Libro 2 - Capitolo 92
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La Breccia

«Allora, come siamo messi?!» gridò Blue mentre con [Milletagli] metteva fine all’ennesima ondata di Demoni Minori che l’assalivano.

«Ci sto lavorando!» rispose Red spazientito. Era sdraiato a pancia in giù sulla canna dell’enorme cannone, l’occhio destro chiuso e il sinistro che tentava di prendere la mira verso la cinta muraria della fortezza.

«Dovresti provarci un po’ più velocemente, qui le cose non vanno molto bene!» lo richiamò Plum, anche lei a terra con Blue ed Orange a proteggere il cannone.

«Vedete di finirla di rompere!» urlò Red «Tenete a bada quei cosi e lasciatemi fare il mio cazzo di lavoro! White, più a destra! Di più! Più a destra ho detto!»

Sotto il cannone White girava il meccanismo che permetteva all’enorme arma di ruotare. Quel coso pesava tantissimo ed era pressoché impossibile manovrarlo da solo, ma gli altri non avrebbero potuto aiutarlo o sarebbero sicuramente stati sopraffatti dai nemici.

«Ancora un po’!» esclamò il ladro facendo cenno con la mano, anche se White non poteva vederlo.

«Sei sicuro? A me sembra un po’ troppo a destra ora… Non abbiamo altre possibilità!» disse il monaco cercando di farsi un idea di dove stesse puntando il cannone. La distanza che c’era dalle mura non era poca e quel cannone non dava l’idea di essere molto preciso.

«La vuoi smettere di dire stronzate? Io sono sempre sicuro, cazzo! Chi di voi ha mai usato un cannone, qui?!»

«Beh, se è per questo, nemmeno tu ne hai mai usato uno…» fece notare Plum quasi divertita nel punzecchiare il compagno.

«Beh, se è per questo gne gne gne» le fece il verso Red «Io sparo coi fucili. Fucili, cannoni, sempre piombo e polvere da sparo! La fisica non cambia per queste stronzate cazzo! Basta fare in modo che questa merdosa canna di fucile punti verso quelle merdose mura, poi si spara un po’ più in alto e il gioco è fatto!»

«Non sei molto convincente, sai? Questo “fucile” è grande quanto un camion e pesa altrettanto… C’è un motivo se la gente ci si allena per le battaglie navali» disse White con un leggero sorriso ironico.

«Ma la volete finire te e quella strega? Se volete salire voi fate pure!» sbraitò Red spazientito tirandosi su e rimanendo a cavalcioni del cannone.

«Imbecille…» sussurrò Plum mentre tornava a tenere sotto controllo l’ennesima carica dei demoni.

Red sbuffò, poi tornò prono sul cannone a fissare di fronte a sé.

«Allora, White?! Dov’è questa rotazione a destra che ti ho chiesto? Forza muovi quel culo, mozzarella!»

«Ci sto lavorando, questa roba pesa da morire!»

Daniel era agitato. Per caricare una bocca infernale ci volevano almeno 10 uomini, il gruppo da solo non ce l’avrebbe mai fatta. Se avessero fallito avrebbero dovuto per forza farsi nuovamente largo tra le legioni di demoni e prendere il controllo di un altro cannone, ripetendo il processo da capo. Non era detto che avrebbero poi avuto risorse a sufficienza per entrare nel Bastione.

«Ok, ok, ok! Ferma tutto!» esclamò Red alzandosi dal cannone «Ci siamo, perfetto!»

Il ragazzo saltò giù dalla grande canna con il sorriso di chi ha vinto una battaglia impossibile.

«Preparatevi, perché questi cosi fanno un bel botto!» rise il ladro mostrando la catena collegata direttamente al meccanismo di sparo del cannone.

Sia White che Blue sapevano cosa aspettarsi. Entrambi avevano visto il potenziale distruttivo di quell’arma durante la Guerra del Lino. La sua potenza di fuoco era tale da poter divorare un’intera nave da guerra come se fosse fatta di stuzzicadenti.

«Ce la farà ad abbattere le mura?» domandò Plum.

«Quelle pareti sono spesse e resistenti, ma il punto indicato da White è molto più fragile. Con un’arma come questa non dovrebbero esserci problemi… Spero» spiegò Orange, anche lui con un velo di preoccupazione per l’andamento del dungeon.

«Bene branco di nabbi, preparatevi a correre come delle cazzo di gazzelle! Al mio tre! Uno, due-»

Red non fece in tempo a finire che Blue si fece rapidamente avanti verso di lui e senza dire nulla afferrò la catena, tirandola con forza verso di sé. La maga guardò Red con un sorriso stampato sul volto che stava ad indicare un “non te lo meriti”.

«Tre!» esclamò Blue.

Il click metallico del grande cannone venne subito seguito da un rombo tremendo, che fece tremare la terra. La palla di cannone era rovente e volò a velocità supersonica attraverso il campo di battaglia, investendo e polverizzando tutti i demoni sulla sua strada.

Il colpo andò a schiantarsi contro la cinta muraria, proprio nel punto più debole. Le mura esplosero come se fossero state piene di esplosivo, frantumandosi e andando in mille pezzi di fronte all’impressionante potenza della Bocca Infernale.

«Wow!» esclamò Plum con gli occhi pieni di stupore. La devastazione portata da quell’arma la esaltava non poco.

«Come cazzo ti sei permessa! Era compito mio-» Red stava per esplodere di fronte a Blue la quale però alzò un dito per zittirlo. Immediatamente il ladro si ammutolì.

«Il tuo compito era prendere la mira e stare zitto. Quindi ha fallito per metà»

White assistette alla scena senza capire subito come mai il ragazzo si fosse zittito. Se fosse stato più vicino, anche Daniel avrebbe potuto percepire l’aura di Blue, il suo sguardo tagliente e i suoi movimenti fermi. Era una capogilda, e c’era un limite a quanto Red poteva lamentarsi con lei.

«Ora, non perdiamo tempo, la nostra via sta per chiudersi» esclamò Blue iniziando subito a correre verso il varco. La cannonata, infatti, aveva lasciato una scia di morte tra le fila dei demoni. I cadaveri anneriti dei mostri giacevano a terra lasciando una specie di corridoio che divideva in due l’esercito nemico. Una “via sicura” che portava dritto dritto alla breccia.

Ma i Demoni si stavano già ricompattando, il gruppo non aveva molto tempo. Se si fossero trovati nuovamente circondati la possibilità di raggiungere il Bastione sarebbe diventata presto nulla.

I cinque compagni iniziarono a correre a perdifiato. Sotto i loro stivali, i corpi carbonizzati dei demoni si trasformavano subito in cenere, che si sollevavano in aria, circondandoli completamente.

«Che figata!» esclamò Plum, l’unica del gruppo che sembrava realmente colpita dalla piega sempre più disperata che quel dungeon stava prendendo.

White non capiva cosa ci fosse di così interessante. Non era mai stato un giocatore attirato eccessivamente dal compartimento artistico di NEXT. A lui piaceva semplicemente giocare e vedere tutte quelle lucine durante i combattimenti. Erano gli effetti particellari, le esplosioni e gli impatti delle sue abilità che gli davano soddisfazione.

Che poi si trovasse in una pianura, sul fondo del mare, o direttamente all’inferno gli importava poco. Quelli d’altronde non erano altro che poligoni digitali percepiti attraverso la TechMask. Per quanto fosse tutto estremamente reale.

La corsa attraverso il corridoio tra l’esercito riuscì con successo. Se la Bocca Infernale non avesse aperto loro quel varco, era chiaro a tutti che ci sarebbe voluta un’eternità per raggiungere la breccia.

I cinque salirono sulle macerie delle mura eliminando facilmente i primi Demoni Minori che avevano osato avvicinarsi al passaggio. Molti di quei mostri rimanevano stranamente indietro, restii nel tentare di sorpassare il cumulo di mattoni.

“Avranno paura di essere colpiti da un’altra cannonata… Come biasimarli”, pensò White, arrivando in cima al cumulo di detriti pronto per entrare all’interno del Bastione.

Fece appena pochi passi sull’altro lato delle mura quando un fischio gli riempì le orecchie. Fece appena in tempo a sentire un fischio nell’aria, quando una spada gigantesca colpì il gruppo in pieno.

Orange fece appena in tempo a innalzare una barriera con [Muraglia Impenetrabile] nel tentativo di proteggere i compagni, ma l’impatto con l’arma fu comunque abbastanza forte da scaraventare tutti a terra.

«Che diamine è stato?!» esclamò Plum rialzandosi confusa.

«Il motivo per cui quei demoni temevano di entrare, probabilmente» rispose White indicando dall’altro lato dello spiazzo in cui erano caduti.

Un guerriero imponente era in piedi, con l’enorme spadone stretto tra le mani. Doveva essere alto almeno cinque metri. Indossava un’armatura alquanto danneggiata, tanto che dai diversi fori era possibile intravedere un corpo bianco e in putrefazione. Il gigante alzò la visiera dell’elmo, mostrando un teschio scavato, con le orbite vuote che sembravano fissarli anche da quella distanza.

«Merda… anche i non morti ora…» sussurrò infastidita Blue. Non le piacevano i non morti. Tutte le quest in cui era finita a dover combattere contro quelle creature erano sempre terrificanti. Quei mostri uccidevano indiscriminatamente ogni essere sulla loro strada senza nessuna remora, avanzando e distruggendo sotto il comando di potenti necromanti.

Per non parlare della loro brutta abitudine di non morire: sconfiggerli era sempre un terno al lotto, non si poteva mai essere certi che il loro cadavere non si sarebbe rialzato da terra per l’ennesima volta alla ricerca di vendetta.

«I Non Morti sono creature meschine, in un dungeon come questo sarà davvero difficile combatterci» disse Orange. In effetti, in un terzo dei dungeon di livello 80 prima dell’espansione erano presenti dei non morti come nemici. Questo era sufficiente come indice di pericolosità di quelle creature.

«Voi…» improvvisamente la creatura parlò, lasciando tutti di stucco «Voi siete entrati nella dimora del Grande Signore che è l’Eterno. Inginocchiatevi di fronte a-»

La creatura non riuscì a finire di parlare che un’eplosione avvolse il suo elmo.

«Vogliamo aspettare che questo cazzo di scheletro sia pronto o vogliamo fargli il culo fin da subito?!» esclamò Red che imbracciava il suo fucile caricando altri proiettili colorati.

Blue era interdetta. Aveva appena interrotto un discorso centrale per la lore del dungeon. Suo malgrado però, doveva comunque ammettere che il compagno aveva ragione. Non era una passeggiata quel luogo, e sfruttare i momenti di distrazione del nemico poteva dover essere l’unico modo per uscirne vivi.

«In posizione di combattimento, non diamogli il tempo di rispondere!» comandò la maga attivando [Lama Arcana Superiore] sulla sciabola di Chiave di Volta, che s’illuminò di un’intensa aura purpurea.

I cinque si gettarono subito alla carica. Daniel si preparò allo scontro, il nemico sembrava molto più forte rispetto ai Demoni Toro sconfitti poco prima.

Il fumo provocato dall’esplosione si stava lentamente diradando intorno allo scheletro gigante, che non aveva mosso un muscolo da quando era stato colpito.

«Eh… eh… eh…»

I cinque non erano ancora a metà strada quando udirono una risata sinistra e lontana.

«Eh… eh… eh…»

La risata riecheggiò nuovamente nel Bastione. Daniel pensò che qualunque cosa fosse, faceva raggelare il sangue.

«Stupide creature, la vostra mente è limitata come la vostra vita…»

La voce era quella del guerriero scheletro, ma sembrava provenire come dalle profondità di una caverna. Il gigante, con un gesto lento, si richiuse l’elmo producendo un cigolio metallico.

«Eh… eh… eh…» lo scheletro ridacchiò un’ultima volta. Tutto poi si svolse nell’arco di un istante.

White non sapeva dire cosa fosse o come ci fosse arrivato, ma immediatamente fermò la sua corsa e si gettò di lato, nello sconcerto dei suoi compagni. Forse era la sua capacità di preveggenza, un istinto, o solo la sua immaginazione.

La velocità dello scheletro fu straordinaria, ben oltre quella di un qualunque mostro della sua stazza, tanto che in un solo istante era già sopra il gruppo. Nessuno era minimamente pronto quando la spada del gigante calò su di loro con una forza sufficiente da aprire una voragine nel terreno.


Capitolo 92 - La Breccia - FINE
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