fatto alla perfezione.

Dopo un po’, a Daniel fu chiaro che si stessero dirigendo verso una delle tende più grandi e vistose, che spiccava con la sua bandiera non molto distante da loro su un piccolo terrapieno. Lì di fronte, intorno a un tavolo, si potevano notare delle persone che discutevano animatamente.

“I generali”, pensò Daniel aguzzando la vista “ma quella…?!”.

Il cuore di Daniel saltò un battito per un momento. Non era sicuro di aver visto bene, ma sperava tanto di sbagliarsi.

«M-marco» balbettò appena il ragazzo «tra chi hai detto che è questa War?»

«Ah, non l’ho detto» rispose lui quasi con leggerezza, come se non fosse importante «tra i Flawless e gli Emperor. Noi, ovviamente, tifiamo per i primi.»

Daniel deglutì rumorosamente, sbiancando vedendo la bandiera col gallo rampante simbolo dei Flawless sventolare sul terrapieno.

Era finito dritto nella tana del leone.


Capitolo 52 - Il campo di battaglia - FINE
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