Libro 1 - Capitolo 57
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La stella cadente

Per un momento, Daniel rimase incredulo nel vedere Silverfox.

La ragazza lo guardò rapidamente e gli lanciò un sorriso criptico, poi ritornò a fissare i quattro Emperors. Erano due ladri, un guerriero armato di lancia e uno armato di spada. Quest’ultimo, un certo Excaius, da come si comportava aveva tutta l’aria di essere il loro capogruppo.

«Anche dopo tutti questi livelli, ancora non sai darti un contegno? Non sei alla Cittadella dove puoi far finta di essere bravo. Questa è una vera guerra!» lo schernì quasi divertita, per poi mettersi in posizione di combattimento.

Daniel la seguì posizionando i pugni di fronte a sé: «Beh, ora è un 2 contro quattro. Mi sembra fattibile, tu che dici?» rise leggermente lui.

«Due?» domandò la ragazza con un sorriso felino «Quanto sei ingenuo…»

Subito la ragazza allungò la mano e le gemme nei suoi guanti si illuminarono. Le ceneri dell’esplosione iniziarono rapidamente a vorticare. Una creatura a metà tra una volpe e un lupo si fece strada tra la polvere come se stesse uscendo da una fossa dal terreno.

La folta pelliccia bianca era striata da alcune rune color porpora. Non appena emerso del tutto, il lupo rivelò le sue nove code e iniziò a ringhiare mostrando dei lunghi canini affilati.

Daniel lo guardò con attenzione. Era almeno quattro volte più grande di quanto ricordasse. Le scintille e il fumo che fuoriuscivano dal terreno intorno a lui non facevano altro che renderlo ancora più spaventoso.

«Inferno… Divorali.»

La creatura si gettò a capofitto su uno dei due ladri. Qualche passo più indietro, Silverfox era impegnata a muoversi e dare comandi al lupo, tenendo contemporaneamente a bada un altro nemico, grazie all’aiuto di qualche [Dardo Incantato].

La sua capacità di controllare Inferno e contemporaneamente combattere era davvero stupefacente. La loro coordinazione era migliorata tantissimo rispetto all’ultima volta che lei e White si erano visti.

Il ragazzo rimase qualche istante fermo, lasciando che fosse la compagna ad aprire lo scontro, quando un segnale d’allarme provenne dalle retrovie.

In lontananza si poteva scorgere una fiamma verde seguita dalle sagome di diversi giocatori.

“Merda… GaijHunter!”, pensò allarmato Daniel, intuendo immediatamente che quel colore era il temibile spadone del guerriero. Gli Emperors stavano per avere nuovi rinforzi e a quel punto non sarebbero bastati Azoth e i suoi compagni per fermarli.

Le loro probabilità di vittoria si stavano abbassando ogni secondo che passava.

White guardò verso il Core. Dell’intero battaglione, lui e Silverfox erano i più vicini. Il grosso cristallo rosso era davvero lì, non lontano, e c’erano soltanto i quattro nemici a dividerlo dal suo obiettivo. Il ragazzo strinse i denti, non poteva permettersi nessun errore.

«Ci sei, White?!» gridò Silverfox preoccupata, lanciando [Prigione di Ghiaccio] su uno dei nemici che la stavano attaccando. Si aspettava che il monaco venisse a darle supporto, invece era rimasto indietro immobile in mezzo allo scontro.

«Ancora un secondo!» le rispose White. La ragazza gli lanciò uno sguardo velenoso senza capire cosa diamine stesse aspettando e iniziò ad indietreggiare, mettendo qualche metro tra lei e i quattro Emperors. Anche se aveva con sé Inferno, non era così che aveva immaginato lo scontro.

Daniel chiuse un momento gli occhi. Doveva concentrarsi, doveva calmarsi. Non era come durante gli allenamenti con Marco, quella era una vera battaglia. L’adrenalina che fino a poco fa lo spingeva a combattere, ora gli remava contro.

“Concentrati…”, pensò il ragazzo facendo respiri profondi. Contava lentamente ogni volta che inspirava, sentendo rumore sordo del suo cuore che batteva. Si era allenato a lungo e aveva raggiunto ottimi livelli durante le sessioni di meditazione, ma non era ancora riuscito a raggiungere i risultati di Marco.

Un altro respiro profondo.

La sua mente iniziava a svuotarsi e il suono della battaglia intorno a lui si faceva sempre più lontano. Il corpo sembrava sempre più leggero e rilassato, mentre la sua mente lasciava andare sempre di più il suo io fisico andando a focalizzarsi unicamente sui suoi sensi in battaglia.

Iniziò a visualizzare il suo stato d’animo. Un enorme pozzo pieno di tutte le sue paure, i suoi umori e le sue gioie.

Un altro respiro.

Il pozzo si fece sempre più scuro e buio. Daniel venne circondato da un’infinita oscurità densa mentre lentamente scendeva sempre più in profondità. Sentiva che tutti i suoi pensieri iniziavano a scorrere via da lui, sfiorandolo appena e andando via via ad assottigliarsi perdendo forma, colore e dimensione.

Sentiva di essere ormai giunto sul fondo di quel pozzo. La sua mente toccò l’acqua scura come una goccia che cade dal cielo. La superficie si increspò leggermente e i cerchi concentrici generati andarono via via ad allargarsi verso l’infinità di quel palazzo mentale.

«White!!!» l’urlo di Silverfox squarciò il silenzio.

White aprì gli occhi proprio nell’istante in cui una lancia stava per perforargli il viso. Senza un tremito, il ragazzo si spostò di lato, appena il giusto per non essere colpito dalla carica del nemico, che rimase a bocca aperta.

Dall’esterno sarebbe stato difficile da dire, ma White ora poteva davvero dare il meglio di sé. Percepiva tutto ciò che lo circondava con una calma disarmante. Ogni movimento, ogni nemico, non erano che immagini a rallentatore. La lancia era ancora a pochi centimetri da lui mentre il guerriero si avvicinava con gli occhi sbarrati per quella schivata.

La luce di [Epifania] si accese all’improvviso come un faro nella notte, i Tirapugni Infernali presero fuoco, ricoprendo le braccia di White di fiamme e fumo scuro.

Con velocità disarmante, Daniel si mise in posizione di combattimento, il pugno lungo il fianco. Scaricò il primo colpo della combo di [Tecnica del Drago] sulla bocca dello stomaco del lanciere.

Critico!

Lo stridere dei tirapugni metallici sull’armatura del guerriero fece rabbrividire Silverfox. Una pioggia di scintille creata dal metallo scuro dei tirapugni e dalla fornace al loro interno investì il lanciere. L’attacco ebbe effetti devastanti, tanto che l’uomo dovette appoggiare la lancia a terra per non perdere l’equilibrio.

In quell’istante, dietro di lui apparve uno dei due ladri pronto a colpirlo alle spalle, ma non riuscì nemmeno ad estrarre i pugnali che White era già su di lui con il secondo colpo della combo.

Silverfox era senza parole. La velocità di reazione di White era addirittura superiore alla sua; per far entrare il secondo attacco di [Tecnica del Drago] in quel modo doveva per forza aspettarsi un attacco alle spalle di quel tipo. Ma come era possibile?

Il frutto dell’allenamento con Marco lo aveva forgiato, trasformando il Daniel istintivo in un’affinata macchina da combattimento, capace di intuire la strategia nemica in pochi istanti e rispondere con mosse efficaci. La sua capacità di preveggenza non faceva che amplificare ulteriormente queste abilità, dando l’idea che White potesse realmente vedere nel futuro.

Il monaco iniziò a scontrarsi con i due assalitori senza la minima esitazione. I suoi colpi erano forti e precisi, mentre quelli dei suoi avversari andavano via via a farsi sempre più sconclusionati. Non importava cosa facessero, il monaco era sempre un passo avanti a loro, schivando e rispondendo al doppio della potenza.

“È come se… stesse ballando”, notò Silverfox vedendo i movimenti raffinati e ritmici del compagno.

La velocità d’attacco di White, grazie alla combinazione di [Furia Shaolin] e l’Anello 0x34eFa1, era arrivata quasi al suo massimo. Nel tempo in cui il lanciere tentava di colpirlo con un affondo, White era in grado di scaricargli tre pugni addosso e aveva ancora il tempo per riposizionarsi fuori portata.

Contro un avversario così, non c’era differenza di livello che tenesse: i due non avevano speranza.

Il terzo e ultimo colpo della combo scaldò ulteriormente l’aria intorno a White incendiando l’erba ai loro piedi e spedendo a terra i due. Il grosso pugno metallico del monaco si scontrò direttamente sulla faccia del ladro. Il rumore secco delle ossa che si rompono segnava la fine per lui, mentre la potente ondata di calore scaraventò l’altro lontano, nel bel mezzo della battaglia.

Senza nemmeno voltarsi, con una spinta all’indietro il ragazzo si gettò su Silverfox. Non appena il monaco posò la sua mano sulla ragazza, questa venne ricoperta da uno scudo traslucido.

[Salvaguardia]: ti getti di scatto verso un compagno, garantendo uno scudo protettivo ad entrambi.

Esattamente in quel momento, la spada di Excaius, ferito dallo scontro con Inferno da cui era riuscito a sfuggire, cercò di ferire la Tamer. Se avesse colpito la ragazza avrebbe certamente reso più difficile controllare il suo compagno. Due piccioni con una fava in pratica.

Ma la protezione di White era arrivata giusto in tempo e la sua arma andò a cozzare contro la barriera di energia, infliggendo solo un danno minimo.

«Silvefox!» gridò White.

«Capito!» rispose lei. L’avversario era davanti a loro due, palesemente fuori posizione. Non c’era bisogno di aggiungere altro.

La [Prigione di Ghiaccio] della Tamer lo bloccò sul posto, rendendogli impossibile fuggire. Sopra di lui la mano destra di White emanava una forte luce azzurra.

[Pugno Spirituale]

L’attacco, al massimo del suo potenziale, ebbe un effetto devastante, lanciando a gran velocità Excaius. L’angolazione con cui venne scagliato il guerriero era stata perfetta, facendo sì che il gigante in armatura si scontrasse direttamente col ladro poco più indietro.

«Inferno, ardi!»

Al comando della Tamer, la bestia s’incendiò illuminando il campo di battaglia per poi esplodere in una fragorosa pioggia di fuoco, che investì entrambi gli avversari. Per loro, non ci fu niente da fare.

Sembrava fatta.

«Oh, merda» inveì invece Silverfox voltandosi. Gli ostacoli non sembravano essere finiti lì. A pochi metri da loro, la lama verde di GaijHunter si avvicinava facendo strage dei loro alleati.

Alla vista del guerriero l’animo di White venne scosso da quella che, forse, era paura. La sua mente si destabilizzò per un istante e così tutto tornò alla normalità.

«Cazzo!» esclamò il ragazzo. Non era riuscito a contenere le sue emozioni e aveva perso la concentrazione, uscendo dallo stato di flusso.

«Ora che facciamo?» domandò Silverfox nella speranza che il compagno avesse una soluzione. Qualunque cosa avesse fatto White in quel periodo, lo aveva trasformato in un Esperto non da poco. Excaius e gli altri erano giocatori di livello alto, ma nulla di più: davanti a una divinità come GaijHunter invece non c’erano speranze per loro.

Erano arrivati così vicini al loro obiettivo e ora stavano per venire annientati dal generale nemico.

Miracolosamente, una pioggia di lame blu cadde dal cielo seguite subito da due figure ammantate. Azoth, armato delle sue due spade, iniziò uno scontro frenetico con l’enorme guerriero, aiutato da una ragazza armata con un lungo stocco in una mano e una sfera fluttuante nell’altra.

Daniel rimase a bocca aperta. Quella era Blue!

«Muovetevi idioti! Il tempo stringe, non lo terremo qui ancora a lungo!» gridò Azoth ai due parando un affondo di GaijHunter che fece tremare la terra sotto i loro piedi.

In quel momento la mente di Daniel si riempì di un mare di dubbi, domande e sentimenti contrastanti. Cosa ci faceva Blue lì? Con che coraggio si avvicinava tanto al capo degli stessi Emperors? Come poteva tenere il passo con Azoth?

Per un momento avrebbe voluto mollare tutto e andare direttamente da lei per avere delle risposte, ma era ovvio che non fosse assolutamente il momento.

Strinse i denti, si voltò e insieme a Silverfox corse verso il Core a tutta velocità. Alcuni Emperors, vedendo i due avvicinarsi pericolosamente al cristallo, si misero all’inseguimento. Se non ci fosse stato un giocatore del livello di Azoth a bloccarlo, di certo GaijHunter sarebbe arrivato su di loro in un batter d’occhio e si sarebbe preso le loro teste con la stessa facilità con cui respira.

White e Silverfox non potevano fare altro che affidarsi sulle capacità dei loro alleati, nella speranza che questi stessero dando tutto quello che rimaneva loro per permettergli di raggiungere il cristallo.

Le difese fisse erano impegnate da alcuni membri del gruppo di Azoth, facendo sì che i due non dovessero preoccuparsi troppo dei dardi che ogni tanto passavano loro vicino. Qualche colpo andò a segno, ma i danni erano superficiali e ignorabili.

«Dai dai dai!» gridò Silverfox con un misto di foga e tensione per la situazione in corso. Il grosso Core era lì di fronte a loro a ormai poco più di venti metri. Gli bastava ancora così poco per poter essere finalmente a tiro.

Improvvisamente il cielo si fece ancora più scuro, poi una luce vermiglia lo illuminò. Le nuvole si aprirono come fauci e da queste uscì un enorme meteorite ricoperto di fuoco.

[Estinzione]

I due fecero appena in tempo ad accorgersi dell’enorme meteora in arrivo su di loro. Dalla collina al loro fianco una donna li osservava con un sorriso beffardo in volto. Da quella distanza, Daniel riuscì appena a intravedere qualcosa. Non faceva parte degli Emperors, doveva essere di una gilda mercenaria, chiamata Sovereign, che non aveva mai sentito nominare.

«Cosa… cazzo è quella?» domandò Silverfox con voce tremante fissando l’enorme masso che a breve si sarebbe scagliato su di loro. Il raggio d’azione di quella cosa era così grande che avrebbe potuto investire un battaglione intero.

Erano ancora troppo lontani dal Core quando l’enorme meteorite si schiantò su di loro con un’esplosione mai vista prima. Il rumore fu tanto forte da essere udito fin dalle prime linee, la terra tremò per un chilometro e l’onda d’urto scaraventò via anche i giocatori più distanti.

Alla vista di tanta distruzione, la battaglia si calmò per un istante. Ciò che rimaneva del Battaglione 13 e l’intero gruppo di Azoth rimasero pietrificati di fronte a quella scena. Anche la loro ultima speranza era appena stata cancellata da una singola abilità.

Il fumo si alzava dalla zona dell’impatto per decine di metri come una colonna che raggiungeva fino le nuvole.

Il frastuono della meteora aveva lasciato il posto al silenzio sbigottito dei presenti. Anche GaijHunter, per un istante, sembrava essersi fermato come per assaporare al meglio la scena della disfatta nemica.

All’improvviso, come un puntino in alto nel cielo, dalla colonna di fumo spuntò la figura di un uomo. Emanava una luce dorata e lasciava dietro di sé una scia di scintille e fumo.

Nei giorni successivi sarebbe stato ricordato come “La stella cadente”, il monaco con la coda di fuoco che, spinto dall’enorme onda d’urto del meteorite e protetto da un qualche tipo di immunità, planò con forza sul Core degli Emperors.

“Pugno Spirituale… cazzo!”, pensò White come un grido disperato mentre cadeva a tutta velocità sul grande cristallo. L’esplosione di Qi incrinò il Core che per un attimo lampeggiò.

White del Battaglione 13 ha inflitto il Primo Colpo!

Il Core degli Emperor ha iniziato a subire danni!

Il messaggio del supporto venne visualizzato contemporaneamente ovunque, dalla prima linea fino ai gruppi arretrati in coda al Battaglione 13. Un grido di speranza si levò dal lato dei Flawless, il cui vigore sembrava tornato ancora più forte di prima.

Il [Pugno Spirituale] di White aveva solo intaccato superficialmente il Cristallo, ma Daniel sapeva che non era il danno che avrebbe fatto la differenza. Era l’idea che anche se i Flawless erano in netto svantaggio, c’era una speranza.

L’effetto di [Salto Mortale] con cui White aveva magistralmente schivato tutto il danno di [Estinzione] stava ormai finendo. Per quanto non fosse riuscito a rimanere immune all’enorme onda d’urto di quell’abilità, la posizione sopraelevata lo aveva scagliato a decine di metri d’altezza.

Sfortunatamente, ora non aveva altre protezioni, e l’amara verità era che non avrebbe potuto fare nulla per rallentare quella caduta. L’impatto col terreno fu tale da ucciderlo sul colpo.

Tutto divenne immediatamente nero.

Un piccolo puntino al centro della schermata lampeggiava scandendo i secondi. Dopo qualche istante, finalmente, apparve il supporto.

La battaglia continua. Vuoi unirti? [Sì] [No]


Capitolo 57 - La stella cadente - FINE
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