Introdursi con la forza
Blue era sparita da dieci minuti, lasciando White ad aspettarla non troppo distante dalla Villa dei WhiteSharks. Lasciarlo da solo con tutta quella pressione addosso non era stata forse una delle migliori idee. Il ragazzo ora non faceva altro che pensare e riflettere su ciò che stava succedendo, e soprattutto su cosa sarebbe successo a breve.
Attaccare una Villa era un atto gravissimo. In pratica era una vera e propria dichiarazione di guerra. Se fosse stata una gilda di basso rango, ad esempio Argento o anche Oro, sarebbe stato un discorso. Ma i WhiteSharks erano Diamante III, quindi si poteva tranquillamente aspettare una difesa simile a quella di Villa Seconda dei Flawless.
Tra guardie NPC armate e giocatori, in due sarebbe stato impossibile. In quel modo si sarebbero fatti dei nemici molto pericolosi, rischiando di mandare in fumo l’intero piano dei Rainbows.
“Ne vale la pena?”, continuava a chiedersi Daniel. Midnight valeva davvero l’Eternal League o milioni di Zed?
Scosse la testa. Come poteva anche solo domandarselo? Anche se non l’avesse conosciuta, se davvero le cose stavano come Blue le aveva intese, non avrebbe potuto tirarsi indietro.
Aggiungendo poi che lì si parlava di Helen, era suo dovere fare qualcosa. Cosa, però, ancora non gli era chiaro.
Daniel si colpì di nuovo, per cacciare via certi pensieri. Non voleva pensare a Helen in quel modo. Erano amici, avevano preso un thé e parlato un paio di volte. Solo amici. Niente di più… forse.
Il tintinnio lo avvertì che gli era arrivato un messaggio. Subito aprì la chat per controllare se fosse Midnight.
[Blue] Sto arrivando, tieniti pronto.
Daniel deglutì appena. Faceva sul serio. Anzi, facevano sul serio.
[White] Spero che ti stia portando un esercito se vuoi realmente riuscire in questa cosa…
[Blue] Tranquillo, ho qualcosa di meglio di un esercito
Daniel non capì immediatamente quella risposta, quando il vociare della folla attirò la sua attenzione. Il ragazzo alzò la testa per capire meglio cosa stesse accadendo.
Non poteva credere a quello che vedeva.
Dall’altra parte della strada si stava avvicinando Blue, e non era sola. Con lei c’era Azoth in persona, seguito poco dietro da Rentaro.
«Merda…» imprecò il ragazzo esterrefatto «Quella si è portata due Guardiani?!»
Daniel rimase a bocca aperta. Con chi aveva avuto a che fare fino a quel momento? Conoscere NorthDuke era già di per sé un onore, ma convincere ben due Guardiani a seguirla?
“Chi sei veramente?!”, si domandò White, mentre Blue gli fece cenno di avvicinarsi.
«Perfetto, ora che ci siamo tutti, direi che siamo abbastanza» disse Blue al gruppo.
«Sei sicura di questa cosa?» domandò Azoth osservando la grande Villa «Sai che è una dichiarazione di guerra, questa? Se ti dovessi sbagliare…»
«Non mi sto sbagliando» lo interruppe Blue «Tu non lo faresti se fossi io là dentro?»
«Certo, però-» cercò di spiegarsi Azoth, ma la ragazza non sembrava dargli tempo di finire di parlare.
«Perfetto, allora fai proprio come se fossi io. Questa è come la quest “Salva la Principessa Laviya”. Non si tratta solo di entrare ed eliminare i guardiani del castello, il vero obiettivo è salvare la principessa dalle grinfie del conte. È chiaro?»
Rentaro rise appena: «Entrare, punire i cattivi e uscire con la bella. Limpido!»
«Spero che tu abbia ragione» sospirò Azoth «altrimenti questa me la pagherai grossa. Grossissima.»
«Anche io ti voglio bene, fratellino!» esclamò Blue facendo l’occhiolino al fratello.
In tutto quello, White era rimasto in disparte ad ascoltare, paralizzato da quello che stava succedendo. Aveva già visto Blue al fianco di Azoth, durante la battaglia, ma quello non gli aveva fatto sorgere alcun sospetto. D’altronde, anche lui era stato molto vicino a Drake, perché la situazione lo imponeva.
Venire però a scoprire che i due erano fratelli, lo aveva scioccato. Era come essere imparentati con un qualche attore o una rockstar. I Guardiani erano la seconda squadra dei Flawless, praticamente appena sotto lo stato di divinità su NEXT. Basti pensare che più volte si erano presentati a tornei ufficiali d’altissimo livello e avevano sfidato anche squadre in Top10.
Improvvisamente Blue batté le mani, poi esclamò: «Bene, facciamo vedere a questo TopWater come ci si comporta!»
«Si chiama DeepWater» sottolineò Azoth «ma non credo che sia importante. Rentaro, vuoi fare te gli onori di casa?»
Il guerriero fece di sì con la testa, poi aprì il suo inventario e ne tirò fuori un enorme tronco lungo quasi quattro metri. Su un’estremità spiccava una testa di pesce in bronzo.
«Adoro questo gioiellino» disse il ragazzo, manovrando l’enorme tronco come se pesasse solo pochi chili.
Testaditonno: Ariete trasportabile. Utile per attaccare gli edifici. Infligge il 750% dei danni contro le strutture.
«Vediamo se anche le porte delle Gilde di seconda categoria come questa sono resistenti come le nostre!» esclamò Rentaro prima di lanciarsi alla carica con il l’enorme ariete tra le mani.
Non appena la testa di pesce si scontrò con il portone, quest’ultimo cedette come se fosse fatto di grissini, andando in frantumi con un solo colpo.
Rentaro si voltò verso i compagni con un sorriso da vincitore, mentre tutti lì intorno erano rimasti a bocca aperta.
«No, direi proprio che questi sono andati al risparmio!» gridò il ragazzo, riponendo l’ariete ed estraendo la sua ascia e il suo scudo.
«Forza, andiamo a recuperare Midnight» disse Blue guardando White. Il ragazzo fece sì con la testa. Ormai era fatta, non potevano più tornare indietro.
Già all’interno si presentarono le prime complicazioni: come era prevedibile, infatti, le guardie iniziarono a sciamare da ogni angolo della villa verso l’ingresso principale da cui i quattro si stavano introducendo.
Erano tutti NPC, soldati comprati e addestrati dai membri della gilda per seguire alcuni ordini prestabiliti, come pattugliare le zone o dare l’allarme. Anche se erano sicuramente d’alto livello, Daniel non poté non notare l’enorme differenza con quelli della Villa Seconda dei Flawless.
Li aveva solo intravisti, ma quella volta si trattava di bot con equipaggiamenti Oro e altamente specializzati nel combattimento. In pratica per gli eventuali intrusi sarebbe stato come doversi sfidare con schiere di mostri d’élite dei dungeon di alto livello, una cosa che solo uno come Innaxe avrebbe potuto far sembrare tanto facile.
Nella Villa dei WhiteSharks invece era ben diverso. Anche se in gran numero, quelle che White e gli altri si trovavano di fronte erano semplici NPC armati appena con equipaggiamenti Bronzo o Argento. Anche il loro modo di combattere si limitava ad una semplice sequenza di mosse preimpostate e facilmente prevedibili.
Erano a decine, su quello non c’erano dubbi, ma anche se quella guarnigione avrebbe di certo spaventato molti giocatori, non era che uno scherzo per gli attuali intrusi.
Rentaro avanzava con lo scudo tondo davanti a sé, bloccando la maggior parte degli attacchi, mentre Azoth e Blue eliminavano con facilità chiunque gli si portasse a tiro.
White, da dietro, osservava i compagni mentre ancora si chiedeva se quella fosse stata davvero la mossa giusta da fare. Se avessero capito male? Mettersi contro DeepWater poteva essere stata la peggiore delle loro idee.
Immerso nei suoi pensieri, quasi non vide un soldato avvicinarsi a lui. La lancia schizzò verso il suo viso, ma White la schivò con facilità spostando la testa giusto qualche centimetro di lato, lasciando l’altro quasi sconcertato di fronte ai riflessi del ragazzo.
Senza dire niente, White strinse i pugni e attivò immediatamente [Tecnica Superiore del Drago]. Anche se la rapidità d’esecuzione e la forza con cui colpì il suo avversario erano fenomenali, Daniel non riuscì comunque ad eliminarlo. L’avversario, steso a terra dopo la serie di colpi, si rialzò a fatica solo per essere eliminato da un pugnale vagante di [Pioggia Argentea] di Azoth.
Daniel strinse i denti, amareggiato. Era davvero rimasto tanto indietro? Da quando faceva così schifo?
Era proprio quello che gli diceva Marco: lui era considerato forte tra i giocatori normali, come Pickle o Rradiator. Era riuscito a mostrarsi superiore anche a gente ammessa alla FlawlessAcademy, cosa non da poco su NEXT. Ma quando veniva paragonato a persone che davvero si meritavano il titolo di Esperti, lui non era che una palla al piede.
Davanti a lui, a pochi metri, poteva vedere Blue quasi danzare mentre sterminava l’intera guarnigione di soldati con estrema facilità. A Daniel era chiaro che la ragazza fosse avvantaggiata dall’avere un Gear Score ben superiore al suo, ma non era solo quello. Il modo in cui combatteva era perfetto e senza sbavature, davvero simile a quello di Azoth.
“Davvero simile a quello di Marco”, pensò Daniel ricordando i duelli con EthernalTide.
Ai quattro intrusi ci vollero meno di tre minuti per arrivare finalmente nel piazzale al centro della villa. Dietro di loro, i corpi dell’intera guarnigione giacevano a terra inermi, mentre loro erano ancora senza un graffio.
Non appena misero piede sul selciato, alcuni giocatori si gettarono a sorpresa su di loro con un grido di guerra. Anche loro, però, non riuscirono a sfiorarli con un dito. Azoth fu tanto veloce che quasi White non lo vide muovere le sue due spade corte, quando un turbine di lame affilate li circondò investendo in pieno gli assalitori, mandandoli immediatamente KO.
Quei giocatori non potevano nulla contro uno dei Guardiani, era un dato di fatto. Per Azoth e Rentaro era come trovarsi dentro un dungeon di livello 60.
«E VOI COSA CI FATE QUI?»
La voce profonda di un uomo sembrò far tremare i muri della Villa. Dal portone dalla parte opposta dello spiazzo uscì un guerriero imponente, ricoperto da una spessa armatura e armato con un martello grande quasi quanto lui.
«DeepWater!» esclamò Rentaro con nonchalance mentre estraeva la sua arma dal corpo di un avversario sconfitto.
«Come osate?!» gridò il capogilda su tutte le furie «Come vi permettete di entrare nella mia casa e fare questo macello? Chi vi ha dato il permesso? Sapete cosa significa?!»
Azoth fece un passo avanti, non sembrava minimamente intimorito dal guerriero. «Ehi, siamo qui per Midnight, poi ce ne andiamo.» cercò di spiegare «Avremmo voluto evitare anche noi questo, ma non sembra ci fossero molte scelte.»
«Tu… Vi ha mandato Dragon?! Che cavolo volete da Midnight?»
«Questi non sono affari tuoi» intervenì Blue inviperita «dov’è ora? Lasciala uscire e nessuno si farà male!»
White, particolarmente a disagio, cercava di mantenere un certo controllo. Sentiva il cuore battergli a mille in quel momento. Era pur sempre davanti a un capogilda Diamante III, non era una persona qualunque. Preferiva di gran lunga l’approccio un po’ più diplomatico di Azoth alle minacce di Blue. Capiva che la ragazza aveva preso molto sul personale quella storia, ma dovevano stare attenti a non esagerare.
Le parole della maga furono però sufficienti per far chiudere la vena a DeepWater, che diventò subito paonazzo.
«Nessuno si farà male? Con chi credi di parlare?!» sbraitò l’uomo prendendo il suo grosso martello con entrambe le mani «Pensi di far paura ai WhiteSharks, ragazzina?»
Stava ancora parlando che alcuni giocatori apparvero dietro di lui. Erano di livello molto più alto dei soldati di prima, e certamente meglio equipaggiati, ma Rentaro e Azoth non sembravano essersi minimamente spaventati. Quei due si erano trovati in situazioni ben peggiori.
White guardò Blue che però sembrava completamente assorta nei suoi pensieri. Per un momento era come se il suo fuoco si fosse spento.
«Otto contro quattro» sottolineò Daniel critico rivolgendosi ai due Guardiani.
«Se escludiamo DeepWater, non parliamo nemmeno di membri della prima squadra. Non ci saranno problemi.» gli rispose con tono sicuro Azoth.
In quel momento, da dietro il gruppo di avversari, Daniel scorse l’elsa di una grande spada. La riconobbe immediatamente, quella era la
White vide la ragazza farsi largo tra gli altri giocatori così da raggiungere la prima fila, al fianco di DeepWater. Il giovane non poté fare a meno di notare l’espressione cupa dell’amica. Non era la prima volta che la vedeva. Era lo stesso sguardo di quando era venuta in camera sua per quel thé, qualche tempo prima. Helen era stata solare e divertente, finché non aveva nominato i WhiteSharks, lì era subito cambiata e aveva cercato di cambiare argomento.
Quella volta Daniel non l’aveva capito, ma ora gli era tutto più chiaro. Allora Blue aveva ragione? Perché Helen era in quella situazione, cosa la legava a DeepWater?
«White, è lei?» domandò d’improvviso Blue facendo un cenno verso Midnight.
Il ragazzo fece di sì con la testa, senza rispondere.
Blue rimase un momento colpita nell’osservare la ragazza. Ripensò un attimo al discorso fatto con White sulle armature femminili, e capì un po’ di più perché erano venuti per quella ragazza.
L’armatura in pelle estremamente attillata copriva quel tanto che bastava il corpo della Ladra perché non sembrasse in costume, mostrando un fisico niente male. Certo era solo un avatar, ma in NEXT tutto era così tanto reale che non poteva non rimanerne affascinata.
Se la giocatrice di Midnight fosse stata anche solo la metà del suo avatar, sarebbe stata paragonabile ad AlterErgo. Si guardò intorno e tutti e tre i suoi compagni erano rimasti per un momento imbambolati ad osservare la ragazza.
Blue scosse la testa, non era il momento di perdere tempo in certe stupidaggini.
«Midnight» esclamò la giovane «lascialo perdere! Lascialo andare! Vieni con noi, siamo qui per aiutarti!»
Dall’altra parte, Midnight era in piedi, immobile, al fianco di DeepWater. Sentendo l’intrusa, il guerriero allungò una mano e le prese il braccio, stringendolo con forza.
Helen si sentì morire dentro. Non sapeva come reagire, non sapeva cosa fare. Era confusa. In quel momento voleva solo un thè caldo, in una stanza lontano da NEXT, da tutto quello, dalla sua vita.
«Li schiacceremo, quei cani bastardi» grugnì DeepWater, pronto per lo scontro «vedi di fare la tua parte, è chiaro?»
Midnight non osò alzare gli occhi verso l’uomo. Bastava stargli vicino per sentire tutta la sua rabbia. La ragazza fece un cenno affermativo con la testa, continuando a tenere lo sguardo fisso a terra.
White, dall’altra parte del piazzale non poteva sentire cosa si dicevano ma vide la scena e sentì la rabbia crescergli dentro. Non capiva cosa stesse succedendo, non sapeva quale fosse la situazione, ma di certo gli era chiaro che qualcosa non andava e che Helen non se la passava bene.
La campanella che indicava l’arrivo di un messaggio privato attirò la sua attenzione.
[Midnight] Mi dispiace
[Midnight] Io te l’avevo detto di non venire.
