Libro 2 - Capitolo 93
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Pietra contro Ossa

“Porca troia”

Non era di certo un’espressione da signori, ma Daniel in quel momento non riusciva a pensare ad altro. Ed era sicuro che anche i suoi compagni fossero nella sua stessa situazione.

Li guardò, diversi metri più in là a causa dell’onda d’urto sviluppata da quel guerriero scheletro. Erano a terra, bloccati a terra. Che fossero morti?

Daniel controllò nell'interfaccia. Erano malconci, ma per fortuna ancora in vita. Erano solo stati storditi dall’attacco di quel mostro.

Dovevano riuscire a riunirsi al più presto, non potevano sopravvivere divisi contro una creatura del genere.

Stava per voltarsi verso i compagni, ma non riuscì a muovere un muscolo che l’enorme guerriero scomparve in un’ombra informe. Era stato come un’auto da corsa a tutta velocità gli fosse passata di fianco. Non era stato in grado nemmeno di vederne esattamente i contorni, ma sentì solo lo spostamento d’aria colpirlo come uno schiaffo in viso.

«E tu, piccolo insetto, credevi di sfuggirmi?»

La voce tenebrosa risuonò alle spalle di White. Ebbe giusto il tempo di voltarsi che un fendente lo colpì in pieno petto con forza disumana. Il suo corpo venne gettato indietro come un proiettile di fronte agli sguardi inorriditi dei compagni.

Daniel si sentì sbalzare indietro con tale forza che si portò d’istinto le mani alla bocca soffocando dei forti colpi di tosse. L’impulso della TechMask era stato molto intenso, non era un buon segno. Si trovavano di fronte a un nemico ben oltre i parametri consigliati al loro livello.

Un mostro così fuori scala che NEXT stesso gli stava dicendo di gettare la spugna.

Non stavano più giocando, pensò il ragazzo, ora era arrivata l’ora in cui dovevano fare sul serio.

White si portò una mano al petto. Dalla ferita usciva un liquido bluastro denso e intenso che si faceva strada per quella che sembrava una voragine nella roccia. La sua pelle era scura e rigida, tanto che il colpo, probabilmente mortale, era stato assorbito egregiamente. Una fenditura nella pietra lo attraversava dalla spalla sinistra al fianco destro, disegnando un canyon sul suo petto.

Tutt’intorno, una leggera aura luminosa pulsava lentamente, andando a illuminare i contorni semitrasparenti di un’armatura sacra.

[Armatura di Ki]: usi la tua energia spirituale per creare un’armatura che riduce i danni subiti per 1 minuto.

[Resurrezione Elementale (Terra)]: per 30 secondi, incrementi tutte le tue statistiche e capacità combattive. La tua difesa è raddoppiata, il tuo attacco è incrementato del 50%. La tua velocità e velocità d’attacco sono dimezzate.

White tossì un’altra volta mentre si rialzava dal cumulo di macerie contro cui era stato lanciato, uscendo dalla polvere di detriti proprio di fronte allo scheletro che stava in piedi dall’altro lato dello spiazzo d’ingresso. Per il momento, sembrava che preferisse godersi lo spettacolo pietoso dei suoi compagni a terra piuttosto che andare a finirli.

White lanciò un’occhiata rapida agli altri quattro, che nel mentre si stavano rialzando per poter tentare una seconda carica. Anche da quella distanza, Daniel poté vedere in loro lo stupore nel vederlo ancora in vita.

D’altronde, come dargli torto? Aveva attivato le due abilità con una velocità fulminea, ancora una frazione di secondo e ci sarebbe rimasto secco. Nemmeno lui sapeva che [Armatura di Ki] e [Resurrezione Elementale (Terra)] lo avrebbero salvato. In ogni caso, quel singolo attacco era stato sufficiente a portarlo a meno di un terzo di vita: non ci sarebbe stata una seconda opportunità.

White tornò subito con lo sguardo sul suo avversario. Si sentiva pronto. Quello era il suo momento, il suo ruolo, il suo palcoscenico, e aveva deciso, dentro di sé, che il guerriero sarebbe stata la sua preda. Se poteva portare al limite le sue capacità, quello era l'occasione adatta.

“Al diavolo il resto”, pensò mentre una leggera vibrazione gli attraversava il corpo. Sentì la sua mente quasi spegnersi per un istante, i suoi pensieri fluire dentro di lui per poi abbandonarsi a un’oscurità sempre più profonda di silenzio. In pochi istanti iniziò a perdere il controllo sulle sue sensazioni, sulla percezione di ciò che lo circondava.

Il suo corpo si distese, quasi come se stesse sprofondando all’interno di quel grande divano, mentre la sua mente si disconnesse lentamente da esso, pezzo per pezzo. Prima perse sensibilità ai piedi, agli arti, poi al resto del corpo. In pochi istanti, si dimenticò di esistere. Di Daniel, in quel momento, c’era solo la sua mente.

Poi, bruscamente, tutto divenne perfettamente chiaro e delineato. White partì improvvisamente verso il suo nemico. Poteva quasi percepire, sotto l’elmo metallico della creatura, un sorriso sinistro, senza labbra né guance, ma fatto solo di ossa e malvagità. Il sorriso del gatto che era convinto di aver catturato la sua preda in una trappola mortale.

White vide il gigante controcaricarlo a spada tratta. L’enorme massa di ossa e ferro venne verso di lui, e in pochi passi gli era già di fronte. La lama si mosse fulminea disegnando un ventaglio di fronte al guerriero, parallelamente al terreno.

Per un istante, tutto si mosse come se il tempo avesse rallentato il suo scorrere.

White si gettò all’indietro, la schiena parallela al terreno. Vide il ferro arrugginito dell’enorme claymore passargli a un soffio dal viso, ma la cosa non lo scompose. Il suo cuore batteva regolarmente, come se stesse semplicemente passeggiando in un bosco. Il suo spirito era nella più totale tranquillità, uno specchio d’acqua senza nessuna irregolarità.

La sua schiena stava toccando terra, quando con un rapido movimento quasi innaturale, White si voltò di pochi gradi e si diede una spinta.

Colpire i nemici da angolazioni impossibili era una dei migliori insegnamenti datogli da Marco. “È con i colpi impossibili che si vincono le battaglie già perse”, gli aveva detto il suo maestro.

[Calcio Volante]: Con un balzo voli in direzione del bersaglio per colpirlo con un forte calcio.

White spiccò il volo e colpì con un calcio la pesante armatura del guerriero, infliggendogli il primo colpo. Contemporaneamente, sulla schermata apparve finalmente la barra della vita e il nome del nemico.

Akkar, Guardia di Akamer

Vita: 99.82%

Finalmente Daniel poteva associare un nome a quell’ammasso di ossa.

Il calcio non aveva inflitto nessun danno degno di nota, ma ora Daniel si trovava proprio a all’altezza del petto del guerriero. Nell’istante in cui si trovò a portata con Akkar, White rilasciò i primi due colpi di [Tecnica del Drago Superiore]. I suoi pugni incandescenti colpirono con così tanta forza l’armatura dello scheletro che la pelle di pietra si crepò, sparando sottili schegge di roccia scura tutt’intorno.

Anche se la sua velocità d’attacco era ridotta, [Furia Shaolin] gli permetteva di recuperare una parte del malus subito da Resurrezione della Terra. Insieme alla potenza delle sue Fasce da Guerra, White si era trasformato in un vero carro armato: difesa alle stelle, capacità offensive terrificanti.

Il gigante venne spinto indietro, con l’armatura ammaccata dalla forza del monaco. White rimise piede a terra, non doveva lasciargli il tempo di rispondere. Ogni istante senza agire era un’opportunità per Akkar di finirlo grazie ai suoi attacchi fulminei.

Doveva sfruttare al massimo la finestra di danni offertagli dalla sua forma elementale. La velocità d’attacco ridotta non gli permetteva di godere di troppa mobilità, doveva calcolare con precisione i tempi. Per fortuna, non c’era nulla che gli venisse meglio.

Daniel fece un respiro profondo. Poi espirò fino a svuotare completamente i polmoni.

Akkar afferrò la spada con entrambe le mani e attaccò il monaco con un fendente, allo stesso modo di come aveva fatto contro tutto il gruppo poco prima.

White non venne preso alla sprovvista, si aspettava una mossa del genere. Lui sapeva il punto esatto in cui la spada avrebbe colpito già nell’istante in cui il guerriero l’aveva alzata al cielo e si era preparato a ricevere il colpo.

La lama calò rapidamente verso il terreno, ma White si era già allontanato con un balzo laterale. Venne investito dall’onda d’urto, che però non ebbe grandi effetti data la distanza dal punto d’impatto. I sassi e le rocce scaraventate come proiettili colpirono il suo corpo senza riuscire neanche a scalfirlo.

“Passo, colpo, passo, colpo”, ripeté quasi in automatico nella sua testa il giovane. Glielo aveva insegnato Marco e glielo aveva fatto ripetere fino alla nausea. Non aveva la resistenza di un guerriero, non poteva permettersi di assorbire attacchi diretti. Doveva intermezzare ogni attacco con un movimento, e ogni movimento con un attacco.

Solo così un monaco poteva davvero brillare in party.

Con i suoi tempismi perfetti, la posizione di White intorno al nemico cambiava di continuo, rendendolo un bersaglio difficile, permettendogli di sferrare attacchi continui fuori dalla portata nemica. Contemporaneamente, mentre l’avversario era obbligato a difendersi o a subire il colpo, White poteva muoversi in totale sicurezza.

Ciò che rendeva fuori dal comune lo stile di combattimento di Daniel era il suo ritmo. Prevedendo e reagendo alle azioni nemiche con tempi che sfioravano il decimo di secondo, White prendeva fuori tempo i suoi avversari.

Era esattamente ciò che stava succedendo a Akkar. Il monaco gli danzava attorno, mentre il guerriero tentava invano di colpirlo. Più i secondi passavano, più lo scheletro sembrava “sfasato” rispetto a White: i suoi attacchi diventavano sempre meno precisi, andando quasi sempre a colpire nei punti dove era White al passo precedente della sua rotazione.

In quel momento, White stava conducendo il combattimento, in totale controllo della situazione, lasciando Akkar in balia degli eventi, inerme di fronte a uno stile simile.

[Tecnica del Drago Superiore III]

Le Fasce da Battaglia s’incendiarono, prendendo la forma di un’arma draconica, da cui spuntarono artigli aguzzi e scaglie iridescenti. Il pugno incendiario colpì lo scheletro sul fianco, spostandolo di quasi un metro e obbligandolo ad appoggiarsi a un ginocchio.

[Tecnica del Drago Superiore IV]

Questo lasciò lo spazio a White per spiccare un salto verso il nemico. Il pugno s’incendiò di fiamme vermiglie, le fauci spalancate di un drago colpirono e attraversarono il gigante in una fragorosa esplosione che lo gettò con la schiena a terra.

“Ora è il momento”

Daniel si trovava nella sua posizione favorita: al di sopra di un nemico a terra, schiacciato e inerme, con un [Pugno Spirituale] caricato alla massima potenza pronto a colpire.

[Pugno Spirituale]: incanali il ki per scagliare un pugno di energia concentrata di fronte a te, spingendo l’avversario indietro di 3 metri.

Il pugno, ancora più massiccio dato l’effetto della forma elementale, investì lo scheletro come un meteorite. L’impatto fu abbastanza forte da andare a sollevare la terra tutt’intorno, creando un profondo cratere al cui centro era schiacciato lo scheletro.

L’armatura di Akkar andò in frantumi con uno stridio acuto, mostrando un corpo scheletrico e decadente, al cui interno sembravano muoversi strani organi in stato di semi-decomposizione.

White era ancora in aria, come sospeso nel tempo, sopra il gigantesco scheletro. In quel preciso istante, sentì un sonoro crack, e come l’armatura dello scheletro, anche la sua pelle di roccia si spaccò in mille pezzi, lasciandolo nuovamente alla sua forma normale.

[Resurrezione Elementale] era terminata. White vide Akkar, ancora sdraiato a terra, stringere con forza la sua claymore con forza. Dalle fessure del suo elmo malridotto, poteva vedere una luce verdastra provenire dalla profondità delle sue orbite. Non era ancora finita, non era riuscito a sconfiggerlo in tempo.

La spada si mosse rapidamente verso White, impossibilitato a fermare il colpo o a schivarlo, non avendo punti d’appoggio.

Il rombo dell’impatto fu enorme, ma sorprendentemente nulla lo colpì.

«Ti sei già arreso?»

Blue era apparsa di fronte a lui, in aria, e teneva alto uno scudo luminoso che aveva bloccato l’impatto e che ora teneva in stallo lo spadone.

White era stato troppo concentrato sul suo “duello” per vedere l’arrivo dei suoi compagni. All’ultimo istante, Blue era riuscita a usare [Teletrasporto] per arrivare in suo soccorso e proteggerlo con [Rilascio (Rosso): Scudo Impenetrabile dei 9 Regni].

Non importava quanto fosse stato forte l’attacco, quell’abilità aveva lasciato illesi i due compagni.

«Hai fatto molto, ora ci siamo qui anche noi!» gli disse la ragazza «Siamo una gilda, in fondo!»

I quattro compagni si gettarono su Akkar come delle furie. White l’aveva tenuto a bada per pochi secondi, ma erano stati fondamentali per permettere agli altri quattro di arrivare preparati. L’averlo schiacciato a terra, inoltre, aveva permesso di sfoderare subito i loro assi nella manica.

Anche se le loro difese erano ben al di sotto del minimo necessario per superare quel dungeon, ciò non valeva per il loro attacco. La forza distruttiva dei Rainbows si schiantò contro Akkar che, senza più la protezione dell’armatura, vide la sua vita calare a velocità stupefacente.

Dopo lo spavento preso poco prima del salvataggio da parte di Blue, Daniel non era più concentrato allo stesso modo. Ma anche se non era più nel pieno del flusso, lo scontro in gruppo non gli dava nessun problema.

I suoi movimenti erano fluidi e i suoi attacchi precisi. Era stupefatto da come gli altri quattro si muovessero in coordinazione con lui, senza mai farsi trovare fuori posizione o in mezzo ai piedi. Era come quando andava per dungeon con Marco, come se ci fosse un legame silenzioso tra loro, che gli permettesse di combattere in perfetta armonia anche senza parlarsi.

Ognuno sapeva dove doveva essere, quando doveva esserci, e cosa doveva fare. Non c’era bisogno delle parole, delle urla o degli ordini.

Un concerto di abilità che soltanto una Gilda, una vera Gilda, avrebbe potuto vantare.


Capitolo 93 - Pietra contro Ossa - FINE
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