Libro 1 - Capitolo 53
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Battaglione 13

“Come diavolo è successo?”, pensò Daniel maledicendo se stesso, mentre veniva sballottato a destra e a sinistra da decine di giocatori. Non era certo che le cose sarebbero potute andare peggio di così.

Aveva seguito Marco all’interno dell’accampamento diretto verso il campo base, quando un fiume di giocatori diretti verso la costa li aveva travolti. Daniel aveva provato a non perdere Marco e Nina, ma l’enorme massa di persone non gliene aveva dato la possibilità.

Tra le urla e le imprecazioni della marea che lo aveva travolto, Daniel era riuscito a sentire Marco urlargli un incoraggiante – si fa per dire – “Buona fortuna”, seguito da altre parole che gli erano risultate incomprensibili data la distanza che li divideva.

Aveva provato a scrivere a entrambi, ma il supporto non gli permetteva di mandare messaggi privati o mail all’interno del campo di battaglia.

Solo i capigruppo possono inviare messaggi privati.

Così gli aveva detto. Probabilmente era una misura necessaria per gestire l’enorme mole di giocatori concentrata in un’unica zona. I server di NEXT stavano quasi sicuramente andando a fuoco, in quel momento.

Così, ormai incastrato nella fiumana di soldati, a Daniel non era rimasto che seguirli senza nemmeno sapere bene dove fossero diretti. Era lontano da Marco e circondato dalla gilda che non molto tempo prima lo aveva praticamente rapito. Aveva valutato la possibilità di abbandonare la partita, ma quando aveva provato ad uscire il supporto lo aveva elegantemente minacciato.

Sei realmente sicuro di voler abbandonare l’evento [La Guerra del Lino]?

Se abbandoni ora, non riceverai il bottino di guerra e l’esperienza dell’evento. L’abbandono verrà segnalato agli organizzatori.

Non appena lesse quel messaggio, Daniel deglutì leggermente. Per quanto di certo il bottino e l’esperienza per un evento simile non erano da sottovalutare, ciò che lo spaventava di più era tutta la questione della segnalazione. Alla fine, in quel momento, era solo uno delle migliaia di giocatori al servizio dei Flawless. Molti non venivano nemmeno dalle loro Flotte, bensì erano semplici giocatori assoldati come mercenari. Circondato da tutti quei giocatori non era nemmeno considerato come White, ma solo come un numero, uno dei tanti soldati senza nome al servizio della gilda.

Se invece avesse abbandonato, qualcuno ai vertici avrebbe certamente letto la segnalazione, e se avesse riconosciuto il suo nome non dubitava che sarebbe finito in mezzo ad altre grane. Non sopportava l’idea di dover incontrare nuovamente DemonEye e FullMoon.

Daniel ancora non aveva idea di quanto o perché la gilda potesse avercela con lui, ma in ogni caso era meglio cercare di non dare troppo nell’occhio e di non finire per scoprirlo a proprie spese.

Era troppo vicino al raggiungere finalmente il suo primo obiettivo, per mandare tutto in malora. Era a un passo dal livello 50, con il quale avrebbe potuto accedere ad una delle tante Classi di Prestigio a disposizione. A quel punto si sarebbe finalmente ricongiunto con Red, Orange, Blue e Plum, così come gli era stato detto di fare da Black quel giorno alla fumetteria. Forse una volta che fossero stati tutti insieme avrebbe iniziato a capirci di più su ciò che stava succedendo.

Era ancora immerso nei suoi pensieri, quando all’improvviso l’enorme guerriero che lo precedeva nella fila si fermò di scatto bloccandogli il passaggio. White gli finì addosso, portando ad una scomposta reazione a catena da parte dei giocatori che lo seguivano.

Ci volle qualche minuto prima che tutti riuscissero a prendere posto su quella che sembrava essere la spiaggia che aveva visto dall’altura quando era arrivato. Poteva vedere, non troppo distanti dalla riva, una decina di navi ormeggiate da cui erano partite alcune piccole imbarcazioni.

«Benvenuti nel Battaglione 13!» gridò una voce femminile poco distante da lui sulla riva, ma di cui, a causa della folla, White non riusciva a individuare la proprietaria «Siete stati selezionati come reggimento per l’invasione navale, siatene fieri!»

Uno spostamento fugace dei giocatori di fronte a lui fece sì che, per un momento, Daniel potesse riuscire a vedere la donna.

Il nome sulla sua testa indicava che si chiamava Monday, e aveva l’aspetto di una giovane dai capelli rossi e lo sguardo autorevole come quello di chi è estremamente sicuro di sé.

White cercò lentamente di farsi largo tra la folla nel tentativo di avvicinarsi un po’ di più, riuscendo ad arrivare in seconda fila. Ora riusciva a vedere molto meglio la situazione.

Dietro a Monday c’era un altro uomo che la seguiva passo passo. Si chiamava Drake, era alto e ben piazzato, completamente vestito di nero, con abiti in stile rinascimentale e con un enorme cappello a tesa larga, ornato da una vistosa piuma rossa. A differenza di molti giocatori aveva l’aspetto di un uomo più anziano, sulla cinquantina, con una lunga barba incolta di un castano sbiadito.

White cercò di guardarsi intorno. Per tutta la lunghezza della spiaggia altre coppie di persone sembravano parlare alle truppe ordinate su diverse file. Non era facile da dire, ma ad occhio ci dovevano essere più di mille giocatori pronti ad imbarcarsi.

«Sarò schietta con voi» continuò la ragazza passando con lo sguardo su tutti i giocatori di fronte a lei «la nostra non sarà una passeggiata. Non siamo fanteria, non siamo i reggimenti d’elité. Chi morirà non potrà tornare con noi. Se ce la giochiamo male, la nave affonda e saremo fatti a pezzi. Inoltre, il mare ci sarà avverso, stanotte hanno messo tempesta.»

L’uomo dietro di lei le posò una mano sulla spalla sussurrandole qualcosa all’orecchio, e la donna si fece subito da parte interrompendo il suo discorso.

«Quello che vuole dire il capitano in seconda» sbraitò Drake allargando le braccia con un sorriso a tratti inquietante «è che se siete qui siete solo dei luridi rifiuti di mare!»

L’uomo fece qualche passo avanti, avvicinandosi alla prima linea. Tutti lo osservavano confusi, mentre qualche risolino si sollevava dalle file più arretrate e nascoste.

Drake attese qualche istante che la folla tornasse in silenzio. Non sembrava essere a disagio di fronte agli sguardi di molti giocatori che già lo consideravano uno svitato.

«Questa, avanzi che non siete altro, è quella che in gergo viene chiamata missione suicida, avete capito!? Loro sono di più, hanno giocatori più forti, e il nostro punto di sbarco è circondato da scogli affilati come i coltelli che usava vostra madre per sgozzare i polli, capito?!»

Tutti fissarono ancora più straniti l’uomo. Dato il loro volume, le sue urla erano sicuramente udibili anche dai gruppi vicini a loro, ma il suo modo di parlare, pieno di grugniti e strani suoni gutturali, rendeva difficile comprendere le sue parole anche a quelli che stavano davanti. Per non parlare del suo terribile accento, non meglio definibile ad un primo ascolto.

Tutti rimasero comunque immobili, confusi di fronte ad un’uscita del genere. Quell’uomo, era innegabile, sembrava davvero un marinaio del sedicesimo secolo, sia nei modi di fare che nell’aspetto.

Il ragazzo di fronte a White si chinò quasi impercettibilmente verso il compagno a fianco e gli sussurrò qualcosa all’orecchio. Daniel non era sicuro, ma pressapoco doveva aver detto qualcosa di simile a “Questo tizio è matto da legare, hai sentito come parla?”

Ai due giocatori in prima fila scappò un leggero risolino che coprirono malamente.

Il marinaio s’interruppe bruscamente e si voltò verso i due. Si avvicinò a quello di fronte a White, facendo lunghi e lenti passi sulla sabbia, scanditi dal tintinnio delle tante collane e gingilli che indossava.

«Eh eh…» rise leggermente mostrando i suoi scintillanti denti argentei. I suoi occhi azzurri guardarono il giocatore per qualche istante. Non era chiaro, sembrava che ironicamente anche lui si stesse divertendo con loro.

BOOM

L’uomo fu tanto veloce che White non si accorse di nulla fino a quando non sentì il botto. Drake aveva estratto una delle sue numerose pistole dal fodero e l’aveva puntata alla testa del ragazzo di fronte a lui. Da quella distanza e con quella rapidità non c’era stato modo di ribattere.

Drake premette il grilletto e un getto di scintille, fumo e piombo investì il viso del ragazzo, che si accasciò immediatamente sulla sabbia, per poi sparire poco dopo. Ora che il ragazzo non lo copriva più, White era proprio di fronte a Drake, che lo fissava negli occhi con il suo sguardo penetrante.

Per un momento, Daniel si sentì come giudicato dall’uomo. Era una sensazione strana, che non sarebbe stato in grado di descrivere con precisione. Tutti i giocatori lì intorno erano immobili, senza parole per ciò che era appena successo.

«Guardate i vostri piedi» disse Drake indicando con la canna fumante della pistola la sabbia bagnata dalle onde «fino a quando voi luride canaglie sarete sopra, sotto o di lato a della dannata acqua, beh, ecco fino a quel dannato momento IO sono il vostro dannato capitano, e questo è quanto! Siamo in guerra, oggi!»

Dopo quelle parole nessuno osò fiatare. Era probabile che la quasi totalità dei presenti considerasse Drake un pazzo o un invasato, ma era ovvio che non stesse scherzando. Anche se non era ben chiaro perché, incuteva una specie di timore reverenziale, e meritava di essere il loro capitano, qualunque cosa volesse dire.

Drake distolse lo sguardo da White, che sentì come se un peso si fosse sollevato dalle sue spalle.

«Tutti coloro che si trovano tra qui» disse l’uomo indicando un giocatore a qualche metro di distanza alla sua sinistra, per poi girarsi verso la parte opposta e fare la stessa cosa «E qui! Ecco, siete appena diventati la ciurma della Cerva Dorata, quello splendore che vedete laggiù. Quella dannata nave sarà l’unica cosa che vi dividerà da una morte terribile tra le braccia del mare, quindi dovrete trattarla come vostra sorella, è chiaro?!»

Monday si fece avanti: «Ora muovetevi e salite sulle scialuppe. Il sole è ormai prossimo all’orizzonte, questa guerra sta per cominciare!»

Una giocatrice ricoperta da una vistosa armatura dorata si fece avanti tra la folla.

«Non sono stata pagata per farmi trasportare da un pazzo su una nave diretta palesemente verso una sconfitta. Io, come altri qui, sono una giocatrice con un GS superiore a 500, questa è una presa per il culo!» gridò la ragazza sbattendo diverse volte la spada a per terra.

Drake, stranamente, non si scompose eccessivamente e si avvicinò alla ragazza, che era già pronta a rispondere a qualunque movimento sospetto dell’uomo.

Drake allungò la mano, facendo sobbalzare tutta la prima fila. Per fortuna, non ci fu nessun colpo di pistola, ma solo uno schermo olografico che apparve sul suo palmo, proprio di fronte al viso della ragazza.

White, non troppo distante, allungò il collo per sbirciare e come tutti i vicini rimase di sasso.

Drake, Pirata Liv.98 (GS 995)

Anche la ragazza rimase a bocca aperta. Erano davvero pochi i giocatori che potessero vantare un livello così alto dopo così poco dall'uscita dell'espansione. Per non parlare del suo folle GS 995. Ora si spiegava come avesse fatto poco prima a mettere KO l’altro ragazzo con un solo colpo.

«Io… non ne avevo idea…» cercò di scusarsi in qualche modo la ragazza.

«Non fa nulla, ragazza.» sorrise appena l’uomo «Non potevi saperlo.»

Senza lasciare spazio ad altre parole, Drake spense il piccolo schermo olografico e con una naturalezza disarmante incrociò le braccia, così che ogni mano andasse ad afferrare una delle due pistole tenute nelle fondine ai fianchi. Il pirata estrasse le armi e sparò contemporaneamente alla ragazza da distanza ravvicinata.

I proiettili perforarono l’armatura della ragazza come se fosse cartapesta. Il danno critico era stato così alto da eliminarla sul colpo, mentre l’impatto gettò il suo corpo senza vita e tutti quelli che le stavano dietro a terra.

«Perfetto! Se nessun altro di voi inutili scarti ha altre dannate domande, direi che possiamo partire!»


Capitolo 53 - Battaglione 13 - FINE
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